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Il Bosco di Fede

La castità prima e dopo il parto, l’albero di Maria

Bosco di FedeNon esistono “istruzioni per l’uso” sull’essere genitori. Né su come essere mogli, mariti, compagni, o amanti. Ed è un bene, perché per fortuna non esiste il “genitore perfetto”, né il marito, la moglie o il compagno perfetto.

Sono rimasto impressionato dai tanti messaggi che mi avete mandato, con commenti e anche via mail, dopo il mio post sulla crisi sessuale che una coppia può vivere dopo l’arrivo di un figlio. Così come dopo avervi raccontato la crisi di Anna, che, nonostante l’arrivo del gnappo, in certi momenti si sente “come un barattolo vuoto”.

Ognuno ha la sua storia, le sue gioie, difficoltà, speranze, momenti felici o bui. Raccontarli e condividerli fa bene. Scrivere aiuta a mettere in ordine le idee, a guardare i problemi con un po’ più di lucidità. Questo l’ho provato sulla mia pelle. Ricevere pareri e consigli, magari da chi ha passato momenti simili, può aiutare a superarli. Sapere che anche altri stanno vivendo o hanno vissuto quello che ci sta capitando. Che non siamo soli.

Ho pensato di inaugurare una nuova rubrica. Per condividere le storie di chi vorrà raccontarle. Uno spazio come la Spiaggia di Nina. Il mio vorrebbe un bosco, dove passeggiare insieme, parlare lungo il sentiero, riflettere, raccontarci le gioie e le difficoltà della vita di coppia e della vita da genitori. Ognuno, se vuole, può piantare un albero: storie di vita familiare che spesso si fa fatica a raccontare agli altri. Un po’ per vergogna e un po’ per la paura di essere giudicati o non essere capiti.

Il primo albero lo ha piantato Maria. In un mondo ipersessualizzato come il nostro, forse il vero tabù è parlare di castità matrimoniale. Ecco la sua storia: