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Pensieri di un papà

Manca poco che ce vo’

pancia gravidanzaDevo dire che a ‘sto giro la gravidanza non me la sono proprio filata. Se la prima volta ero più coinvolto con il corso preparto, le evoluzioni della pancia, il massaggio perineale (ah, il massaggio perineale), questa volta ho fatto quasi come se Anna non fosse incinta. Anzi, tranne quando l’occhio mi cade sulla sua pancia, mi sembra quasi che non sia incinta.

Ho provato a dirle di non fare sforzi, ma niente. Il gnappo lo prende sempre in braccio e ogni tanto va anche a fare la spesa portandosi le borse. Per fortuna finora è andato tutto bene e non ci sono stati intoppi. In scooter invece non ci siamo più andati. Almeno nell’ultimo periodo.

Anche The Second non lo sto proprio considerando. Ogni tanto metto la mano sulla pancia per sentire se è vivo e lotta insieme a noi (e lui prontamente dà un bel calcione), ma finora gli ho parlato pochissimo. Sicuramente non riconoscerà la mia voce una volta che sarà uscito dal pertugio. Saprà però benissimo però chi è suo fratello visto che in questi nove mesi lui gli ha urlato nelle orecchie non poco.

Non l’ha fatto apposta ma tra urla, pianti, strepiti e frasi a voce alta, deve avergli rottole scatole a livelli abbastanza alti per un microbimbo dentro la placenta. Tra l’altro giusto giusto ad altezza orecchie, visto che Momo gli arriva giusto ad altezza pancia.

Comunque manca poco. Siamo al rush finale. Vedremo se anticiperà o ritarderà. Speriamo non anticipi di tanto perché abbiamo ancora un bel po’ di cose da fare. Ma neanche che ci metta troppo a saltare fuori, perché se fosse un gigante farebbe fatica a uscire dalla gnappa. E va bè che poi l’episiotomia non lascia tracce (non è vero, io la mini cicatrice so esattamente dov’è…) ma mica può nascere di 4 kg e 2 come la madre. Eh.

Ma venga fuori un po’ quando ha voglia lui, che tanto noi non saremo comunque pronti. Non lo saremo così come non lo siamo stati per l’arrivo di Momo. Ma in qualche modo, in questi tre anni scarsi, ce l’abbiamo fatta, anche se ancora non so come.

Sarà che adesso abbiamo più “l’occhio”, ma io mi sento ancora una volta impreparato all’arrivo, e sto vivendo il tutto con molto meno coinvolgimento rispetto alla prima volta. Ma credo sia normale.

Fuori c’è il gnappo che reclama tante attenzioni e sarebbe sbagliato non dargliele. The Second invece se ne sta lì nella pancia, con sempre meno spazio e faremo i conti con lui quando lo vedremo in faccia. Anzi, sarà lui a fare i conti con noi, visto che potrebbe vendicarsi per questa mancanza di considerazione degli ultimi nove mesi facendocene di tutti i colori.

Potrebbe farsi venire le coliche, tenerci svegli ancora più del gnappo, poppare a richiesta ogni mezz’ora, staccare i capezzoli ad Anna dopo averglieli segnati con profonde ragadi circolari, fare montagne di cacca acida pestilenziale più volte al giorno, spaccare i timpani con i suoi pianti a noi e ai vicini.

E poi ci sarà Momo da gestire, la sua fase regressiva, perché anche lui vorrà essere cullato, considerato, coccolato così come “-ino”. Ce ne potrebbe far passare di cotte e di crude. L’importante sarà tenere duro, tenere la barra a dritta, non sbroccare (e non sarà facile…), superare la boa di Natale (scoglio insidiosissimo) e navigare a vista fin verso la primavera.

Saranno mesi tosti, tostissimi, ma è difficile prevedere come saranno. Magari potrebbe anche andarci di culo e avere un nuovo nano che mangia e dorme. Di quei bimbi mitologici (figli di amici e colleghi) che fin dal primo mese dormono 7 ore filate da mezzanotte in poi. Certo certo. Come no.

Non siamo pronti e mai lo saremo. Ribadisco. Ma in qualche modo faremo. O almeno ci proveremo. Speriamo…

Ps. In questo post volevo scrivere un resoconto della lezione sulla sessualità in gravidanza del corso preparto a cui sono andato qualche giorno fa. Ma come sempre i pensieri hanno preso il sopravvento. Sarà per il prossimo giro.