Categorie
Pensieri di un papà

Caro diario

diarioEravamo a un tavolino di un bar, a Verona, non lontano dalla casa di Giulietta, all’ora dell’aperitivo. Io avevo appena assaggiato il mio spritz e lei un analcolico alla frutta secco, quando ho scoperto che sapeva del mio blog da un paio d’anni. E in questi due anni non mi ha detto nulla. Niente. Neanche fatto intuire che lei sapesse qualcosa (o forse me l’ha fatto anche intuire, ma io in questo sono poco intuitivo).

Ci siamo guardati negli occhi. Io ero impietrito. Lei piuttosto sull’incazzato andante. Non sapevo cosa dirle. Le prima parola è stata monosillaba: “Ah…”. “Eh…”, mi ha risposto lei con uno sguardo di quelli che mi portano ad abbassare gli occhi, anche se, un po’ per orgoglio e un po’ per cercare aiuto nei suoi, cerco di resistere.

“Come sei ingenuo” è stata la frase che più mi è rimasta impressa. Ingenuo. Che è un modo elegante per non dire coglione. Come ho fatto a pensare di rimanere nell’ombra soltanto non mettendo foto mie, sue e del viso del gnappo… Non lo so. Ma all’inizio forse era più facile. Poi, pian piano, in tre anni di blog avrei dovuto immaginarmelo e uscire allo scoperto prima. E invece niente. Ho aspettato di essere con le spalle al muro e di trovarmi davanti a una scelta importante (quella del casting) per sputare il rospo. Tardi, troppo tardi.