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Pensieri di un papà

Il primo bacio e gli altri che dovrem(m)o darci

anniversario champagneE oggi sono nove. Nove anni dal nostro primo bacio. Da quella festa di Natale. Da quel primo limone in mezzo alla pista nella mia vecchia e amata casa in condivisione. L’anniversario che tu ti dimentichi sempre, ma che per me è il più importante di tutti. Prima ancora del matrimonio. Prima di quando ti ho chiesto di sposarmi (altra data che tu dimentichi sempre, ma sei fatta così). Ancora più della nascita dei gnappi. Almeno per me.

I primi anni festeggiavamo l’anniversario da soli. Io e te. Cena fuori. Poi, a casa, la solita bottiglia di champagne per festeggiare. Perché “per brindare a un incontro” il prosecco non basta. Ci vuole qualcosa di più. Champagne e fragole che, in pieno inverno, andavo a comprare anche se fuori stagione.

Una volta ci avevo abbinato anche la fonduta di cioccolato. Poi, un’altro anno se ben ricordo, non avevo trovato le fragole e avevo preso dell’ananas. Vabé.

Stasera le tue amiche hanno organizzato la cena degli auguri. E quindi rimanderemo i “festeggiamenti”. Ma ci sta. Sotto Natale è facile che la nostra ricorrenza venga fagocitata senza pietà da altri inviti. Avremmo dovuto fare una cena a casa di una di loro. Ma i suoi bimbi hanno preso lo squaràus. Abbiamo spostato tutto a casa nostra allora. Ma il gnappo proprio ieri si è fatto venire il vomito e oggi è stato a casa dall’asilo. Quindi facciamo così: vai tu a cena fuori con loro e io sto a casa coi nani. D’altronde te li smazzi sempre tu, quindi non mi posso lamentare, anzi. Le congiunzioni astrali remano contro si vede. Vorrà dire che festeggeremo un altro giorno, amen.

Io quella sera non la dimenticherò mai. E, se avessi una macchina del tempo, mi piacerebbe tornare a quella sera. A quel nostro primo bacio. A quella notte praticamente insonne, quando il giorno dopo sono andato al lavoro in modalità zombie. Stravolto ma felice. Ero talmente contento che in pausa pranzo ho scritto alcuni pensieri su un tovagliolo di carta. L’ho riletto ieri sera, prima che tu venissi a letto. L’ho conservato tra i ricordi più cari.

Ad ogni modo saremmo troppo stanchi per festeggiare. Ti ho spiata stamattina mentre in bagno ti mettevi le lenti a contatto. Eri catatonica. E io più o meno uguale. Non si può non dormire per così tanti giorni di fila. Tu soprattutto, che non ti concedi neanche i pisoli al pomeriggio della domenica. Che tiri troppo la corda: lavoro fuori e lavoro in casa, lavatrici, pavimenti, regali, cose da sistemare stanno prendendo un po’ il sopravvento. Sei troppo perfezionista secondo me. Se anche i gnappi vanno a scuola con una patacca chissenefrega.

Dobbiamo tenere duro comunque. Tanto i gnappi cresceranno fin troppo in fretta e andranno per conto loro. Proviamo a resistere, a farci trovare preparati, e insieme, quando succederà. L’anniversario lo festeggeremo un altro giorno. Magari quando saremo un po’ più freschi di oggi. Anche se la ricorrenza va ricordata, ci mancherebbe.

Ancora non so come mai quella sera sia andata così. Boh… Ad ogni modo è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata. Non bisogna mai abituarsi. Mai darla per scontato. Tenerla nel cuore. Sapere che senza quel primo bacio non saremmo qui. E tenerlo a mente quel bacio. Provare a darcene altri. Sostenerci a vicenda. E andare avanti. Adesso siamo stanchi, ok. E incasinati. Ma ce la possiamo fare. Con te, io ce la posso fare. Intanto, buon anniversario.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto