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Pensieri di un papà

Il gatto mangiafuoco

Ormai sono diventato un vero maestro nella procedura di addormentamento del gnappo. Appena vedo i primi stroppicciamenti di occhi capisco che è giunta la sua ora. Così lascio passare quei 10 minuti e alla seconda avvisaglia mi accingo alla sua preparazione per la notte che consiste in:

– cambio del pannolino (solo se Anna non l’ha cambiato poco prima)

– messa sul lettone con luce soffusa per l’operazione di “spogliazione-rivestimento”

– ninna nanna

– messa a letto vera e propria

La parte più difficile, strano ma vero, in questi giorni è la ninna nanna. Sì perché, mentre Anna ha il suo cavallo di battaglia (una tiritera in dialetto mantovano che fa più o meno così: “In mez’al prà, induina cusa ghéra… (2v) ghéra un albero, un albero piantato in mez’al prà. Ataca l’abero, induina cusa ghéra… (2v) ghéra i sproc (non chiedetemi cosa sono perché non l’ho capito anche se ha provato a spiegarmelo), i sproc ataca l’albero e l’albero piantato in mez’al prà! Ataca i sproc, induina cusa ghéra… Ok, direi che il concetto è chiaro. Insomma, una ninna nanna ripetitiva che al secondo giro già ti vien da sbadigliare.

Non parlando io il dialetto mantovano e dimenticandomi le parole ho provato a fare i miei esperimenti.