Come sempre, le tragedie fanno notizia il primo giorno in cui accadono. Poi non ci si pensa più. Diventano fatti che interessano solo chi li ha vissuti e li vive in prima persona. In Sardegna il maltempo (ma, più che la pioggia, la colpa è di chi specula sul territorio) ha ucciso 16 persone, forse 17 visto che una è ancora dispersa.
Oggi è lutto nazionale. Sui siti di informazione le notizie nuove prendono il posto di quelle vecchie. Solo Ansa.it è listata a lutto. C’est la vie. Ormai è andata. Se ne parlerà ancora alla prossima tragedia, come le tante prima di questa: i recenti alluvioni in Veneto, alle Cinque Terre e in Lunigiana, a Genova, e prima ancora in Valtellina (mi ricordo che ero in vacanza in quella zona nel 1987). E poi il Vajont, il Polesine…
Chi non è toccato in prima persona dimentica in fretta. Ha cose più importanti da fare. Per chi lo vive invece è diverso. Non posso nemmeno immaginare come ci si possa sentire dopo aver perso tutto: casa, mobili, macchina. Senza pensare a chi ha perso una persona cara.