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Pensieri di un papà

Ho boglia di esdade (2)

raffreddoreNon zo berché ma da quaddo c’è il gnabbo la nosdra caza sebbra una farmazia. Adda zi è beccada il raffreddore che brontabente ha attaccato a be. Io odio il raffreddore, lo zgocciolamendo del nazo, il dobersi portare diedro 2mila fazzoleddi, don dorbire la nodde, avere gli occhi fuori dalle orbide, don zentire i zapori quaddo mangio. Che due balle.

In biù, sdazera volevo addare dai miei per un zorno o due, ba dubido lo farò. Volevo bordargli il gnabbo visdo che la zeddimada scorsa z’è sdado il loro combleaddo, ba credo dobrò rimaddare. Babé, sberiabo bassi in fretta. Dobo la bioggia dicodo arriberà ancora il freddo. Basda, non ze la fazzo biù. De ho i baroni bieni.

In tuddo quesdo il dado ha ancora il muco che gli scedde dal nazo. Sebbra uda caddela che si scioglie. Berò dra duddi è quello che sta beglio. Boh, zarà il ladde baterno. Sberiamo duri. Eeeeetciù.

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Pensieri di un papà

Dove eravamo rimasti?

…ah sì, a kooly noody sul tappeto del gnappo in piena notte. Lo sapevo che non avevo più il fisico… Dopo qualche giorno infatti mi è arrivata l’influenza. Mal di gola, 39.4 di febbre, letto-divano divano-letto, suppostone di tachipirina 1000 (perché avevo pure la nausea, le pastiglie non riuscivo a digerirle). Insomma, uno straccio. C’è voluto l’antibiotico. E quattro giorni recluso in casa.

A dire la verità non mi sono ammalato per l’attività amatoria nel freddo della notte, almeno spero. No, sicuramente è stato quando sono andato a prendere la bottiglietta dell’acqua. Eravamo a casa di amici (con due bimbe piccole, di cui una, di sei mesi, pesa più del gnappo che ha quasi un anno). Lui voleva bere e ovviamente lui, il signorino, mica beve in un qualsiasi bicchiere di plastica rosa. No, il principino del pisello vuole il suo. Così sono dovuto andarlo a prendere in macchina e per la fretta non mi sono messo la giacca. Tac. Frittata fatta. Caldo-freddo, freddo-caldo e i virus hanno messo la loro bandierina.

Appena guarito io, la febbre è venuta ad Anna. Mi sa che gliel’ho attaccata visto che i sintomi sono gli stessi. L’unica differenza è che se io mi ammalo la casa va avanti lo stesso. Se lei si ammala posso anche chiudere la saracinesca e buttar via la chiave. Con lei ko, io che devo andare al lavoro e un gnappo a cui star dietro e che, tra l’altro, in questo periodo è pure abbastanza rognosetto, abbiamo dovuto chiamare il pronto intervento nonni.