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Pensieri di un papà

Post post vacanze 2013

itaca ulisseProva… Unodue, unodue, prova… Sto cercando di capire se dopo 15 giorni di assenza dalla tastiera sono ancora capace di scrivere. Mmm, ok, i tasti sono sempre al loro posto. No, non me li hanno spostati nel frattempo. Ma gli occhi ancora non si sono riabituati bene a leggere le lettere sullo schermo. Devono fare esercizio. Comunque, tutto sommato, pensavo peggio. Certo, le vacanze servono anche a disintossicarsi. Perché il blog a volte è come una droga. Quando non scrivi ti manca. Quando ti capita qualcosa di interessante pensi: “Ecco, questo lo potrei scrivere al mio ritorno”. Poi, puntualmente, quando inserisci lo user e la password e clicchi su “Nuovo articolo”, tabula rasa. Dunque, cosa potrei scrivere di interessante come primo post-post-vacanza? Vediamo.

Adesso quasi mi fa un po’ strano tornare nel mio spazio. In questo bugigattolo virtuale dove infilo pensieri e parole (tante a vanvera, come in questo caso). Però ci sono. Eccomi qui. Sono tornato. Riposato? Mah, non troppo. Abbronzato? Ma manco per sogno, forse ero più abbronzato prima di partire. Ingrassato? Eh bé, sì, un pochino sì. Complice la seconda settimana passata in montagna dai miei, tra uno spiedino, una salamella, un mega gelatone e una polenta, senza contare i pranzi e le cene della mamma. Divertito? Ma sì dai, poteva andare peggio. Il gnappo mi ha fatto tanto ridere. E non mi sono neanche troppo arrabbiato. Cioè, nei limiti del possibile ecco.

Tipo il primo giorno di vacanza. Dopo che ho raggiunto Anna e il nano (cresciuto a dismisura nei suoi primi 15 giorni di vacanza coi nonni e la mamma) e siamo partiti per il mare. Destinazione Lignano Sabbiadoro. Monolocale minuscolo, un umidone che neanche nella foresta pluviale si sente, 100 euro persi subito il primo giorno andando in spiaggia, e una bella litigata di benvenuto con Anna, così, giusto per farle capire che ero tornato. Perché in quelle due settimane passate da solo a casa mi ero quasi disabituato ad avere certi ritmi. Avevo perso l’abitudine. E poi a me il mare non piace. Mi rompo. Così ho pensato bene di fare un po’ di capricci. Tanto per gradire.