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Pensieri di un papà

Elogio della routine, dopo le vacanze finite

simpson divanoPacchia finita. Oggi torna la combriccola. Per la prima volta in un mese e mezzo, ho dovuto rifare il letto. Giusto per far trovare la casa ad Anna un minimo presentabile. Tanto poi le lenzuola andranno cambiate. Il cambio delle lenzuola è una delle cose che odio di più fare, più che pulire i pavimenti, ma meno che stirare o pulire il bagno. Per lo stiro ci pensa la gravità, per il bagno la mia dolce metà. Le mie valigie le ho disfatte una settimana fa. I miei vestiti me li sono lavati e piegati. Ho lasciato da lavare gli asciugamani e le lenzuola del mare (che voleranno in tempo zero nell’oblò della lavatrice insieme a quelle matrimoniali che non ho cambiato stamattina). Per il resto la casa è abbastanza a posto, ho anche portato giù la spazzatura. Nel frigo c’è l’eco, ma aspetto che mi mandi la lista della spesa via mail per andare a farla.

Ok, lo ammetto. Non vedo l’ora di vederli. Anche se stavolta siamo stati lontani solo una settimana. Però, unite alle due di metà luglio, fanno tre in tutto nell’ultimo mese e mezzo. Ho anche voglia di un po’ di routine. Perché in queste tre settimane da solo, tra cene sul divano davanti alla tv, casa-lavoro lavoro-casa, aprire la porta e non trovare nessuno che ti aspetta, non è che mi sia troppo divertito. Mi è passata sì e sono anche stato bene. Ma divertirsi è un’altra cosa. Condividere le cose è un’altra cosa.

Pensavo che stando in casa da solo avrei recuperare un po’ di sonno arretrato. Macché. Ormai sono talmente tanto abituato a dormire con Anna e a svegliarmi più volte per il gnappo che riabituarmi a dormire tutta la notte di fila non è stato semplice. Neanche l’addormentarmi dopo aver spento la luce dell’abat-jour è stato troppo semplice. Perché è più bello darsi la buonanotte, con bacio annesso. E’ anche rilassante. Meglio di una camomilla. Così come andare a vedere il gnappo che dorme beatamente nel suo lettino. Prima dei suoi n-risvegli. Però, se ti svegli perché lui piange, almeno dai un senso alla stanchezza. Se invece non dormi da solo, nel silenzio più totale, ti arrabbi pure. E dormi ancora meno.

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Io lei e l'altro

La sveglia del week end

week endCinque giorni più due. Così è fatta la settimana. Nei cinque giorni di solito si va al lavoro, chi studia va a scuola, i nani vanno all’asilo. Nel week end il mondo si riposa. In teoria. Anche la settimana del gnappo è già scandita così. Da quando lo abbiamo mandato al nido. E credo che la sua settimana sarà scandita così a lungo, da adesso fino alla pensione  a quando potrà lavorare. Questa settimana finalmente andrà in vacanza al mare con Anna e i nonni. Questa quindi è la sua ultima settimana di asilo. Poi se ne riparla a settembre. Si fa un mese e mezzo di ferie, anche poco per la sua età. Ma c’est la vie.

Una delle sue maestre ci ha cazziati perché lo mandiamo a letto troppo tardi. Un mesetto fa Anna era andata a cena con le mamme dei bimbi dell’asilo e le maestre. Cena tra donne. Parlando del più e del meno salta fuori il discorso sonno. “A che ora lo mandate a letto?”, ci chiede Giada, la maestra del gnappo. “Mah, di solito verso le 10 – 10.30”, risponde Anna. “Ma siete matti? I bambini alle 9 devono essere a letto!”. Ops.

Anna mi riferisce la cazziata. Ne parliamo. Il fatto è che noi non ceniamo con le galline. Il gnappo mangia verso le 7 – 7 e mezza. Poi ceniamo noi. Poi due chiacchiere, un po’ di giochi (io spesso torno a casa alle 9 di sera e me lo vorrei spupazzare almeno una mezz’oretta…), pannolino, pigiama, due coccole sul lettone e tocca il materasso del suo lettino più o meno verso le 10. Poi il tempo per addormentarsi (che va dai 5 ai 25 minuti) e il nanetto è sistemato. Al mattino la sveglia è alle 8. E alle 9, dopo una veloce corsa sul passeggino, è all’asilo. Ma per svegliarlo ci vogliono le cannonate.

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Cartoni animati

La bella lezione di Shrek 4

Dopo il terzo mi sono sparato pure Shrek IV (e vissero felici e contenti). Anche se non ho visto il primo, che come in tutte le saghe – da Rocky a Harry Potter – è quello più “fresco”, quest’ultimo episodio (ma sarà veramente l’ultimo?) mi è piaciuto. Secondo me è pensato più per i grandi che per i bambini. Se già Shrek III mi ha fatto scattare il meccanismo di identificazione nell’orcone verde (soprattutto quando gli sono nati i tre orchetti e lui è alle prese con pannolini, risvegli notturni & co.), stavolta micidiale è l’inizio del cartone.

Quando lui non ci sta più dentro con la routine familiare e arriva al punto in cui sclera alla festa di compleanno, andando poi a fare un patto col nano. Diciamo la verità, chi non si è sentito almeno per una volta come Shrek?

Chi non avrebbe voluto urlare come lui quando che gli impegni familiari hanno preso il sopravvento su di te e non riesci più a fare (o magari ad essere) quel che volevi?

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Tagliamoci le vene

Post autunnale

L’autunno è arrivato e io sono un po’ così. C’ho un po’ le balle girate di default. Sarà il tempo, saranno le giornate che si accorciano. Uniscici che faccio duemila cose contemporaneamente, dormo poco, sono sempre di fretta, che nel giro di due giorni ho perso una fattura del meccanico, un giubbotto che ho perso per strada con dentro i documenti dello scooter di Anna (libretto, assicurazione, bolli) e il gioco è fatto.

Aggiungi che ieri l’altro mi si è pure rotto un dente iper otturato che andrà incapsulato per la modica cifra di 1170 euro (in quattro sedute dal dentista) e che devo pure passare alle Poste che con il servizio “Seguimi” (per farmi arrivare la posta dal vecchio indirizzo) hanno pure sbagliato numero civico, e il quadro è completo.

Però a parte questo, “la vita è una cosa meravigliosa”. Così come quasi meraviglioso è mandare il gnappo al nido e andarlo a prendere dopo 4 o 5 ore e trovarsi in casa da solo con Anna come non capitava da quasi nove mesi. Anche lei si sta riprendendo un po’ i suoi spazi e mi sembra un’ottima cosa. Un po’ meno per il mio portafoglio che si sta alleggerendo per la retta da pagare, ma finché c’è il lavoro e la salute c’è tutto. Che con l’autunno arriva anche la fiera della banalità l’avevo già detto? Ah, ecco.

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Tagliamoci le vene

Insonnia pre-parto? Macché, è solo routine

Oggi faccio fatica a tenere gli occhi aperti. Come ogni tanto spesso mi succede, ieri notte mi sono girato e mi rigirato nel letto senza trovare pace. Capita quasi sempre quando alla mattina ho la sveglia più presto del solito. Mi corico, cerco la posizione “da sonno”, e i pensieri iniziano a girarmi nella testa. Pensieri per il parto? Per la casa da ristrutturare? Macché pensieri così, inutili, canzoncine assurde (tipo quella della cena della Bella e la Bestia che ho visto ieri l’altri in tv).

E mi giro e mi rigiro. Mi metto a pancia in su e quasi mi addormento. Ma niente, non ce la faccio. A tratti mi viene pure la “sudarella”. Sì, proprio quella di Christian De Sica ipocondriaco in Vacanze di Natale ’83. Allora mi scopro. Poi ho freddo e mi ricopro.