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Pensieri di un papà

Il primo soc-corso

criL’altro giorno mi sono sparato tre ore di corso di primo soccorso (scusate la rima) organizzato dal nido del gnappo. Lo tenevano due infermieri di quelli con le palle, che girano sulle ambulanze e ne vedono di tutti i colori. I due, un uomo e una donna, bravi e anche simpatici nella presentazione, ci hanno spiegato come comportarci in caso un bambino si faccia tanta bua.

Da quella mattina ho capito due o tre cose:

1) se un bambino si fa male (per caduta o altro) non bisogna andare nel panico. Bisogna osservarlo (oltre che consolarlo). Se piange va bene. Se invece non piange e si addormenta è un tantino più seria la faccenda.

2) se siamo nel dubbio quando succede qualcosa di più o meno grave, chiamare sempre il 118. Loro sono abituati a gestire queste situazioni. Già al telefono potranno capire la gravità del problema e, se necessario, mandare subito un’auto medica. Per i bambini non bisogna farsi problemi a chiamare.

3) è stato utile imparare il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale, anche se mentre ce la spiegavano con il manichino mi è venuta un po’ d’ansia. Ecco, spero non mi capiti mai nella vita di doverla mettere in pratica. In ogni caso il 118 va sempre chiamato al più presto. Idem per la manovra di Heimlich, quella da usare nel caso un bimbo (o un adulto) si strozzi con qualcosa in gola. Quella che c’è in Mrs Doubtfire per intenderci.