A casa ho due maschi. Che come somma modalità di espressione del loro intelletto ruttano.
Noi ci proviamo a dirgli che non sta bene. Che se si abituano a farli in casa, poi li faranno anche fuori e le solite cose che i genitori devono dire insomma.
Che mica siamo in India dove il rutto è considerato un segno di rispetto per aver apprezzato la buona tavola.
Che mica siamo a casa Fantozzi dove ci può essere il rutto libero.
Anna si arrabbia molto più di me perché a lei danno fastidio e adesso io devo stare molto più attento a farmene scappare qualcuno.
Solo che per loro il rutto è una forma di espressione. Si divertono proprio.
Uno rutta e l’altro ride. E via così.
A volte ormai facciamo finta i niente per non dargli soddisfazione.
(E menomale che il gnappo ha smesso di provocarseli a forza questi rutti perché stava diventando un tic piuttosto fastidioso).
Ma quello con la voce più tonante è The Second. Fa dei rutti davvero spaventosi per essere così piccolo.
Rutti da camionista all’Oktoberfest.
Poi accendi la tv.
Metti un cartone qualsiasi.
E tutti ruttano.
È un rutto continuo nei cartoni animati, fateci caso.
Nell’ultimo che abbiamo visto, Ralph spacca Internet, Ralph rutta potente.
Ma in ogni cartone c’è un rutto, dalla Ricerca di Nemo a Peppa Pig, ma anche nei Floopaloo o nelle Tartarughe Ninja.
Sono talmente tanti i cartoni dove ruttano che adesso non me ne vengono altri in mente, ma basta farci caso.
Guardi i cartoni in tv e ogni tanto qualcuno fa un rutto. Non è solo Barney dei Simpson.
Un rutto continuo.
E i gnappi ovviamente ridono come non mai.
Perché non solo piace a loro, ma lo vedono e sentono fare in televisione.
Insomma, è una battaglia persa.