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Io lei e l'altro

Dopo il latte artificiale l’uovo di Colombo

Qualche tempo fa avevo scritto un post sulla nostra tentazione di dare “l’aggiunta” al gnappo con il latte artificiale. Ecco come è andata a finire (almeno per ora).

Dopo gli inutili tentativi di dargli il LA (mi fa tanto Los Angeles, ma scrivono tutti così quindi mi adeguo) per cercare di farlo dormire di più la notte siamo andati a chiedere lumi all’infermiera pediatrica del consultorio.

Ci ha detto che è normale che lui a 5 mesi faccia ancora la poppata notturna svegliandosi una o due volte per notte. Lo fa perché ha fame e deve crescere e che le poppate notturne, secondo lei, sono importanti per la crescita (nonostante a noi rompa le scatole il doverci svegliare). Che per lo svezzamento è presto, di aspettare i sei mesi almeno, e che sostituire un pasto di latte materno con della frutta (mela o pera grattugiata) sicuramente non ha lo stesso apporto nutrizionale del latte e quindi il gnappo crescerebbe meno.

La mela e la pera, ci ha sempre detto lei, vanno bene ma quando gli si può dare anche la carne, quindi dovremmo aspettare ancora un po’. Che ci volete fà, lì sono dei profeti dell’allattamento esclusivo. Poi ognuno la pensi come vuole. Quindi cos’abbiamo fatto?

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I tentativi (falliti) con il latte artificiale

Dopo 4 mesi di allattamento al seno, stiamo provando “l’aggiunta” con il latte artificiale. Il tutto perché, dopo aver fatto un esperimento, abbiamo intuito che forse il latte di Anna non bastava più. Il problema è la notte. Invece di dormire di più rispetto ai mesi scorsi (come ci avevano detto tutti: “vedrai che dal terzo mese le notti migliorano!”) il gnappo adesso si sveglia anche due volte per poppare. Al secondo mese da 0 a massimo una.

Così ho pensato andasse migliorata la poppata pre-nanna. Detto fatto, dopo averlo fatto poppare al seno, ho provato a dargli un biberon di latte materno. In un baleno se l’è scolato quasi tutto. Per la cronaca, quella notte, comunque, il pupo si è svegliato lo stesso una volta.

Però, senza saper né leggere né scrivere, siamo tuttavia corsi ai ripari chiamando la pediatra che ci ha consigliato una marca di latte artificiale (ovviamente una delle più costose in giro, l’Aptamil. Te pareva).