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Pensieri di un papà

Io e la musica, forse è meglio darsi all’ippica

tromba subitoA me la musica piace. Ma va? Ancora devo trovare quello che dice “a me la musica non piace”. E’ un po’ come dirsi favorevoli alla pace nel mondo. Però non sono uno fissato con la musica. Non ho un cantante o genere preferito, non ho un iPod o uno smartphone da attaccare alle orecchie, giro pochissimo in macchina e quindi la radio non la ascolto tanto. Anche in casa, sono troppo poche le volte in cui accendo lo stereo.

Se proprio devo, nonostante i cd e gli infiniti elenchi di mp3 su chiavetta non mi manchino, in casa accendo la radio. E al gnappo piace. Si capisce perché dondola e gongola. Certo, non è come le figlie di alcuni miei colleghi che già a 18 mesi si muovono come le veline, ma almeno un po’ di movimento lo fa. E ride.

Ammetto che nella sua educazione musicale non sono un bravo papà. Non gliel’ho quasi mai fatta ascoltare quando era nella pancia. Ecco, se a scuola lo bocceranno forse sarà perché non gli ho dato la sua dose di Mozart nei primi nove mesi. Ci ho provato una volta durante la gravidanza, ma dopo il primo tentativo ho abbandonato. Anna mica poteva passare le mezz’ore ferma vicina allo stereo. Ho scoperto mesi dopo che c’erano gli auricolari per far sentire la musica al nano nella pancia. Se l’avessi saputo, non credo li avrei comprati.

Quando il gnappo è nato, ci ho provato all’inizio a fargli sentire un po’ di musica. Attaccavo il lettore mp3 alla sua sdraietta, dotata di casse interne. Dopo un paio di tentativi, anche qui ho abbandonato. A lui sembrava non fregasse niente, e io non sapevo mai che canzoni sarebbero state adatte. Ho provato a mettergli un po’ di tutto, pop tranquillo in particolare, ma poi la pigrizia ha preso il sopravvento.

Adesso la radio in casa ogni tanto l’accendo, con musica tunza che passa Disco Radio, mentre lui continua a giocare per conto suo e io. Come cd non so mai cosa mettere. Non ho un genere preferito, mi piace tutto, ma non mi metto sul divano fermo in religioso silenzio per ascoltare. Se ho una mezz’ora libera preferisco leggere e con la musica in sottofondo non ci riesco.

Anni fa mi ero messo a suonare la chitarra. In casa ne ho una elettrica e una folk. Nel 2000 mi ero appassionato e mi ero scaricato un po’ di accordi per suonare le classiche canzoni da falò. Ovviamente il fine ultimo era suonare davvero a quei falò, dove, di solito, chi suona la chitarra dovrebbe essere quello che rimorchia alla grande. Limone duro sulla spiaggia, sotto la luna, magari dopo aver intonato “Quella sua maglietta finaaaa…”. Bello, ma io non ho mai suonato a un falò. Per rifarmi, quando sarà ora, insegnerò al gnappo a farlo: sia a suonare che a fare un falò. Basta che non me lo faccia in casa preso da istinto piromane.

L’altro giorno mi sono scaricato gli accordi di Goodbye Kiss dei Kasabian da suonare con la chitarra. L’avevo ascoltata sabato e mi son detto: “Cià, perché non tolgo un po’ di polvere dallo strumento e mi rimetto a strimpellare?”. E così ho fatto. In camera del gnappo, con lui davanti che mi guardava incuriosito. Poi gliel’ho messa per terra per fargli toccare le corde. Ha allungato la manina e le ha pizzicate. Però non era convinto. Quando la spostavo e gliela mettevo più vicino era impaurito. Si girava si schiena e quasi voleva piangere davanti a quello strano aggeggio che emetteva suoni. Forse era troppo grande per lui. O aveva una forma strana. Forse pensava che fosse un mitra. Ma se non sa neanche cos’è un mitra! Più probabile fosse un segnale per dirmi di smettere di suonare. So solo gli accordi base, sono un po’ una pippa nello strimpello.

Invidio un po’ i papà musicofili. Quelli che hanno una passione da trasmettere ai figli. Quelli che suonano bene uno strumento. Quelli che hanno tutta la collezione di dischi in vinile dagli anni ’30 agli anni ’90. Forse non è mai troppo tardi: anch’io potrei trovare dei soci e mettermi a suonare in un gruppo. O fare un corso per imparare un nuovo strumento. Tipo “chitarra subito”, o perché no, anche “tromba subito!”. Chissà se funziona.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto