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Quando meno te l’aspetti… è un maschio!!!

Lunedì abbiamo fatto la famigerata ecografia morfologica. Centro medico privato in via Monterosa a Milano. Attesa di mezz’ora rispetto all’orario dell’appuntamento, neanche troppo. Io in sala d’aspetto dal medico sono sempre nervoso, come se dovessi fare io l’esame. Per giunta in quelle situazioni di imbarazzo, dove vedi altre mamme panciute e papà in visibilio ad accarezzare amorevoli l’ombelico della companga, mi trasformo in un mix tra Carlo Verdone e Alberto Sordi ne Il medico della mutua. Ossia faccio il coglione, come al solito.

Scena: entriamo nel superfigo centro medico con la sala d’aspetto costituita dal desk della reception e da 5 divanetti verde bottiglia rigorosamente da due. Ma sedie singole no? Divanetti un po’ più grandi? No, ovviamente i divanetti per due culi erano occupati da donne incinte in attesa di visita e fidanzati, mariti, compagni al seguito, totalmente spaesati e impacciati. Esattamente come ero io.

Insieme a noi in sala d’aspetto c’erano quattro coppie. Nell’ordine: 1) una tipa gnocca mora con sandali sui 35 (ok era incinta anche lei, ma ormai sto diventando quasi un “fan” del genere pregnant, sigh.) con marito in giacca e cravatta prelevato evidentemente direttamente dal lavoro con la minaccia di divorzio o di non riconoscimento del futuro figlio. 2) una coppia di rincoglioniti un po’ più giovani, entrambi in mocassini car shoes e polo ralph lauren, con lui che non smetteva di accarezzare la pancia di lei e di sussurrarle parole dolci all’orecchio. 3) una coppia di vecchi sui 75 anni che sinceramente ancora non ho capito perché si trovassero in un centro per ecografie per donne incinte. 4) un’altra coppia senza infamia e senza lode. Insomma, sembravano quasi normali. 5) Noi.

Io in evidente stato di stupidità acuta entro salutando tutti e mettendo in imbarazzo Anna (come succede sempre d’altronde). Da seduti studio le altre coppie non risparmiando commenti a voce alta. Prendo un bicchiere d’acqua dalla classica boccia-da-ufficio. Nel mentre, chiedendole se l’acqua la vuole fredda (levetta blu) o ambiente (levetta bianca) o mix delle due, il bicchiere si riempie fino all’orlo e ne rovescio un bel po’ per terra oltre che addosso.

La ginecologa arriva tranquilla, abbronzata, in infradito e dopo aver visitato la coppia prima di noi (quella insignificante) ci chiama dentro. Siamo pronti per la famosa l’ecografia morfologica. Anna si mette sul lettino, io ai piedi del lettino seduto e la ginecologa ai comandi di una plancia video tipo Enterprise. Spruzza il gel trasparente sulla pancia e inizia l’esplorazione.

Ora: anche se ho detto di capire tutto quello che mi faceva vedere sul video, in realtà mi ci è voluta tanta, ma tanta fantasia. Ho però riconosciuto bene il cuore che pompava a velocità bella alta, i piedi (che per fortuna ci sono entrambi anche se uno era nascosto), le manine (rigorosamente in bocca) e il profilo che mi è sembrato tipo quello di Alien (speriamo migliori). Per il resto delle gran macchie indistinte che la ginecologa interpretava come femori, omeri, reni, vesciche ecc. Ho imparato anche che i feti fanno la pipì nel liquido amniotico, ma che comunque è molto diluita e non se la bevono.

Ma la cosa più importante, il sesso, quello alla ginecologa è apparso subito chiaro (a me un po’ meno, ma comunque mi fido). “E’ un maschietto”, ha detto sicura. La mia reazione è stata a dir poco euforica: inizio a fare la hola più volte alzandomi dalla sedia con esultanza da stadio, ballo tipo “walk like an egyptian”, simulo il classico “gesto osceno” dei balli latinoamericani (quello della Colita per intenderci) e da quell’istante il sorriso stampato in fronte ancora non ne è andato. Ora i miei colleghi “papà perfetti” mi stanno paventando tutti i lati negativi possibili (il maschio è ingestibile, sarà un mammone, ti odierà, sarà gay ecc.). Seeeeeeee! Io li lascio parlare e non smetto di ridermela sotto i baffi: loro infatti hanno tutte femmine.

Direi che questo video è quello che meglio rappresenta il mio stato d’animo.