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Pensieri di un papà

Il risveglio dal nostro pisolino

Una delle mie attività preferite è il pisolino pomeridiano. Da un po’ di tempo, quando riesco, mi metto il gnappo vicino, sul lettone, e iniziamo la ronfata vicini-vicini. E’ una delle piccole gioie per cui vale la pena vivere. Lui si addormenta, io mi addormento con lui. Lui si sveglia e io mi sveglio con lui.

Prima inizia a darmi le solite manate sul braccio e poi a fare i suoi versi per tirarsi su. Ed è lì, tra il sonno e la veglia, che penso a come, dopo 6 mesi dal suo arrivo tra noi, io non abbia ancora ben realizzato quello che mi è successo: l’avere vicino un piccolo essere umano, arrivato da chissà dove, che vedo coricato vicino a me, e che dorme, mangia, beve, respira, ride, urla, piange, mi accarezza, sbava.

E’ qualcosa più grande di me. Ma è bello. Molto bello. Non saprei trovare altre parole per descrivere la sensazione che si prova nell’avere un figlio: è bello. Punto.

Durante il giorno c’è la gioia di guardarlo interagire con il mondo. Di notte, a volte, l’incazzatura perché non si riesce a dormire. Ma quando mi sveglia dal pisolino c’è lo stupore di  vedere un piccolo uomo in miniatura che da sei mesi è entrato a far parte della nostra vita. Una vita, la sua e solo sua, che è entrata gioiosamente nelle nostre. E più mi sforzo di capirlo e meno ci riesco. So solo che è bello. Altre parole non ne riesco a trovare.