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Pensieri di un papà

Piacenza, penso a quel papà

logo-luttoE’ tutt’oggi che ci penso. A quel papà che ha dimenticato in auto il figlio di due anni. Alla tremenda fine del piccolo legato al suo seggiolino in un forno di lamiere a più di 60 gradi. E penso anche a quella famiglia. A lui che, mettendosi al volante, non è andato in direzione dell’asilo, ma è andato al lavoro. E per otto interminabili ore non si è ricordato chi aveva dimenticato in macchina.

Penso ai suoi sensi di colpa che non lo abbandoneranno per tutta la vita. Se ancora vita si può chiamare quella che gli sta davanti. A lui e alla mamma. Anche la loro vita è finita in quella macchina parcheggiata. Ora dovranno trovare la forza per andare avanti. Perdonare quell’imperdonabile distrazione. Magari sarebbe bastata una telefonata verso le 11: “Tutto bene? L’hai portato all’asilo?”. O una mail. E invece è andata a finire così. Nessuna scusa per il gesto del papà. Ma non ce la faccio a condannarlo come ho sentito fare ad alcuni miei colleghi, convinti che, a loro, una cosa del genere non sarebbe mai potuta succedere e non succederà mai. Io semplicemente non lo so. Spero solo che non mi capiti mai. Né a me né a nessuno. So che le distrazioni e le disattenzioni sono dietro l’angolo e che a volte basta un attimo.

Penso a quel papà. Che adesso è sedato in ospedale e che non riuscirà mai a perdonarsi per quello che ha fatto. E penso alla mamma. Al suo dolore infinito. A come potrà riuscire ancora a guardare negli occhi suo marito. Poi penso che nel 2013 potrebbero inventare un sistema per ricordarsi dei bimbi in auto. Ma penso anche che l’unico sistema di sicurezza siamo noi e la nostra attenzione. Che a volte si abbassa perché siamo stanchi, presi da mille pensieri, stressati dal lavoro o perché abbiamo dormito poco. Ma che è fondamentale e indispensabile per la nostra vita e per quella degli altri. Soprattutto quella delle persone che amiamo. E non può mai mancare.

E penso a quel piccolo e bellissimo bambino volato in cielo. Che ieri mattina doveva andare all’asilo a giocare con i suoi amici. E che ora sta giocando con gli angeli in paradiso.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto