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Pensieri di un papà

Il casting, il dubbio, la scelta

 

casting numero okIl casting – Ieri ho fatto il primo casting televisivo della mia vita. Ancora non so come, ma grazie a questo blog sono stato contattato da una nota casa di produzione tv per partecipare a un docu-reality che sarà trasmesso prossimamente in uno dei primi sei canali del telecomando. Dopo una breve chiacchierata al telefono, ho dato l’ok per partecipare alla selezione nel ruolo di “opinionista”. E mi si è aperto un mondo, quello dei casting appunto.

Appena arrivato mi hanno fatto compilare dei moduli. Oltre alle generalità c’erano domande di ogni tipo. “Qual è la sorpresa più grande che potrebbe capitarti l’anno prossimo?”, “Ti ritieni una persona fortuna?”, “Cosa ti rende felice?” ecc. Poi mi hanno fatto un paio di foto (tipo quelle segnaletiche degli arrestati, davanti e di profilo), dato un adesivo con un numerino da appiccicarmi sul maglione e mi hanno fatto aspettare ai tavolini, davanti alle macchinette del caffè.

Mentre guardavo gli addetti ai lavori passare da un corridoio all’altro, ho scambiato due chiacchiere con una ragazza, più o meno della mia età, anche lei in attesa di fare il casting per lo stesso programma. Alta, mora, abbronzata, capelli lunghi come appena usciti dal parrucchiere, taccata, vestitino bianco e nero corto e smanicato. Gnocca, devo ammetterlo. Aveva fretta perché a mezzogiorno aveva un altro casting dall’altra parte di Milano e l’ho fatta passare avanti.

Dalle quattro parole che ci siamo scambiati, ho capito che il suo lavoro è fare casting, sperando di poter partecipare a qualche programma in tv. Il problema come sempre è farsi pagare. Difficilmente si riescono a portare a casa i soldi per il mutuo. Ma non si sa mai. Lei intanto era lì, nonostante la partecipazione al programma fosse gratuita. Suo marito però le ha dato l’aut aut: “O porti a casa qualcosa o non partecipi”. A casa hanno tre figli. All’apparenza non l’avrei mai detto. E invece stavo parlando con una yummy mummy.

Poi è arrivato il mio turno per il casting. Due ragazze gentilissime e simpatiche mi hanno fatto accomodare su una sedia, l’unica in luce in una grande stanza in penombra, davanti a una telecamera. Mi hanno dato un microfono e mi hanno fatto raccontare la storia della mia vita, a ruota libera. Mi hanno subito messo a mio agio facendomi anche un sacco di complimenti. Sono state molto carine.

“Non chiedetemi il ‘tallone da killer’…”, ho detto subito per rompere il ghiaccio. “Che bell’inizio!”, mi ha risposto una di loro, facendomi poi un sacco di complimenti su come ero vestito (le prime cose che avevo trovato nell’armadio, con un minimo di ton sur ton…), chiedendomi poi se mi affidavo a qualcuno per vestirmi (mi è capitato di andare in giro per giorni con un buco enorme sulla manica del maglione all’altezza del gomito di cui non mi ero accorto e che Anna neanche mi aveva fatto notare pensando lo sapessi…) ed elogiando la mia “normalità”.

Forse non le capita tutti i giorni di vedere uno che non si fa lampade, non è andato dal parrucchiere, non si è fatto la barba, con delle occhiaie da paura dopo essersi alzato più volte per i risvegli del gnappo. Chissà che tipo di fauna le si presenta… Impresa eccezionale essere normale, cantava Lucio Dalla.

Finito il “flusso di coscienza” sulla mia vita e dopo aver risposto a qualche loro domanda mi hanno fatto i complimenti. Mi hanno spiegato che il provino era andato bene, che andrei benissimo per il programma, che sarei uno di quelli che parlano di più, che compaiono spesso in video ecc. Ma io ancora ci devo pensare se partecipare o no.

magnolia studi redazione okLa scelta – Quella mail di contatto, quella successiva telefonata e il casting mi hanno un po’ destabilizzato. La domanda è: partecipare o no al programma? I problemi sono diversi. Prima di tutto il tempo. Si tratterebbe di un impegno full time per 4 o 5 giorni consecutivi di riprese. Io insieme ad altri 39 opinionisti a dare consigli su una storia di vita vera di una persona che sta vivendo un dubbio o che deve affrontare una grande scelta. L’idea mi piace, sarebbe divertente anche. Ma poi penso: vale la pena stare via da casa per cinque giorni, tornando solo la sera tardi, proprio mentre Anna sarà al nono mese di gravidanza, a pochi giorni dalla DPP (data presunta parto)? Ha senso chiedere altri giorni di permesso/ferie (oltre a quelli che avevo già pianificato di prendere prima di Natale, in vista dell’arrivo del nuovo nano? Il tutto, tra l’altro, a budget zero, solo per avere un po’ di quella “visibilità” che è diventata una sorta di stipendio moderno?

casting questionario okIl dubbio – E così mi assale il dubbio. Pensando anche a chi vorrebbe avere l’occasione di mettere il proprio faccione in tv. Perché non si sa mai. Da cosa nasce cosa. L’idea del programma, una sorta di esperimento di filosofia “del gruppo” mi piace. Potrebbe essere comunque un’esperienza. Tanto vale tentare… Potrebbe essere l’inizio di un qualcosa di nuovo, a cui, ancora non mi spiego come, questo blog “segreto” che tanto amo mi ha portato.

Ma se partecipassi poi come faccio a dirlo ad Anna? Le dovrei dire anche del blog? Lo scoprirebbero anche i miei amici e colleghi? Finirebbe questa emozionante avventura carbonara in cui da oltre tre anni do libero sfogo ai miei pensieri. Dalle seghe mentali alle avventure quotidiane, dal cazzeggio puro ai miei sogni nascosti, dagli alti e bassi della vita alla gioia e fatica dell’essere papà. Cosa succederebbe se davvero partecipassi al programma? Ha senso ed è giusto rubare altro tempo alla mia famiglia in un momento così delicato per Anna, giusto pochi giorni prima della nascita di The Second?

Così, come in una sorta di meta-televisione, il protagonista della scelta di vita sono proprio io, anche se lontano dalle telecamere. Dall’opinionista sulle scelte di vita altrui, alla mia di scelta, in prima persona, su cosa fare. O forse sono solo seghe mentali e basta… Ma devo parlarne con qualcuno per chiarirmi le idee. E qui posso farlo solo con voi.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto