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Pensieri di un papà

Il papà con l’Ipad e la figlia sull’altalena

Ci sono papà che non staccano mai. Che non si staccano mai. Ne ho avuto conferma ieri, quando sono andato ai giardinetti a trovare una mia super amica (ed ex collega) e suo figlio di 4 anni.

Eravamo nello “spazio giochi” ed erano le 7 e mezza di sera, quindi ormai c’eravamo solo noi. E’ un po’ come essere in spiaggia, che a quell’ora si svuota. Il sole c’è ancora e ti godi la natura, la sabbia e il mare senza urla e senza rompiscatole. Che goduria.

Alle 8 arriva un papà con sua figlia che avrà avuto sui 4 o 5 anni. Lui era in giacca e cravatta, segno inequivocabile che o era reduce da un matrimonio celebrato di giovedì per risparmiare sul ristorante, oppure era appena uscito dall’ufficio. In mano aveva un Ipad e non ha mai smesso di guardarlo e di mettere il dito a più riprese sullo schermo (è la tecnologia touch bellezza).

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Maschi vs femmine

La sindrome della Couvade, ecco i miei sintomi

Ora è tutto chiaro. Ho scoperto un’altra cosa nuova. La “sindrome della Couvade”. Dopo la composizione chimica dell’ossitocina e delle prostaglandine, la differenza tra lacerazione ed episiotomia, la differenza tra cefalico e podalico e la scoperta del baby blue, ora ho raggiunto il mio Nirvana conoscitivo: la sindrome della Couvade! (tradotto: sindrome della covata).

Me ne ha parlato per la prima volta ieri Anna dopo una chiacchierata sui miei comportamenti da quando lei è incinta. Oggi mi sono informato. Ho scoperto così che quando la donna è incinta anche l’uomo può avere “per empatia” dei cambiamenti notevoli. Cito: “Il futuro papà potrebbe soffrire di mal di denti e mal di testa, perdere l’appetito o provare nausea e vomito, potrebbe condividere con la compagna mal di reni e coliche addominali”.

No, io per fortuna non ho niente di tutto ciò. Niente vomito né mal di testa. Niente mal di reni né di denti, ma anzi, mangio come un lupo.

Ecco i miei sintomi:

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Tagliamoci le vene

Un po’ di seghe mentali sulla vita che verrà

test di gravidanza positivo clearblue lineetteManca un mese e mezzo e io non me ne sto quasi rendendo conto. Non mi sto rendendo conto di cosa è successo finora. Per adesso vedo solo Anna con una pancia che cresce sempre di più. Ma comunque è sempre lei. Il viso è lo stesso, in casa siamo sempre io e lei.

Poi questa pancia. Una pancia che da metà aprile ha continuato a crescere: prima la vita (che lei aveva strettissima) è diventata più “spessa”. Da subito. Poi pian piano quel pancino che lei aveva quasi piatto, e che io adoravo, ha cominciato a crescere, fino a diventare l’anguria che è adesso. Le tette idem. Dalla sua seconda è scattata una quasi terza. Che divertimento che era all’inizio!

Ora tra la pancia e le tette ci starebbe giusto, senza cadere, un bicchiere grande di cartone, tipo quelli del McDonald’s. Praticamente è diventata un portabicchieri.

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Da 0 a 9 mesi

Partito il corso preparto, il mondo è bello perché è vario

E’ iniziato il corso preparto. Dopo essere stati rifiutati dalla famigerata clinica Mangiagalli, il bambinificio di Milano, siamo andati in un classico consultorio Asl. L’ostetrica boss che lo tiene è simpatica. Finora l’ho vista solo una volta, quando ci siamo andati a iscrivere facendo la temibile “scheda” dove ci hanno fatto le domande più improbabili.

Non vedo l’ora di andare alle tre (ben tre!) lezioni accessibili anche ai futuri papà. Sono molto curioso. Aspetterò il mio turno visto che gran parte del corso è riservato alle mamme. Ieri Anna mi ha fatto invece il resoconto della prima “lezione” e sembra si sia trovata bene.

Mi ricorda un po’ il periodo della scuola guida. Quei posti in cui ti trovi con gente che mai e poi mai avresti incontrato nella vita, ma che sono lì con te e provano la tua stessa esperienza. Dall’operaio al manager si è tutti sullo stesso piano ed è quasi un miracolo.

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Tagliamoci le vene

Un sabato da papà, tra parquet e passeggini

Jane sincro vision telecamera bambinoIl sabato, quando non lavoro, amo dormire, leggere, magari fare un aperitivo o una cena fuori. Odio invece fare ogni tipo di shopping, in particolare andare nei centri commerciali (dove ancora per fortuna non ho mai messo piede) all’Ikea o simili. Sabato scorso invece mi è toccato fare il classico tour casa-famiglia per cercare i materiali della casa che stiamo comprando (e che poi da gennaio, dopo la nascita del pupo dovremo ristrutturare) e un altro giro per avere un’infarinatura su passeggini, trio, fasciatoi ecc. di cui non avevo la minima idea.

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Pensieri di un papà

Dilemma da papà: entrare in sala parto o no?

Ho appena avuto una discussione con i miei colleghi “papà perfetti” sulla necessità o meno che il papà entri in sala parto. Io essendo abbastanza all’antica sostengo di no: sarei inutile, mi impressiono, i medici dovrebbero soccorrere anche me, se vedessi una testa uscire dalla gnappa credo non vorrei più rientrarci per tutta la vita… ecc. ecc.

Così mi sono preso il loro quotidiano cazziatone: “Ma che padre sei?”, “Tuo figlio te lo rinfaccerà per tutta la vita!”, “Sono momenti unici, non dovresti perdertelo”, “E’ giusto che ci sia anche tu in quel momento”, e via così.

Io e Anna al momento siamo d’accordo. Lei per fortuna non insiste adesso sul fatto che io debba entrare con lei e stare lì fino alla fine. Vedremo se col tempo (e soprattutto quando starà per entrare in sala “sfornamento”) cambierà idea.