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Cose di casa

La mia nuova porta blindata

E’ stato più facile fare un rogito che comprare una porta blindata. A parte la scelta (categoria 2 o 3? serratura europea o afro-siculo-cubana? boh…) la trafila per l’acquisto nel grande magazzino di bricolage dall’insegna verde è stata dura.

Questa volta sono andato da solo, per ottimizzare i tempi e rendermi un po’ utile. In reparto mi faccio spiegare se il modello visto su internet è valido. Tanto so già che i ladri le sanno aprire tutte e che la porta blindata serve solo a dare una “parvenza” di sicurezza.

Comunque, dopo lunghe discussioni con Anna, scelgo la Record. “E’ in tanganika ed è l’unico colore disponibile”, mi dice il commesso. “Tu, caro addetto alle porte blindate, pensi che io sappia che colore è tanganika?”,volevo dirgli. “Va bene tanganika”, ho invece risposto, facendomi spiegare poi, per scrupolo, le caratteristiche della porta che lui è andato a leggere sul sito internet. Grazie per l’aiuto, io non ci sarei mai arrivato.

Così mi fa l’ordine e mi dice di andare vicino alle casse, nello “spazio cortesia”. Lì trovo la classica commessa “macchinetta” che ormai parla come un libretto di istruzioni visto che avrà ripetuto quelle cose milioni di volte. Capisco la monotonia del lavoro, ma essere trattato come un rincoglionito (nonostante io lo sia) mi dà sempre un po’ fastidio.

Comunque, mi spiega che devo lasciare 10 euro di acconto. Poi fare il bonifico a metà aprile e quando la porta sarà arrivata andarla a ritirare da loro. Fin qui tutto bene. Per avere la detrazione al 36% devo fare un “bonifico con ritenuta” e spedirgli via fax il numero di Cro. “Cos’è il bonifico con ritenuta?”, le chiedo, visto che è la prima volta che lo sento. Lei mi risponde così: “E’ un bonifico… con ritenuta d’acconto”. Ah, ecco. Mi pareva… Altra domanda: “Ma non c’è un indirizzo mail dove mandare il Cro, sa via fax è un po’ più macchinoso”. “Mah, via fax è molto meglio e poi arriva subito, è il metodo più sicuro”. Mio sguardo perplesso. “Ok, provo a sentire se c’è una mail…”, mi asseconda. Grazie per la preziosa collaborazione.

Il problema è il trasporto. Non so quanto pesi una porta blindata. Ma il trasporto non lo ordino dalla simpatica signorina, ma devo andare nello spazio apposito a fare l’ordine di trasporto e poi tornare da lei.

Prima guardo le fasce di prezzo per la distanza di trasporto che vanno “a zona”. C’è una piantina di Milano e tante strisce di colore diverso che delimitano zone concentriche. Ma non a cerchio. Così, a cazzo di cane. La mia nuova casa è esattamente fuori di un soffio dal cerchio del semicentro di Milano. Praticamente portarla a casa mia e a Pavia costa uguale. Sui 50 euro.

Per principio mi intestardisco e voglio capire se la potrò portare io da solo in macchina. Al bancone “consegne” c’è un tipo super massiccio coi rasta che carica e scarica bancali come nulla fosse. Sembra Rambo. “Ma, secondo te – gli faccio la domanda da 1 mln di dollari – in due ce la facciamo a portare una porta blindata su una station wagon?”. “Vai tranquillo – replica – basta metterla sul portapacchi, peserà sui 50 kg”.

Torno dalla commessa-macchinetta. “Ha fatto l’ordine del trasporto?”, mi dice. “No facciamo senza”. Nel frattempo mi propone di fare la Carta Idea che dà diritto al 5% di sconto per il primo acquisto. Ma l’addetta non c’è alla Carta Idea non c’è. “Grazie, la faccio la prossima volta”.

Morale. Ci ho messo un’ora per comprare una porta blindata color tanganika da 576 euro che tanto i ladri prima o poi apriranno, senza sconto del 5% Carta Idea, da pagare con un bonifico con ritenuta d’acconto che non riuscirò a detrarre al 36% e andarla a prendere con mio padre, sperando di non rimanere entrambi schiacciati sotto. E per fortuna che almeno non devo mandare il fax.