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Libri

Le avventure del pesce scoreggione

CopertinaQuest’estate quando era al mare coi nonni e il gnappo, Anna ha trovato un libro su un pesce di nome Giacomino. Per caso abbiamo poi scoperto che “Giacomino” è il protagonista di un sacco di fiabe e libri per bambini. C’è Giacomino e il fagiolo magico, Giacomino e le ghiande, Le avventure di Giacomino e tanti altri.

Ma c’è anche, manco a farlo apposta, Giacomino aspetta un fratellino e Giacomino e la nuova arrivata, e tanti altri libri che hanno come protagonista un omonimo. Il motivo del perché si chiamino tutti Giacomino mi è ignoto.

La cui storia del pesce invece è la seguente…

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Io lei e l'altro

I micro bulli da parchetto e il gnappo punching ball

signora dumboIeri per la prima volta mi sono sentito come la signora Jumbo quando le prendono in giro il piccolo elefantino. Non mi reputo un papà ansioso (almeno non eccessivamente) né tantomeno iperprotettivo. Ma quando vedo che gli altri bambini picchiano (senza motivo) il gnappo, mi va il sangue al cervello.

Scena: parchetto, esterno pomeriggio.

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Pensieri di un papà

Inglese per i bambini, a che età e come cominciare?

inglese per i bambiniPistolando svogliatamente sul telecomando, una sera a casa da solo, mi sono fermato su Rai5 a guardare lo spettacolo di John Peter  Sloan, I’m not a Penguin. Tra le tante battute della stand-up comedy (sane risate nel vedere con gli occhi degli altri i nostri strani tic italiani) parlava anche dei bambini e l’inglese.

Perché gli italiani parlano poco (e male) l’inglese? Secondo il prof-attore è perché iniziano ad ascoltarlo troppo tardi. In Olanda ad esempio (ma non solo in Olanda, anche in altri Paesi del nord Europa), i film in tv passano in lingua originale. E i bambini, anche quelli che ancora non parlano, lo apprendono più facilmente. La sua teoria è che l’inglese va insegnato il prima possibile ai piccoli, prima (o durante) la formazione del linguaggio. Bisogna farglielo ascoltare presto, nei primi anni di vita. A sei anni è già tardi.

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Io lei e l'altro

Romagna family friendly, le nostre vacanze 2014

gioco spiaggia papà figlioAlla fine l’abbiamo sfangata anche quest’anno. A parte la mammite del gnappo in crescita, tre mezze giornate di pioggia, e una pancia (la mia, non quella di Anna) che sembra quella di Bud Spencer, le nostre vacanze 2014 sono andate bene.

Io parto sempre un po’ prevenuto, rogno un po’ all’inizio, ma poi alla fine mi diverto. Anche se comunque il ritorno alla routine non mi pesa più di tanto. In fondo vivo in vacanza da una vita, come cantava Irene Grandi.

Quest’anno la destinazione balneare è ricaduta su Gabicce Mare. Hotel un po’ sgrauso ma dove si mangia bene. Pensione completa, lettini e ombrellone inclusi. Spiaggia a due passi. Clima fresco, mare dell’Adriatico (non come quello delle Maldive, ma ce lo facciamo bastare), un sacco di giochi e attività per i bambini.

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Provato per noi

L’acquario civico di Milano, orari e pesci

acquario civico milano peschiDa quando ho visto Nemo il mio sguardo sui pesci in acquario non è più lo stesso di prima. Però non troppo lontano da casa nostra c’è l’Acquario civico di Milano e mi faceva brutto non portaci il gnappo. Il problema sono gli orari. E’ aperto fino alle 17.30 e per riuscire ad arrivare in tempo mi ci dovevo fiondare subito dopo aver ritirato il nanetto all’asilo.

Ovviamente andando in bici, giusto per non beccare la multa da ZTL e impazzire per il parcheggio.

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Pensieri di un papà

Timidezza, bambini timidi che diventano grandi

timidezzaDa piccolo ero un bambino timido. Poi, col tempo, la timidezza è andata via. Secondo me è un bene, perché in certi casi può essere un ostacolo per la vita sociale. Mi era rimasta solo negli approcci con l’altro sesso, ma credo sia normale. Per il resto, chi mi conosce sa che posso anche dar sfoggio di una faccia tosta non comune. Quando devo dire una cosa a qualcuno la dico, senza farmi troppi problemi.

La timidezza è stata una mia fedele compagna per tanti anni. Adesso mi capita di trovarla anche nel gnappo quando non è a suo agio. E’ normale. Quando è a casa e con i suoi amici si scatena. Quando è con qualcuno che non conosce inizia a fare il bambino-cozza, mi si attacca alla gamba e vuole essere preso in braccio.

Ieri ho avuto un déjà vu. Eravamo al parco con un’amica che non vedevo da anni e suo figlio di un anno più grande del nano. Li abbiamo presentati e speravamo che giocassero un po’ insieme, ma senza successo. Il gnappo si è chiuso a riccio, mi è venuto vicino e non ha spiaccicato parola né fatto i suoi soliti sorrisi. Voleva solo stare in braccio.

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Pensieri di un papà

Le tecniche per non insegnare le parolacce a mio figlio

orcaIo quando parlo dico le parolacce. Non tantissime, ma quando le dico non ci penso neanche più ormai. Mi scappano e basta. Ogni tanto un “figa”, da milanese acquisito e imbruttito, ogni tanto mi scappa. Ma capita di citare anche la controparte maschile spesso e volentieri. Compresi tutti i suoi composti: incazzato, scazzato, cazzarola, eccheccazzo…

Mi ricordo che da bambino, quando mi andavo a confessare dopo aver fatto la prima comunione, i primi due peccati che tiravo fuori erano due: “Ho disobbedito al papà e alla mamma e ho detto delle parolacce”. Le parolacce erano al secondo posto. Adesso il primo si è trasformato in “ho trattato male i miei genitori”, mentre il secondo non lo confesso neanche più.

Insomma, le parolacce scappano, diventano un modo di parlare e a volte anche di scrivere. Chi ci fa più caso ormai, i problemi della vita sono altri… E poi mica lavoro in un asilo di suore. Eddai su, chi non dice le parolacce al giorno d’oggi? Anche in tv sono state sdoganate da un bel po’.

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Pensieri di un papà

E’ giusto baciare sulla bocca i figli?

bacio in bocca bambiniLo ammetto. Uno dei miei antistress preferiti è baciare il gnappo. Appoggiare la labbra alle sue guanciotte morbide è più rilassante che tenere in mano una di quelle palline fatte apposta per scaricare la tensione.

Il problema è che, se lo bacio troppo, lo stress viene a lui. Perché ok un bacio, ma poi, quando scatta la rafficadibaci, lui non sempre gradisce. Ancora non ho capito se è per la mia barba, se è perché sono il papà e non la mamma, o perché i baci sono troppi. Forse tutte e tre.

E’ incredibile quanto sia vasta la superficie baciabile di un nanetto di due anni. A volte me lo consumerei a furia di baci. C’è però una parte di questa superficie su cui mi pongo alcuni dubbia. Va bene baciare un bambino sulla bocca?

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Io lei e l'altro

Un pomeriggio all’insegna dell’ottimizzazione

bagno papà bimbi ikeaLa parola d’ordine da un po’ di tempo a questa parte è “ottimizzazione”. Cerco di ottimizzare il più possibile. “Io e Annie”  ci siamo trovati a casa alle 4 e dovevamo andare a prendere il gnappo all’asilo. Verso sera le avevo promesso che avremmo fatto un salto all’Ikea per comprare un tappeto da mettere in soggiorno. Da qualche giorno incombeva anche un giro in qualche outlet per comprare la roba invernale del nano.

Ho il guizzo: “Facciamo così, vai tu a prenderlo al nido, io finisco due cose, poi vengo in macchina a recuperarvi. E’ presto e quindi possiamo andare anche all’outlet, poi all’Ikea e cenare là”. Ottimizzazione, ovvero guadagnare sui tempi e sugli spostamenti.  E possibilmente anche un po’ di dindi. Ecco la mia nuova way of life.

Così li raggiungo davanti all’asilo. Parcheggio la macchina davanti a un passo carrabile. Il portinaio mi cazzia subito: “Faccia il favore, me la sposti”. “Guardi che non devo scendere, rimango su”, provo a spiegargli. “Ah, scusi, pensavo dovesse andare a prendere suo figlio!”, mi dice. “No, c’è già mia moglie, non si preoccupi”. Mi cazzia sempre quel portinaio lì, per qualsiasi cosa. Anche per il passeggino sulla moquette per arrivare alla porta dell’asilo.

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Pensieri di un papà

Il matrimonio della mia migliore amica

matrimonio elisabettaLei è una delle mie migliori amiche. Eravamo in classe insieme alle superiori. E quando passi cinque anni di vita, nella stessa classe, tra i banchi di scuola, ci si conosce davvero bene. Io di quei cinque anni ho sempre nostalgia. Eravamo giovani. Giovani, inesperti ed entusiasti del mondo. Anche se la vita non era molto più facile di adesso e non so se “si potevano mangiare anche le fragole”, come dice Vasco.

E’ la terza di noi che si sposa. Dico “di noi”, perché “noi” siamo “noi”. Gli amici veri, quelli che una volta finita la maturità magari perdi di vista, ma che ritrovi sempre. Li vedi poche volte all’anno, ma quando li rivedi è come se il tempo non fosse passato. Ne abbiamo fatte tante, fuori e dentro la scuola. Nelle cinque ore passate ogni giorno per cinque anni in classe, in gita e in vacanza. Sono parte di te praticamente. Sanno tutto (o quasi) di te e tu sai tutto di loro.

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Io lei e l'altro

La sveglia del week end

week endCinque giorni più due. Così è fatta la settimana. Nei cinque giorni di solito si va al lavoro, chi studia va a scuola, i nani vanno all’asilo. Nel week end il mondo si riposa. In teoria. Anche la settimana del gnappo è già scandita così. Da quando lo abbiamo mandato al nido. E credo che la sua settimana sarà scandita così a lungo, da adesso fino alla pensione  a quando potrà lavorare. Questa settimana finalmente andrà in vacanza al mare con Anna e i nonni. Questa quindi è la sua ultima settimana di asilo. Poi se ne riparla a settembre. Si fa un mese e mezzo di ferie, anche poco per la sua età. Ma c’est la vie.

Una delle sue maestre ci ha cazziati perché lo mandiamo a letto troppo tardi. Un mesetto fa Anna era andata a cena con le mamme dei bimbi dell’asilo e le maestre. Cena tra donne. Parlando del più e del meno salta fuori il discorso sonno. “A che ora lo mandate a letto?”, ci chiede Giada, la maestra del gnappo. “Mah, di solito verso le 10 – 10.30”, risponde Anna. “Ma siete matti? I bambini alle 9 devono essere a letto!”. Ops.

Anna mi riferisce la cazziata. Ne parliamo. Il fatto è che noi non ceniamo con le galline. Il gnappo mangia verso le 7 – 7 e mezza. Poi ceniamo noi. Poi due chiacchiere, un po’ di giochi (io spesso torno a casa alle 9 di sera e me lo vorrei spupazzare almeno una mezz’oretta…), pannolino, pigiama, due coccole sul lettone e tocca il materasso del suo lettino più o meno verso le 10. Poi il tempo per addormentarsi (che va dai 5 ai 25 minuti) e il nanetto è sistemato. Al mattino la sveglia è alle 8. E alle 9, dopo una veloce corsa sul passeggino, è all’asilo. Ma per svegliarlo ci vogliono le cannonate.

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Pensieri di un papà

Le 10 regole per il parco giochi

cartello regole parco giochiIn questi giorni ho un po’ più tempo per stare col gnappo. Così, quando riesco, lo vado a prendere all’asilo e poi andiamo a fare un po’ di giri, a piedi o in bici. Destinazione preferita, il parco giochi, dove lui si fa un po’ di scivoli, di altalena, si fa la sua seconda merenda per tirare fino all’ora di cena e si diverte come può. Magari tirando calci ai palloni degli altri che gli capitano casualmente tra i piedi. Così, uno di questi pomeriggi, mentre lo stavo spingendo sull’altalena, assorto nei miei pensieri, ho pensato ai “must have” di un perfetto genitore al parchetto. Ecco i miei:

1) fare un po’ di pre-tennistica. E’ come la pre-sciistica, solo che questa mi servirebbe per tenere allenato un braccio, quello che serve a spingere l’altalena. Dopo diverse sessione di spinte, il mio braccio si indolenzisce. Sarebbe meglio prepararlo con un po’ di stretching e flessioni su una mano (see, magari ci riuscissi a fare le flessioni su una mano). Poi, per spingere dritta l’altalena, senza farla sculettare troppo, serve coordinazione. E’ indispensabile avere il polso fermo.