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Pensieri di un papà

Mollare tutto e trasferirsi in un’altra città, come fare?

Torino_panorama_SupergaFinalmente ad Anna, dopo mesi di piccole collaborazioni, è arrivata una proposta lavorativa potenzialmente interessante. Ma come spesso succede, difficile da mettere in pratica, anche se non impossibile. La scelta non è delle più semplici, anche perché vorrebbe dire cambiare città, per lei e, in futuro, se le cose andassero bene, anche per noi, nel caso decidesse per il sì.

Come sempre succede alcune proposte arrivano a ciel sereno e mettono in discussione la tua vita. La tua e quella di altri. Se fosse capitato a me la scelta sarebbe stata la stessa, ma essendo lei donna (e mamma di due bambini piccoli) le cose non sono proprio uguali.

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Pensieri di un papà

Festa del papà 2015, non sono preparato

festa del papà 2015Si avvicina anche quest’anno la Festa del papà. Nel 2015 sono papà da poco più di tre anni, l’età del gnappo. Questo però è il primo anno che festeggerò da bis-papà e un po’ mi fa strano. Se tutte le scoperte e gli entusiasmi degli inizi un po’ si sono affievoliti, la stanchezza per la mancanza di sonno è rimasta, ma ormai ci ho fatto l’abitudine e non mi pesa quasi più.

Anche perché, c’è da ammettere, che il 95% di The Second se lo smazza Anna, tra allattamento h24, cambio di pannolini, cullate varie ecc. Se lo smazza talmente tanto (tenendolo quasi sempre in braccio perché se no piange) che adesso le è pure venuta la sciatica al coccige. Un dolore che spero passi presto perché non ci possiamo permettere di avere lei ko (vedi anche, “Le mamme non si possono ammalare”).

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Noi quattro

Le mamme non si possono ammalare

parlamentoIl parlamento dovrebbe varare una nuova legge: abolire il diritto delle mamme ad ammalarsi. Le mamme non si possano ammalare, hanno il dovere di stare sempre bene.

Lo dico perché Anna si è presa l’influenza con febbre alta. Il gnappo pure. The Second ha la tosse. E io anche. Ma noi due almeno senza febbre. Panico totale.

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Pensieri di un papà

La studiata inutile prima dell’esame

esami libri studiataA distanza di quasi tre anni il countdown è ripartito. Meno sette… sei… cinque… quattro… tre… due… uno… Ma dopo l’uno non c’è lo zero. Finito il conto alla rovescia ci sarà lui, The Second, che molto probabilmente, come è successo per il gnappo, gli sarà dato il nome quando l’ostetrica mi verrà a chiedere come si chiama per fargli il codice fiscale. Funziona anche così, di questi tempi.

Ma il nome prima o poi ci sarà e, insieme al nome, ci sarà lui. Quando ci penso ancora non mi sembra vero. E quando mi fermo a pensarci bene, mi sale anche un po’ di emozione. Chi sarà? Come sarà? Perché sarà? (L’ultima domanda gliela lascio volentieri per l’adolescenza, le altre due le tengo invece per me, da qui alla sua uscita da quel fantastico liquido amniotico.

Mi sento un po’ come all’università. Quando devi fare un esame. Tu un po’ hai studiato, ma sei sempre indietro. Vorresti studiare di più, trovare più tempo per aprire quei dannati libri, ma per un motivo o per l’altro non ce la fai. Poi il giorno dell’esame si avvicina. Tu un po’ sei preparato, ma non come vorresti. Magari ti accontenti di un 18, di un 20 anche. Ma cavolo, per una volta non sarebbe male arrivare al 28.

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Io lei e l'altro

Il lettino con la nuova sponda

lettino con nuova spondaC’è il precedente. E adesso sarà dura. Di notte ovviamente.

Una settimana fa il lettino del gnappo è stato così modificato: abbiamo tolto una delle due spondine e adesso è libero di salire e scendere da solo.

Ormai è cresciuto e quindi la gabbia (in teoria) non serve più. Poi, per non farci mancare nulla, visto che i cambiamenti devono arrivare tutti insieme per essere metabolizzati meglio (questa è una teoria di Anna, non mia…), gli abbiamo anche cambiato il cuscino. Quello antisoffoco che avevamo preso quando lui aveva pochi mesi è stato sostituito da un altro più “da grandi”.

Last, but not least (aganauéin, aoh, gli amerigani…), gli abbiamo tolto il ciuccio. Un altro punto di non ritorno.

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Io lei e l'altro

Una sera da soli in casa e la modalità camomilla

camomillaHo passato una serata da solo col gnappo. Anna era andata fuori a cena con le sue amiche e così, per una volta, strano ma vero, ho avuto terreno libero in casa. La nostra seratona si è conclusa alle 21.30, quando l’ho messo a letto. Poi ho cazzeggiato da solo fin verso mezzanotte quando lei è rientrata.

A parte il piantone che si è fatto quando la mamma è uscita di casa, con tanto di lacrimoni che gli scendevano dalle guanciotte cicciose, il gnappo con me è stato bravissimo. Ho notato che cambia atteggiamento quando siamo solo io e lui, rispetto a quando ci siamo entrambi.

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Io lei e l'altro

Quando la mamma è via per lavoro

parigi metropolitana libertyLo so, sono pessimo. Perché appena si presenta un ostacolo delego. Scarico il barile. Mollo “tutto il blocco” come diceva il professor Sassaroli al Melandri in Amici Miei, prima di sbolognargli moglie, figlie, governante (“tedesca, due anni di contratto, severissima, in uniforme…”) e il cane Birillo.

E non credete che non mi senta in colpa. Anch’io  “ho sofferto come un cane, per quasi tre quarti d’ora…“. Ma altre idee non mi sono venute, se non quella di chiedere le ferie dal lavoro, che preferisco però giocarmi in altro modo.

Anna è andata a Parigi per lavoro. Starà via quattro giorni. E’ la prima volta che sta via per così tanto, senza me e senza gnappo insieme. Tutte le altre volte o era senza di me, o senza il gnappo. Mai senza tutti e due insieme. Dilemma: come famo col nano? Le ipotesi sul tavolo erano queste:

a) prendo le ferie

b) facciamo venire su i nonni a turno che lo tengano quando io sono al lavoro e torno a casa tardi

c) lo molliamo dai nonni a casa loro, come nella migliore delle tradizioni

d) te lo porti a Parigi e lo rimpinzi di baguette, croissant, croque monsieur

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Pensieri di un papà

Asilo, castigo e telefonate: siamo fatti così

udienzeL’altra volta c’era andata solo Anna, a questa invece sono andato anch’io. Le temibilissime udienze dell’asilo nido. Ovvero il colloquio con la maestra (altrimenti detta educatrice) del gnappo. Vis à vis, a quattr’occhi. Per farci raccontare un po’ delle sue malefatte e scoprire che tra casa e asilo si comporta uguale. Siamo in piena fase capricci. In piena fase del “no”. Questo no, quello no. Pianti (finti) e sceneggiate partenopee. E poi i soliti schiaffi e manate dati ai compagni, così come a me e ad Anna quando gli girano i cinque minuti.

Pazienza, è il mantra che continuiamo a ripeterci. Con risate sotto i baffi quando le sue scene da vero attore raggiungono picchi da premio Ubu. Tipo quando non gli scendono le lacrime, nonostante ce la metta tutta a spremersi gli occhi, e allora si infila un dito, così la lacrima viene da sé. Insomma tutto nella norma, la battaglia contro i capricci sarà lunga. Ma questo è niente in confronto alle litigate che faremo tra 12 o 13 anni.

Alla sera telefono a mia mamma. Lei che difende il suo nipotino a spada tratta e odia l’asilo per partito preso. Odia anche le maestre che ha visto una volta di sfuggita. Il suo adorato è “piccolo”, “bravo”, “timido” ecc. Sì, in realtà è un vero dr Jeckyll e mr. Hyde, ma questo lei non lo può sapere visto che lui si mette la maschera da angelo non appena li vede. Ricordo di aver scritto un post sul nostro piccolo paraculo. E’ datato 14 gennaio 2012, quando lui aveva solo 5 giorni. E già manifestava la sua enorme paraculaggine (ereditata da me ovviamente) e doppia personalità. Carta canta.

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Maschi vs femmine

Il fascino dei toy boy per le Milf

toy stroryQuesta va raccontata. Anche se al momento ho pochi dettagli perché mi è stata riferita per vie traverse e non ho ancora sentito i diretti interessati. Fa brutto venire a sapere di un tradimento e poi subito chiamare la persona per chiedere: “Oh, come va? Ho saputo…”. Sembra quasi che la tua curiosità sia morbosa e vuoi farti i fatti suoi. Soprattutto se l’amico in questione non è proprio strettissimo. Diciamo che lo vedi poche volte durante l’anno, nonostante le vacanze fatte nello stesso posto di villeggiatura da piccoli.

Lui ha 37 anni, lei 34 e hanno uno splendido bimbo di 5 anni. Non si sa come (e per saperlo dovrò chiamare uno dei due, visto che sono amico di entrambi) lei li ha mollati. Sì, strano ma vero, per una volta non è lui che molla la famiglia ma lei. E’ la parità dei sessi bellezza. C’est la vie e c’est l’amour.

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Io lei e l'altro

Odi et amo, dall’abbraccio al capriccio

baby herman roger rabbitQuando il gnappo mi vede uscire di casa piange. Succede più spesso la sera. Mi si attacca alle gambe e si mette tra me e la porta. Non nego che questo attaccamento mi fa piacere. Forse è affezionato anche a me, non solo alla mamma. Certo, con lei è tutta un’altra storia. Una volta che è uscita a cena con le sue amiche, il nano era disperato. E’ rimasto cinque minuti in anticamera, con un pianto inconsolabile. Scena straziante: voleva infilare le sue ditine nella porta blindata chiusa per cercare di aprirla.

Ci ho messo del bello e del buon per calmarlo e metterlo a letto. Neanche la scopa, oggetto feticcio che gli piace tanto, è servita a farlo smettere di piangere. Ce l’ho fatta solo con un libro di favole che abbiamo sfogliato sul lettone. Ovviamente la mamma è sempre la mamma.

Però quando mi vede tornare a casa, quando sente la chiave che entra nella porta, più o meno al solito orario, mi corre incontro. Si attacca alle gambe, all’altezza delle ginocchia e ride contento. Poi, un secondo dopo, si mette ad indicare il mio casco per cui va matto. Magari quel giorno non l’avevo neanche preso su, visto che ero andato al lavoro in bici, ma lui lo indica lo stesso. Perché di solito, quando rientro a casa ce l’ho ancora in testa.

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Pensieri di un papà

Incontri al parco tra bolle di sapone

bolle di saponeIeri ero al parchetto col gnappo. Di solito ne giro tre, nei dintorni dell’asilo nido. In uno, dove non ci sono giochi, gli do la seconda merenda (se la mangia), poi lo porto sulle altalene e sugli scivoli. Ieri pioveva del sì e del no. Parchetti semideserti, mentre noi, impavidi, abbiamo affrontato le due gocce che venivano giù da quelle nuvolacce minacciose. A un certo punto, visto che le gocce si facevano sempre più insistenti, ci siamo dovuti riparare sotto una tettoia di fresche frasche, lì nei paraggi. E così abbiamo fatto conoscenza di altri bimbi, con annessi genitori al seguito.

La mamma simpa ma tesa. Era col suo bimbo, un po’ più piccolo del gnappo. Di età, non si stazza ovviamente. Super amichevole, di quelle che parlano sempre coi figli (io quando sono in giro col nano invece cerco di non stordirlo troppo di parole, forse è per quello che non parla ancora?). Ha messo suo figlio seduto per terra e gli ha messo davanti tutti i giochi. Un sacco pieno di macchinine, trattori, camion ecc. Tutti oggetti a quattroruote. Saranno state 20 macchine. Tra i tanti modelli anche una Skoda Octavia tipo quella che trovate su questa pagina. Ovviamente le macchinine non erano piccole, pronte per essere ingoiate, ma adatte all’età del piccolo.

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Io lei e l'altro

Evoluzioni gnappesche tra sorrisi, schiaffi e nuove facce

bimbo paraculoI terrible two si avvicinano. Passata la boa dei 19 mesi, tra poco arriveranno i 20. E i 24 sono a un passo. Da quando ha finito l’asilo, a metà luglio, prima di andare in vacanza, il gnappo ha fatto passi da gigante. Nelle due settimane in cui non l’ho visto è cresciuto, e non solo di peso, anche grazie alla “cura” con pranzi e cene in hotel coi nonni. Il download delle espressioni facciali e dei versi è aumentato di brutto. Fa delle facce troppo ridicole quando vuole fare lo scemetto. Prima era più rinco, mentre adesso è sveglio come pochi quello là. E’ bel birichino, un vero balosso, come si dice dalle mie parti.

Quando li ho raggiunti per portarli al mare ad agosto mi sono accorto della differenza. Perché l’unico modo per rendermi davvero conto dei progressi che fa è non vederlo per qualche giorno. Se ce l’ho sempre sotto gli occhi non mi accorgo delle differenze. Ma quando capita di stare lontano per una settimana, capisco cosa provano gli amici o i nonni che lo vedono ogni tanto: stupore e meraviglia. In un battibaleno me lo ritroverò alle elementari, già lo so. Il tempo passerà anche troppo in fretta. Questione di punti di vista. Quando lo guardo nel lettino mentre dorme (bello spaparanzato con le gambe distese che quasi non ci sta più tra le sbarre) mi chiedo dove è finito quel microbimbo che ancora non riusciva a girarsi sulla schiena e ciucciava (o meglio, tentava di ciucciare) il latte dalle tette della mamma. Ed è passato un anno e mezzo, mica secoli.