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Io lei e l'altro

Il teatro della tosse

tosseNon gli passa più. La tosse intendo. Ce l’ha ormai da 15 giorni e questa maledetta non se ne vuole andare via. Di solito arriva a raffiche. Che durano anche mezz’ora. Povero gnappo, mi fanno male i polmoni e la cassa toracica per lui. I picchi sono alla mattina, dopo il pisolo e di notte. Forse per il cambio di posizione da sdraiato a in piedi. Boh. Sta di fatto che tossisce peggio di un fumatore incallito.

Maledetto inverno. E’ iniziato tutto con un raffreddorino. Poi il muco sarà sceso verso i bronchi e adesso è lì, che balla tra naso e gola. E lo tormenta. Il brutto è che non è neanche una tosse katarrosa. E’ secca, la stronza. E ogni rimedio per ora non ha avuto granché effetto. Aerosol, sciroppi vari omeopatici, rimedi della nonna tipo latte e miele, camomilla e miele. Macché.

Anche stanotte alle 2 è iniziato il supplizio. Per una mezz’ora. Coff coff, coff… coff. Tanta, troppa. So quanto sia fastidiosa la tosse quando non ti lascia dormire. E’ un tormento. E il brutto è che se un adulto almeno può prendere qualcosa (caramella, gocce o altro), il gnappo di notte non vuole prendere niente. Ci abbiamo provato in tutti i modi. Lui chiude la bocca, ti allontana le mani e piange infastidito.

Unica nota positiva è che non ha febbre. Almeno quello. Però se ‘sta tosse non passa dovremo richiamare la pediatra e vedere se è il caso di dargli qualcosa di più strong. Vacca miseria.

Da un po’ di giorni di notte mi arrabbio sempre. Prima di tutto perché il gnappo si sveglia per colpa della tosse e non posso prendermela con nessuno. E’ frustrante. E’ brutto avere le balle girate, ma non avere qualcuno con cui prendersela. Me la prendo inutilmente con me stesso quindi (e un po’ con Anna) perché sta tosse gli è venuta e non gli passa. E poi mi arrabbio perché il gnappo di notte non mi vuole più.

In casa sono io quello che si alza di notte per il 90% delle volte. Ho il sonno leggero, mentre la mia dolce metà ce l’ha pesante (o fa finta di non sentire, chissà…). E finora, un po’ con l’acqua, un po’ con le carezzine, o con l’infilaggio del ciuccio all’occorrenza, sono quasi sempre riuscito a far smettere di piangere il nano nei suoi n-risvegli notturni. Adesso no. Se vado dì là e lo accarezzo lui è infastidito. Si incazza, mi manda via le mani. L’unica che riesce a metterlo tranquillo è la sua mamma. E’ nella fase mamma, io vengo usato solo per giocare. Lo pòssino…

Poi alla mattina, dopo che Anna, l’ha messo nel lettone, nonostante i miei mugugni, dopo l’ennesimo risveglio all’alba di domenica, lui mi chiama sussurrando: “Pa paa”. Alle 8. Quando io avrò chiuso occhio si e no alle 3. Così dopo l’incazzatura, mi viene anche da ridere. Tutta la notte a mandarmi via e la mattina mi chiami. Cosa non ti farei…

Di Fede

Blog di un papà imperfetto