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Sesso, questo dimenticato

Eiaculazione precoce, cura per papà ingrifati

eiaculazione precoceC’era una volta un ragazzo di belle speranze che conobbe una ragazza bella e di belle speranze…

No, così la prendo troppo alla lontana. Non va bene. Rifo.

Ok, c’è un mio amico no, che, cioè, mi ha detto di avere un problema che prima non aveva mai avuto…

Vabbé dai, al “mio amico che mi ha detto” ormai non ci crede più nessuno. Non funziona.

Uff, eddai e parliamone serenamente di ejaculatio praecox, altrimenti detta eiaculazione precoce, ma anche, più amichevolmente, “Saetta McQueen”, “Flash”, “Speedy Gonzales”, “vengo subito”.

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Noi quattro

Noi quattro

gnappo volpiC’era il sole, ma faceva freddo fuori. Quando esci dai 28 gradi che ci sono dentro a un ospedale te ne accorgi ancora di più. The Second era nato e il mio compito era di andare a prendere il gnappo all’asilo per portarlo a conoscere il suo fratellino nuovo di zecca.

Al mattino lo aveva accompagnato mio suocero. Il parto c’era già stato, ma gli avevo detto di non dirlo alle maestre. Temevo che loro gliel’avrebbero menata tutto il giorno al gnappo, sul fatto che il fratellino era nato. Mi sarebbe dispiaciuto perché non so se Momo avrebbe capito. Sapere che tuo fratello è nato e non poterlo incontrare per tutto il giorno non è bello. Così con le maestre mio suocero ha fatto il vago: “Mah, sì, forse nascerà oggi”.

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Noi quattro

Dal buio alla luce dopo un parto indotto e travagliato

sala parto lettoAncora non ho capito perché i papà in ospedale devono fare il giro largo. Le mamme, accompagnate dalle infermiere, prendono le scorciatoie da un reparto all’altro, da una sala all’altra. Tu invece, magari con borse, trolley o valigie, devi uscire, prendere l’ascensore o le scale e poi suonare a una porta. Forse lo fanno per farti imparare il percorso o chissà perché.

Siamo entrati in ospedale mercoledì scorso alle 8.30 per l’induzione del parto. Io ho sperato fino all’ultimo che il travaglio partisse per i cavoli suoi, ma niente. The Second di uscire non ne voleva proprio sapere.

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Noi quattro

Benvenuto tra noi

the secondNon sono ancora in grado di scrivere un post sensato su quello che ci è capitato in questi due giorni. Troppe emozioni, troppe cose da fare, troppa stanchezza mista ad euforia (e se sono stanco io non immagino neanche quanto possa essere stanca la mamma).

Solo tre foto.

La prima, poco dopo l’uscita di The Second.

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Sesso, questo dimenticato

Le prostaglandine non funzionano, proviamo con le tette?

prostaglandineE niente, quello là non ne vuole sapere di mettere il naso fuori. Figurati. Come dicono tutti? “Vedrai che con il secondo sarà una passeggiata, lo farai in un attimo…”. Perché in teoria nel secondo parto il corpo della mamma “si ricorda” della prima volta e quindi c’è una sorta di shortcut. See, come no.

The Second se ne frega di tutte le teorie dall’ostetricia e fa un po’ come pare a lui. Non vuole scendere e quindi, se non fa un bel rush finale, se lo andranno a prendere con un parto indotto che è già stato prenotato. C’abbiamo il numerino.

Un po’ di ansia Anna ce l’ha e io, di rimbalzo, pure. Dicono che il parto indotto non sia il massimo, qualche rischio c’è, a volte sfocia in cesareo, quindi la mamma soffre come una bestia per il travaglio con contrazioni pesanti per niente.

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Sesso, questo dimenticato

Prostaglandine e induzione del parto dopo la 40esima settimana

candelette induzione parto“Ciao, come state?”. “Hey, ma… nessuna news?”. Sono alcuni dei messaggi che stanno arrivando a me e ad Anna in questi giorni. “E’ nato?”, mi chiedono anche gli amici al telefono.

No, non è nato. Siamo, come si suol dire, in attesa. Il termine era il 30 novembre. Ma The Second si fa aspettare. Nuota felice nel suo liquido amniotico (che, ci hanno detto, è abbondante). Non vuole mettere il naso fuori perché ha capito che qua c’è un gnappo quasi treenne pronto a spaccargl ii timpani (e non solo).

Probabilmente ha sentito le sue urla durante tutti questi nove e rotti mesi e quindi ha già capito tutto dalla vita: “Col cazzo che esco!”, starà pensando.

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Pensieri di un papà

Manca poco che ce vo’

pancia gravidanzaDevo dire che a ‘sto giro la gravidanza non me la sono proprio filata. Se la prima volta ero più coinvolto con il corso preparto, le evoluzioni della pancia, il massaggio perineale (ah, il massaggio perineale), questa volta ho fatto quasi come se Anna non fosse incinta. Anzi, tranne quando l’occhio mi cade sulla sua pancia, mi sembra quasi che non sia incinta.

Ho provato a dirle di non fare sforzi, ma niente. Il gnappo lo prende sempre in braccio e ogni tanto va anche a fare la spesa portandosi le borse. Per fortuna finora è andato tutto bene e non ci sono stati intoppi. In scooter invece non ci siamo più andati. Almeno nell’ultimo periodo.

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Pensieri di un papà

Un mese al lancio, la valigia e il girotondo

tutine bimbo piccoloLa borsa per l’ospedale è pronta. Ok, manca più o meno un mese al lancio, ma non si sa mai. Meglio farsi trovare preparati. Anna ha riesumato le tutine del neo-gnappo, quelle che avevamo usato per lui appena nato. Forse le uniche dell’ospedale non azzurre o rosa.

In quelle minuscole tutine ci stava pure un po’ largo. Vedremo come vestiranno The Second. Adesso che manca poco all’abbandono della navicella madre (cit. Machedavvero) mi sta salendo un po’ di curiosità mista ad ansia. Come sarà il nuovo nano? Ma soprattutto, “chi” sarà? Sarà fin troppo facile fare paragoni con il fratellone, con le somiglianze del tipo “anche il gnappo faceva – o non faceva – così…”.

Quante osservazioni dovrà sopportare… Già per nove mesi non lo abbiamo considerato un granché, speriamo solo di recuperare in attenzioni quando sarà fuori. Dubito…Ma di mani ne abbiamo due e cercheremo di darne una a testa. Almeno ci proveremo.

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Pensieri di un papà

E pur si muove… eccome se si muove!

nomi evangelistiThe Second è lì, a nuotare nel suo liquido amniotico, in quella pancia che giorno dopo giorno gli diventa sempre più stretta. Se tutto va bene e non ci saranno sorprese, tra due mesi e mezzo salterà fuori. E io non sono preparato.

A dir la verità non ci sto pensando proprio. Ma lui c’è, è lì che scalcia come un cavallo imbizzarrito. L’ho sentito l’altra sera, mettendo una mano sulla pancia di Anna. Dà dei calcioni tutto il giorno, forse già intuisce che dovrà farsi spazio con la forza, visto che, a differenza di suo fratello, non avrà l’esclusiva su mamma e papà.

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Da 0 a 9 mesi

Il gas esilarante per il parto, e vai di ossido di azoto

corso pre parto buzziE via, si ricomincia. Siamo stati al primo incontro del nuovo corso preparto. In realtà il corso vero e proprio partirà a settembre e questa era solo una introduzione. Praticamente il corso pre pre parto.

The Second, detto anche “Il Nuovo” nascerà in un ospedale diverso da quello del gnappo. Dopo aver cambiato casa abbiamo optato per il più vicino. Così Anna ha scelto di smazzarsi un nuovo corso, un po’ per fare un ripassino del primo e un po’ per vedere com’è la struttura. Questo infatti è organizzato direttamente dall’ospedale, mentre il primo lo avevamo fatto al consultorio.

Al primo incontro, praticamente una mini conferenza su tutti i loro servizi e sul percorso che faranno le partorienti, sono andato anch’io. Mi ha fatto strano rivedere tutte quelle pance messe assieme. Non ero più abituato. Vedere donne di età diverse, outfit diversi, alcune accompagnate dai futuri papà e altre no. Mi piace la dinamica “scuola guida”, cioè quel momento in cui ti trovi con persone che mai e poi mai avresti conosciuto in vita tua. A parte il militare e le lezioni di teoria per dare la patente è difficile conoscere persone di tutti i tipi, dai neopunk ai radical chic, dai frikkettoni un po’ vegan ai fighetti di provincia. Il bello della maternità è che rende tutti uguali.

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Tagliamoci le vene

R-esistenza

FragoleSono giorni strani questi. Belli, ma strani. Quei giorni in cui provi tante emozioni, tutte diverse. Alcune piacevoli e altre meno. Maggio è sempre stato il mio mese preferito. Le giornate si allungano, la primavera è arrivata da un po’. Sui banchi del supermercato si trovano già le prime pesche. Ma ci sono ancora le fragole, segno che l’inverno è ormai alle spalle.

Si sta sospesi, tra la stanchezza di ogni giorno, il lavoro, lo studio, la mancanza atavica di sonno. Giorni intensi, a volte sulle montagne russe. Gioia, risate, lacrime, entusiasmo, fatica, serenità, paure, tristezza, dubbi, certezze. Mettetele tutte insieme e frullate. Diluitele in 24 ore e agitate, non mescolate.

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Pensieri di un papà

Spazio revival grazie agli amici che diventano mamma e papà

ospedale buzzi ingresso

Sono andato a trovare una coppia di amici diventati papà e mamma da un giorno. Il piccolo Marco è nato l’altra notte, dopo 24 ore dalle prime contrazioni. Erano tutti in stanza quando sono arrivato all’ospedale, durante l’orario di visita. Stanchi, ma felici. Bellissimi. Con il microbimbo attaccato alla tetta, la mamma con ancora la pancia del post partum, il papà anche lui stravolto dopo un giorno e mezzo senza sonno. La felicità fatta persone.

Grazie a loro sono tornato indietro con la memoria, quando anch’io facevo il pendolare tra casa e ospedale e non vedevo l’ora che uscissero tutti e due. Andavo a prendere pizze e focacce in panetteria da portare ad Anna, visto che il menu dell’ospedale non era proprio da alta cucina. E poi morivo dalla voglia di rivedere il musetto del gnappo, per imprimermelo bene nella memoria. Lo avevo visto per qualche ora, ma il rivederlo il giorno dopo era sempre un’emozione unica. Una droga.

Mi ricordo ancora come se fosse ieri, la prima notte che ho passato da solo, con il gnappo e Anna ancora in ospedale, prima che venisse dimessa. Non riuscivo a prendere sonno tanta era l’emozione. Ho impressa nella memoria quando ho scritto di getto questo post, a poche ore dal parto, con l’adrenalina ancora in corpo. E quell’emozione l’ho provata anche ieri, entrando in quella stanza nel reparto maternità e incontrando i miei amici all’apice della loro felicità.