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Cartoni animati

Masters of the Universe, giochi cult degli anni ’80

Masters of The Universe, un mito degli anni '80
Masters of the Universe, Adam e Man at Arms

Praticamente sono dei giocattoli che andavano tra i bambini degli anni ’80, un bel po’ di anni fa. Erano i giochi per cui il vostro papà aveva una vera e propria passione. Per fortuna i nonni ne hanno tenuto ancora qualcuno a casa loro. Posso anche prestarveli se volete, basta che non me li distruggiate.

I Masters of the Universe erano una vera e propria manìa negli anni 80. Oltre ai giochi c’era il mitico cartone animato a puntate. La tv negli anni ’80 orientava le scelte su tutto, soprattutto sui giochi, un po’ come adesso. YouTube non c’era ancora. Uno guardava il cartone (che era veramente mitico) e poi comprava i giochi. Non costavano tanto, più o meno diecimilalire l’uno. Una banconota azzurra con su Alessandro Volta, l’inventore della pila.

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Provato per noi

Fattoria e Lego Duplo, una giornata particolare

Lego Duplo Day Fattoria (16)Una giornata in fattoria. Io e il gnappo, insieme ad altri papà e mamme blogger.

Sono stati questi gli ingredienti della giornata che abbiamo trascorso sabato, alla fattoria Pasqué, vicino al lago di Varese, ospiti di Lego Duplo che ha organizzato un evento ad hoc per blogger.

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Noi quattro

Pasqua e Pasquetta

gnappo al fiumeE anche questa Pasqua e Pasquetta, se le semo levate… Potevano andare peggio però, alla fine siamo sopravvissuti anche alla rottura (di uova) e alla colomba con i canditi.

Abbiamo fatto una due giorni dai miei, con il gnappo innamorato della zia che non ha mollato un attimo. “Ziaaa, ziaaa”, continuava a chiamarla. E lei giocava con lui e gli leggeva i fumetti dell’Uomo Ragno. Praticamente hanno passato due giorni in simbiosi. E quando siamo tornati a casa nostra, appena spenta la macchina, lui si è messo a piangere con i lacrimoni chiamando ancora la zia e dicendo “casa brutta” davanti al nostro portone.

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Pensieri di un papà

Fiera giocattoli a Milano, la mia domenica a G! come Giocare

fiera giocattoli milano novembreDomenica mattina. Perché non andare alla fiera dei giocattoli? E così mi sono preso su il gnappo, direzione Fieramilanocity, per andare a G! come Giocare, salone internazionale del giocattolo. Ora, cosa ci sia di internazionale io non l’ho capito, ma si sa, in vista dell’Expo un internazionale non si nega a nessuno.

Io e Momo arriviamo in pullman, anzi, in buusc, come lo chiama lui. Scendiamo alla fermata più vicina e subito rimaniamo intrappolati nei lavori in corso. Cerchiamo l’ingresso dalla via principale, ma ci infiliamo in un vicolo cieco tra le grate metalliche del cantiere. Come noi, altri ignari papà e mamme con nani al seguito che si aggiravano spaesati vicino a quella cattedrale nel deserto che è la vecchia fiera di Milano.

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Maschi vs femmine

Baby calciatori e baby veline

calcioSiamo ancora in clima Mondiali, nonostante la meritata batosta. Ieri, ancora un po’ incredulo e arrabbiato dopo l’uscita dell’Italia, guardavo il gnappo mentre in casa giocava a palla. Devo ammettere che ha i piedi buoni. Almeno il sinistro, visto che lui è mancino. Giocare a pallone gli piace. E’ il suo gioco preferito, almeno per adesso.

Si mette sotto la cucina, mi dice di andare davanti a lui a qualche metro di distanza (“lllììì!” è l’ordine insindacabile), e poi ci mettiamo a palleggiare. Lui ci sballa proprio con la sua “lalla”. Per fortuna è piccola e morbida e di danni in casa non ne ha ancora fatti il nostro mini-pallonaro.

Non so da chi abbia preso questa passione, visto che ha un papà che di calcio non c’azzecca niente. Non gli ho insegnato io a giocare e non potrei farlo più di tanto, visto che sono sempre stato una schiappa (di solito ero l’ultimo scelto in squadra e finivo in regolarmente visto che nessuno ci voleva andare). Il gnappo invece ci prende. Ha mira e tira delle belle fucilate.

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Viaggi

La maledizione di Montezuma

WP_20140413_17_25_10_Pro-1000Premessa: io volevo scrivere un post romantico. Tipo quelli che leggo in giro, corredati da foto fighissime, di week end al mare con un tramonto indimenticabile sulla spiaggia, un cocktail con ombrellino e ghiaccio, magari a casa di amici, in un loft da mille e una notte con vista sullo yacht club.

Andare al mare fuori stagione è piacevole. Fare una fuga di due giorni (con gnappo al seguito) per ricaricare le pile e gustarti un anticipo di vacanza estiva. Ma ci vuole il fisique du role. Io invece sono perseguitato dalla nuvoletta di Fantozzi. Anche se la speranza è sempre l’ultima a morire.

Così a metà settimana guardo il meteo che vagamente dà una nuvola striminzita che copre in parte il sole. Poco poco. Mi faccio coraggio, con la scusa che “ai bambini il mare fa bene…”, che “quando mi capita un altro week end libero…”, ma sì “e spendiamoli un po’ ‘sti soldi…” e mi decido a prenotare un albergo in Liguria.

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Io lei e l'altro

Una sera da soli in casa e la modalità camomilla

camomillaHo passato una serata da solo col gnappo. Anna era andata fuori a cena con le sue amiche e così, per una volta, strano ma vero, ho avuto terreno libero in casa. La nostra seratona si è conclusa alle 21.30, quando l’ho messo a letto. Poi ho cazzeggiato da solo fin verso mezzanotte quando lei è rientrata.

A parte il piantone che si è fatto quando la mamma è uscita di casa, con tanto di lacrimoni che gli scendevano dalle guanciotte cicciose, il gnappo con me è stato bravissimo. Ho notato che cambia atteggiamento quando siamo solo io e lui, rispetto a quando ci siamo entrambi.

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Io lei e l'altro

Un pomeriggio all’insegna dell’ottimizzazione

bagno papà bimbi ikeaLa parola d’ordine da un po’ di tempo a questa parte è “ottimizzazione”. Cerco di ottimizzare il più possibile. “Io e Annie”  ci siamo trovati a casa alle 4 e dovevamo andare a prendere il gnappo all’asilo. Verso sera le avevo promesso che avremmo fatto un salto all’Ikea per comprare un tappeto da mettere in soggiorno. Da qualche giorno incombeva anche un giro in qualche outlet per comprare la roba invernale del nano.

Ho il guizzo: “Facciamo così, vai tu a prenderlo al nido, io finisco due cose, poi vengo in macchina a recuperarvi. E’ presto e quindi possiamo andare anche all’outlet, poi all’Ikea e cenare là”. Ottimizzazione, ovvero guadagnare sui tempi e sugli spostamenti.  E possibilmente anche un po’ di dindi. Ecco la mia nuova way of life.

Così li raggiungo davanti all’asilo. Parcheggio la macchina davanti a un passo carrabile. Il portinaio mi cazzia subito: “Faccia il favore, me la sposti”. “Guardi che non devo scendere, rimango su”, provo a spiegargli. “Ah, scusi, pensavo dovesse andare a prendere suo figlio!”, mi dice. “No, c’è già mia moglie, non si preoccupi”. Mi cazzia sempre quel portinaio lì, per qualsiasi cosa. Anche per il passeggino sulla moquette per arrivare alla porta dell’asilo.

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Io lei e l'altro

I terrible two si avvicinano

ciuchinoE’ arrivata una nuova cazziata dall’asilo. Perché il gnappo sembra essere sempre più mulo. Le ultime sono: “Non mette a posto i giochi e non mangia da solo”. Perfetto, la tecnica del gambero è tornata in azione. Ora, a me viene anche un po’ da ridere per non piangere. Perché se già all’asilo le maestre cominciano a dire che non va bene, immagino alle elementari e alle medie. Il buongiorno si vede dal mattino.

Adesso ogni volta che vado a prenderlo all’asilo c’ho un po’ di patema. “Avrà fatto il bravo oggi?”, mi chiedo tra me e me. E incrocio le dita. Sì perché non è una bella sensazione andare a prenderlo e sentirti dire dalla maestra: “Tuo figlio non fa niente”. E mentre te lo stanno dicendo, lui fa lo gnorri e cerca di buttarsi tra le tue braccia. Annamo bene!

Così, un povero papà, esce dalla porta, in un pomeriggio qualsiasi, annichilito, con le orecchie basse e con la promessa: “Ci lavoreremo anche a casa, adesso gli faremo mettere a posto i giocattoli e lo faremo mangiare da solo”. Fosse facile. Meno male che dopo l’asilo c’è il parchetto. Per dimenticare la cazziata l’ho subito sguinzagliato e me lo sono sbaciucchiato un po’ mentre gli davo la merenda sulla solita panchina: un bicchiere di latte e una banana.

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Io lei e l'altro

Il corso di acquaticità

corso acquaticità bebè neonati bambiniFinalmente l’ho provato anch’io. E non vedevo l’ora. Ho fatto di tutto per riuscire ad accompagnare il gnappo al temibilissimo “corso di acquaticità“. Alla fine ero più stanco io di lui. La sera a cena mi sono appoggiato sullo schienale della sedia con la testa ciondolante e la palpebra che si chiudeva. E lui invece arzillo. “Almeno stanotte dormirà!”, abbiamo sperato, pensando che la mezz’ora in acqua a fare tuffi e a giocare con palle colorate e pupazzetti sarebbe servita a stancarlo per bene. Macché. Come se niente fosse. Io sono crollato a letto alle 9 e mezza. Lui le sue 4 o 5 si è sempre svegliato. Vabè.

Il corso di acquaticità dicevo. Io e il gnappo in costume adamitico (lui con lo slippino, io con l’inseparabile boxer ascellare) nella vasca dei bambini della piscina vicino a casa nostra, dove l’acqua tocca una temperatura che è a metà tra quella di un geiser islandese e di una sauna finlandese. E’ talmente calda da farti sudare in acqua per poi uscire in modalità uovo alla coque. Fuori il caldo umido dell’aria della piscina ti sembra quasi freddo. Arrivando negli spogliatoi non vedi l’ora di buttarti sotto la doccia calda.

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Pensieri di un papà

Le 10 regole per il parco giochi

cartello regole parco giochiIn questi giorni ho un po’ più tempo per stare col gnappo. Così, quando riesco, lo vado a prendere all’asilo e poi andiamo a fare un po’ di giri, a piedi o in bici. Destinazione preferita, il parco giochi, dove lui si fa un po’ di scivoli, di altalena, si fa la sua seconda merenda per tirare fino all’ora di cena e si diverte come può. Magari tirando calci ai palloni degli altri che gli capitano casualmente tra i piedi. Così, uno di questi pomeriggi, mentre lo stavo spingendo sull’altalena, assorto nei miei pensieri, ho pensato ai “must have” di un perfetto genitore al parchetto. Ecco i miei:

1) fare un po’ di pre-tennistica. E’ come la pre-sciistica, solo che questa mi servirebbe per tenere allenato un braccio, quello che serve a spingere l’altalena. Dopo diverse sessione di spinte, il mio braccio si indolenzisce. Sarebbe meglio prepararlo con un po’ di stretching e flessioni su una mano (see, magari ci riuscissi a fare le flessioni su una mano). Poi, per spingere dritta l’altalena, senza farla sculettare troppo, serve coordinazione. E’ indispensabile avere il polso fermo.

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Maschi vs femmine

Giochi tra maschi

matrix agente smith cimiceUno dei momenti più belli della giornata è quando riesco a giocare col gnappo sul tappeto. Ovviamente un gioco “da maschi”, più o meno sempre una lotta, dove lo prendo, lo ribaldo, lo saccagno un po’. E lui sembra apprezzare, anche se, quando esagero e mi avvicino troppo velocemente alla sua faccia, parte lo schiaffone. Ma ci sta tutto, in questi casi me lo merito.

Altre volte invece è lui ad attentare alla mia incolumità fisica. Soprattutto nelle parti intime. Così, quando siamo sul lettone a giocare, o sul tappeto per terra e lui si avvicina a gattoni con fare “minaccioso”, devo subito mettere le mani a conchiglia per proteggere i gioielli di famiglia. Non lo fa apposta, non ha cognizione, ma quando ci mette il piede sopra, o magari si butta indietro con la capoccia, colpendomi proprio lì, la castrazione fisica è a un passo. Credo sia una delle tecniche innate dei bambini per rimanere figli unici. Una specie di istinto di cui li ha dotati la natura.

Nei nostri giochi da maschi a volte ci azzanniamo. Solo che lui non riesce a fare piano e dà dei morsiconi da urlo. Con quei quattro dentini aguzzi mi lascia il segno su mani e braccia. E per fargli mollare la presa non basta dire ahia. Devo provare a togliere la mano, ma lui, come un pitbull continua ad azzannare, con effetto al limite della scarnificazione. E’ più facile farsi male giocando con un bambino di 16 mesi che in un match di wrestling.