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Pensieri di un papà

Piacenza, penso a quel papà

logo-luttoE’ tutt’oggi che ci penso. A quel papà che ha dimenticato in auto il figlio di due anni. Alla tremenda fine del piccolo legato al suo seggiolino in un forno di lamiere a più di 60 gradi. E penso anche a quella famiglia. A lui che, mettendosi al volante, non è andato in direzione dell’asilo, ma è andato al lavoro. E per otto interminabili ore non si è ricordato chi aveva dimenticato in macchina.

Penso ai suoi sensi di colpa che non lo abbandoneranno per tutta la vita. Se ancora vita si può chiamare quella che gli sta davanti. A lui e alla mamma. Anche la loro vita è finita in quella macchina parcheggiata. Ora dovranno trovare la forza per andare avanti. Perdonare quell’imperdonabile distrazione. Magari sarebbe bastata una telefonata verso le 11: “Tutto bene? L’hai portato all’asilo?”. O una mail. E invece è andata a finire così. Nessuna scusa per il gesto del papà. Ma non ce la faccio a condannarlo come ho sentito fare ad alcuni miei colleghi, convinti che, a loro, una cosa del genere non sarebbe mai potuta succedere e non succederà mai. Io semplicemente non lo so. Spero solo che non mi capiti mai. Né a me né a nessuno. So che le distrazioni e le disattenzioni sono dietro l’angolo e che a volte basta un attimo.