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Io lei e l'altro

E’ partita la campagna “Salviamo il gnappo dall’asilo nido”

Io e Anna abbiamo deciso di mandare il gnappo all’asilo nido. E questo si sapeva. E, andando per esclusione, abbiamo anche deciso quale. Contenti tutti, tranne mia mamma, che, come sempre quando c’è una novita, si è messa di traverso.

Le abbiamo detto che stavamo cercando il nido quando sono venuti l’ultima volta a casa nostra a tenere il gnappo. Lì per lì non ha realizzato e non ha detto niente. Poi, dal giorno dopo, è iniziato il mobbing telefonico.

“E’ piccolo, ha solo 8 mesi, si ammalerà tanto” ecc. ecc. Insomma le solite cose. Aggiunci poi che, quando è a corto di argomenti, per dare una validità “scientifica” alle sue menate, si fa spalleggiare da mia zia – ex pediatra del genere “antibiotico anche con due linee di febbre” che ha sentenziato: “E’ meglio che vada al nido a gennaio, dopo la terza vaccinazione” – il cerchio si chiude.

Per fortuna mia mamma ha chiamato solo me e non Anna per la sua campagna no profit: “Salviamo il piccolo gnappo dall’asilo nido”. Altrimenti si sarebbe presa (giustamente) una bella rispostina dalla mia dolce metà che, alla mia comunicazione del mobbing telefonico ha risposto:

“Mmmmm… che fastidiooooo. Mo’ te lo dico. La mia pazienza è tanta, tanta, tantissima. Ma di solito, in un certo momento non prevedibile, fa crack e parte quella rispostaccia in grado di polverizzare qualsiasi sana convivenza civile.  Quindi spero che questo ammorbamento te lo debba subire sempre tu perché a me stanno già iniziando a frullare le balle.

Ricapitolo, volessi mai esporre le nostre ragioni a tua mamma:

a) la baby sitter part-time NON CE LA POSSIAMO PERMETTERE.

b) se non mi metto a lavorare seriamente col cazzo che mi propongono un lavoro, seppur miseramente pagato.

c) la vaccinazione copre tetano, difterite, epatite e altre amenità che non rientrano nel novero di febbre&raffreddore, alias “le più comuni rogne dell’asilo”.

d) Il gnappo SI AMMALERA’, rientra nei casi della vita. Se lo mandiamo adesso si ammalerà adesso, se lo mandiamo tra 4/8/12 mesi si ammalerà tra 4/8/12 mesi.

Detto questo ho capito che, in caso di emergenza o dovesse andare storto qualcosa (malato 2 settimane su 3, piange, a casa diventa rompicoglioni…), ce la smazzeremo da soli. Il “te l’avevo detto” al massimo me lo sento a distanza per telefono, alle brutte brutte faccio venir su mio padre!”.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto