Ci siamo. Dovrebbe essere tutto pronto. Quando sono uscito di casa ho avuto come sempre quella sensazione di aver dimenticato qualcosa, ma dovrebbe esserci tutto. Zaino fatto, trolley con roba pesante per la montagna c’è, libri, pappe del gnappo, bavaglini, pannolini. E quello che non c’è lo compreremo al mare. I dieci giorni di libertà sono finiti, stasera recupero Anna e il nano a casa dei nonni. Domani si parte, alla faccia del bollino nero e del caldo africano. Ci aspetta una settimana di vacanza da soli e una con i miei. Speriamo solo in montagna non piova.
Ho voglia di vedere sia il gnappo che la mia dolce metà. Il primo perché sarà cresciuto in maniera spropositata. Sarà un altro bambino, già lo so. Me l’ha anticipato Anna al telefono: “Sembra che l’abbiamo gonfiato con la pompa”. Tutto merito dell’hotel di Gabicce Mare e della gente intorno. Sì perché quello là mangia quando è al centro dell’attenzione e quando ci sono i camerieri che lo servono. Chiamalo scemo. Antipasto, primo e secondo. Non si è fatto mancare nulla. Mangiava tutto quello che c’era nel menu. E di gusto anche. Poi, quando sono tornati a casa l’altro giorno, è tornato alle vecchie abitudini. Ossia a fare lo schizzinoso come pochi. Tornare alle pastine e agli omogeneizzati dopo tutto quel ben di Dio non gli è proprio piaciuto. E come dargli torto. Adesso ci sarà da ridere, gli daremo quello che mangiamo noi, anche se il pediatra l’ultima volta ce l’aveva sconsigliato. Ma sì, proviamo anche questa.