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Pensieri di un papà

Io e mia sorella

io e mia sorellaIeri è venuta a stare da me mia sorella. Era di passaggio a Milano. Non ho mai avuto purtroppo un gran rapporto con lei. Saranno i 6 anni di differenza (io volevo un fratellino e da quando ho saputo che era una sorellina non le ho mai dato vita facile), oppure che abbiamo caratteri molto diversi, ma per quasi tutta la vita, ci siamo più o meno ignorati a vicenda. Questo mi dispiace. Perché d’altronde è l’unica sorella che ho e poi è una bella persona. Da piccoli e da adolescente la tormentavo non poco, insultandola anche. Poi, da quando sono uscito di casa per farmi la mia vita, ci sentiamo abbastanza poco.

Forse il nostro rapporto è migliorato negli ultimi anni. Un messaggino ogni tanto, una mail. Soprattutto da quando è nato il gnappo. Da brava zia si informa e non vede l’ora di stare con lui, anche se scelte di vita l’hanno portata a vivere all’estero, prima in Francia, e ora, da tre anni, a Berlino. Entrambi sappiamo che uno può contare sull’altro. E questo mi sembra già buono. Ogni tanto, se capita, litighiamo ancora. Mi sono accorto che è più facile andare d’accordo con estranei piuttosto che con i fratelli che hanno condiviso con te tutta la vita. E questo un po’ mi dispiace.

Ieri è venuta a dormire a casa e abbiamo parlato del più e del meno. Dei genitori, del lavoro. Due parole, visto che non essendoci parlati davvero per tanto tempo, viene difficile trovare cose da dirsi. Poi io con lei tendo a chiudermi e ad essere scontroso, e la cosa non aiuta. Strano. Con gli altri sono la persona più aperta di questo mondo. Solo con lei (e con i miei genitori) divento un muro. Invidio un po’ chi riesce ad avere un bel rapporto con genitori e fratelli. Io finora, anche se voglio loro un mondo di bene, non ci sono riuscito fino in fondo. E’ più una mia sensazione di fastidio nei loro confronti, perché comunque ci vogliamo bene e, nei limiti delle dinamiche familiari, andiamo d’accordo.

Mia sorella ha un problema. Di peso. E’ sempre stata una bambina in carne. E io, da piccoli (e anche da un po’ più cresciuti), la prendevo in giro. Erano cattiverie inutili. Ma di aver fatto certi errori ci si rende conto solo col tempo purtroppo. La vita all’estero non l’aiuta con il cibo. E neanche il fatto di vivere con dei coinquilini con cui non va d’accordo. Le ho detto di cambiare casa, ma non c’è ancora riuscita. Si era messa a dieta un paio d’anni fa. Perdendo 8 chili. Dopo averli ripresi, ne ha aggiunti altri 12. So che adesso non si piace e vorrei aiutarla.

Ho provato a darle qualche consiglio. Le ho detto di rimettersi a dieta, di provare ad avere orari più regolari. Di eliminare l’alcol, di andare a correre. Ma so anche che certe cose devono venire da te e non c’è nessun consiglio, anche il migliore, che possa funzionare se non sei tu a volerlo. Lei è la prima a non piacersi ovviamente e questo mi dispiace. Ora che è in Italia per le vacanze, lo stare in casa coi miei non l’aiuta. Mia mamma (che ha più un carattere come il mio) le sta addosso e le dice continuamente di fare movimento. Anche con parole non proprio eleganti. Come se fosse solo quello. Lei di natura è pigra e questo non aiuta. Così, nelle sue vacanze, finisce per litigare con mia mamma, peggiorando la situazione. Perfetto.

Io, che da suo peggior nemico vorrei diventare un vero fratello, oltre alle cose ovvie (tipo quelli in tv che dicono di mangiare frutta e verdura d’estate e bere tanta acqua) non saprei bene cosa consigliarle. Non so come darle una mano. Spero solo che trovi lei il modo di stare bene. Perché, al di là del peso, prima di tutto, si deve essere felici nella testa. Poi da lì viene il resto. Non è facile trovare la propria dimensione. A volte serve anche un po’ di fortuna. E’ un equilibrio delicato. E so cosa vuol dire non averlo. Per questo mi piacerebbe aiutare gli altri, a cominciare dai più vicini, ad essere felici. Ma capire come non è semplice.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto