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Cose di casa

La mia nuova porta blindata

E’ stato più facile fare un rogito che comprare una porta blindata. A parte la scelta (categoria 2 o 3? serratura europea o afro-siculo-cubana? boh…) la trafila per l’acquisto nel grande magazzino di bricolage dall’insegna verde è stata dura.

Questa volta sono andato da solo, per ottimizzare i tempi e rendermi un po’ utile. In reparto mi faccio spiegare se il modello visto su internet è valido. Tanto so già che i ladri le sanno aprire tutte e che la porta blindata serve solo a dare una “parvenza” di sicurezza.

Comunque, dopo lunghe discussioni con Anna, scelgo la Record. “E’ in tanganika ed è l’unico colore disponibile”, mi dice il commesso. “Tu, caro addetto alle porte blindate, pensi che io sappia che colore è tanganika?”,volevo dirgli. “Va bene tanganika”, ho invece risposto, facendomi spiegare poi, per scrupolo, le caratteristiche della porta che lui è andato a leggere sul sito internet. Grazie per l’aiuto, io non ci sarei mai arrivato.

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Pensieri di un papà

Inps e maternità, la nostra odissea tra procedure assurde

Avere a che fare con l’Inps è una vera odissea. E’ praticamente un incubo o, con un po’ di ironia, un film dell’assurdo.

La vicenda è questa: la posizione di Anna  è un po’ particolare perché non essendo dipendente, né lavoratrice autonoma a partita Iva, ma assegnista di ricerca (che tra l’altro le è scaduta a da 4 mesi), è a metà tra una disoccupata e una parasubordinata. Comunque non ha importanza chi o cosa lei sia, ma la disorganizzazione degli uffici preposti (uso apposta anch’io un po’ di burocratese visto l’argomento).

Va in un Caf a Milano. Strapieno. Manda i suoi genitori alla sede Inps di Milano per avere informazioni. Ma serve un appuntamento che va prenotato o in loco o telefonicamente. Loro provano a prenderlo in loco (ovviamente, visto che erano già lì), ma il sistema di prenotazione è ko. Ok, (che sfiga) si fanno dare il numero, poi Anna lo chiamerà.