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Noi quattro

Fratelli

Di che reggimento siete fratelli?
Parola tremante nella notte
Foglia appena nata
Nell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità
Fratellignappo e the second

Se c’è una cosa bella è vedere tutti i giorni quei due lì. Uno grande e uno piccolo. Uno di quattro anni e uno di quasi un anno e mezzo. Diversi. Diversissimi in tutto. Ma che si vogliono un gran bene, anche se non perdono occasione di saccagnarsi come si deve.

Il gnappo e The Second stanno crescendo a vista d’occhio. E ogni tanto faccio fatica a rendermene conto, perché quando li vedi tutti i giorni non ci fai caso. I cambiamenti sono più evidenti nel nano piccolo ovviamente, che cammina come un paperotto, ancora a gambe larghe per il pannolino. Tipo l’orso Baloo che fa fatica a trovare l’equilibrio. Ma un passo dopo l’altro va che è una meraviglia, corre con le mani al cielo quando è contento, oppure si butta in terra e cade sul sedere.

Ha messo cinque denti davanti (che fanno un po’ effetto strega, visto che sono asimmetrici) e uno in fondo appena spuntato. Per il resto è ancora un mezzo sdentatone. Mangia più di me e sta tirando fuori tutto il suo bel caratterino di secondogenito che sa quel che vuole e fa di tutto per ottenerlo.

Praticamente l’opposto del gnappo che mangia più o meno come Mahatma Gandhi, non sai mai quello che vuole (e forse non lo sa nemmeno lui), ma gli girano le balle in mezzo secondo per chissà quale motivo. Che sfoga tutto il suo nervoso sul fratello, facendolo cadere, provando a dargli i pugni in testa, sulla pancia e ogni tanto qualche calcio negli stinchi. Il piccolo sembra incassare bene e gliele restituisce con gli interessi: schiaffi in faccia con le sue manine piccoline, ma che fanno un bello sciàff sonoro, e tirate di capelli fino a farlo piangere (anche lui si attacca come può).

Inseparabili questi due qui. Sempre addosso uno all’altro. Come quando c’è da svegliare il gnappo la mattina per andare all’asilo. Basta mettergli The Second vicino nel letto. Il piccolo gli si butta addosso e lo saccagna e il grande si sveglia che è un piacere. Molto meglio che stare a chiamarlo dicendogli di svegliarsi. Invece che mettergli vicino un cane che abbaia noi sguinzagliamo il The Second, che è molto più efficace come sveglia.

Se The Second viene sgridato il gnappo ride. Se il gnappo viene sgridato (e mandato in punizione) perché ha fatto male al fratello, questo lo va a cercare. Manate, baci, scambi di bava, botte: due calamite dai poli opposti. Tanto belli quanto estenuanti nel doverli dividere quando esagerano. Ma divertenti comunque e tanto, tanto teneri. Anche se sei talmente stanco nel fare da “arbitro” sul ring che a volte non te ne rendi neanche conto.

Sabato sera, per festeggiare il mio compleanno, siamo andati a cena fuori con alcuni amici. Otto adulti e sei bambini (più uno ancora nella pancia). Tre maschi e tre femmine.

La formazione di maschi era composta dal gnappo (il più grande), il figlio dei nostri amici (due anni) e The Second. Abbiamo fatto un bordello che la metà bastava. E menomale che la pizzeria era abbastanza family friendly. Perché io mi sono vergognato mentre provavo ad arginare quei tre scalmanati che correvano per la sala facendo gli scemi e buttandosi per terra. “Stiamo giocando a fare i cani”, mi ha detto il gnappo per giustificare quel delirio. Con il nano piccolo che correva dietro agli altri, schizzando giù dalla seggiolone non appena ha visto gli altri due sparire sotto al tavolo.

E poi c’erano le bimbe. Dai due ai tre anni. Sono state sedute tutta la sera. Hanno mangiato la loro pizza e poi colorato, cantato, ascoltato una storia raccontata da una delle mamme. Uguale praticamente. Noi da una parte con i cani che si rotolavano per terra. E loro sedute a colorare. In quel momento ho invidiato tanto i papà di figlie femmine. Ho proposto anche uno scambio di almeno un mese. Dopo il giropizza, il girobimbi. Ma non ha funzionato purtroppo. Lo scambio è sempre valido eh, il primo che vuole due ostrogoti da gestire per un mese glieli mollo volentieri…

Che poi, per inciso, io sono favorevole ai ristoranti dove i bambini non possono entrare. Magari senza mettere il cartello fuori tipo cani, ma che te lo facciano capire in altro modo sì. Perché andare al ristorante con quegli scalmanati è un disastro. Soprattutto se con noi ci sono altri bambini (maschi) oltre al gnappo e The Second. Miscela esplosiva. Vergogna alle stelle. Soprattutto verso chi ha il sacrosanto diritto di starsene in pace senza vedere (e sentire) dei nani scorrazzanti intorno.

no kids

Tornando ai gnappi, è bello vederli cresce insieme. Sentire il gnappo che dice al fratello: “Tu sei mio amico?”. E l’altro che in tutta risposta gli molla cinque ditina in faccia, ma con simpatia. Sono uno attaccato all’altro ed entrambi gelosi di me e di Anna. Paradossalmente il più geloso è The Second che vuol tutte le attenzioni per sè. Anche se lui sembra più geloso della mamma (che se fa le coccole al fratellone in sua presenza subito si infila in mezzo), mentre il gnappo di me (che se do qualche bacino al nanerottolo sotto al collo, mi guarda con la coda dell’occhio, non dice niente, ma si vede che un po’ ci rimane male).

La tenerezza infinita che mi fa il gnappo quando alla sera, con The Second che è già a dormire, finalmente si gode un po’ di pace e vuole parlare con noi due. E fa di tutto per raccontarci le sue cose in santa pace, con le nostre attenzioni tutte per lui, facendo di tutto per prolungare qual momento magico prima di andare anche lui a letto.

Ognuno poi ha le sue fisse. The Second è in scimmia con la pulizia. Impazzisce per le scope, il mocho, lo swiffer, tutto ciò che ha un bastone e serve a pulire. Ma anche stracci vari che usa come un vero uomo delle pulizie per togliere la polvere, spostando oggetti vari per compiere al meglio la sua missione. Quando c’è una scopa nei paraggi lui ci si fionda per prenderla in mano e iniziare a pulire. Avrà preso dal suo bisononno forse, che anche lui ha sempre una ramazza in mano. Spero che la passione non gli passi, perché appena è un po’ più grande io gli faccio pulire tutta casa visto che gli piace così tanto.

Il gnappo invece ha una fissa per tutto. Questo non mi piace, quell’altro non mi piace… Il cartone che fino a un mese fa mi piaceva adesso mi fa paura… Voglio il toast al ristorante e se il toast non c’è mi viene il magone… Mi voglio mettere le scarpe da solo e tu non mi puoi aiutare… Per ogni cosa c’è una fissa. Così come ci sono sempre i suo epici stand by. Con lo sguardo perso nel vuoto a pensare chissà che cosa (uguale a me praticamente).

Domenica mattina li guardavo. Uno seduto sul divano, in pigiama, a pancia in su a fissare il soffitto. L’altro, in bagno, a spostare cose con una scopa in mano per pulire il pavimento. Uno con lo sguardo di chi sa il fatto suo (e sa come ottenerlo) anche sbuffando e facendo lo gnorri se lo sgridi, e l’altro con lo sguardo dolce, tranne le tante volte in cui sclera e diventa nervoso come pochi. Oppure quando fa lo scemo dicendo all’infinito le sue parolacce di adesso: “cacca”, “cacca molle”, “pipì”, “schifezza”, “cacca-pussa”. Dette in tutte le salse e usate come risposta a qualsiasi domanda. Perché in quella testa c’è tanto spazio per quel neurone che gira come la particella di sodio dell’acqua Lete.

Ma sono belli. Belli e basta. E, a modo loro, anche bravi. Quando dormono forse. Però simpatici. Fratelli diversi, tremendi e adorabili, come solo loro riescono ad essere.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto