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Pensieri di un papà

Scelta seggiolino auto, la vita di tuo figlio vale più di un capriccio

scelta seggiolino auto“La vita di tuo figlio vale più di un capriccio”. Lo leggo spesso sui cartelloni luminosi in autostrada. Per fortuna noi con i gnappi finora siamo stati fortunati. Sia il gnappo grande che The Second sono sempre stati volentieri nel loro seggiolino. Anzi, dopo i primi semafori, prima di uscire dalla città quando facciamo viaggi medio-lunghi, si addormentano di botto. Ed è un bel vantaggio viaggiare con loro silenziati.

I viaggi in macchina, tra l’altro, sono l’unico momento in cui io e Anna possiamo parlare delle nostre cose in santa pace. E non è poco. Mettiamo la radio in sottofondo e via. Chiacchierata da viaggio.

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Io lei e l'altro

“E voi chi siete?”, ovvero “lo sguardo inquisitore del gnappo”

sguardo gnappoSabato, dopo che il gnappo si è finalmente sanato, siamo andati a festeggiare il compleanno di Anna. L’obiettivo era scegliere un ristorante giusto, possibilmente vicino a casa in modo da non dover spostare la macchina (e non dover sclerare per trovare parcheggio sia all’andata che al ritorno). Per questo ogni volta, la scelta del ristorante deve essere fatta accuratamente. Sono infatti talmente poche le volte che usciamo a cena che trovarsi nel posto sbagliato sarebbe un disastro. Una volta individuati un paio di locali mi sono così affidato alle varie recensioni su TripAdvisor e dopo una meticolosa lettura di tutti i pareri ho scelto.

La scelta del ristorante è sempre stata appaltata a me. Di solito ci azzecco, ma la sòla è sempre dietro l’angolo. Le recensioni mi fanno morire. Perché anche se l’80% dei pareri è favorevole ci dev’essere sempre il rompiminkia a cui non va bene niente. Per carità, può succedere di capitare nella serata sbagliata, ma a volte leggi stroncature tipo: “Un locale dozzinale, con le pareti gialle…”, “La sedia era scomoda…”, “Il vicino di tavolo aveva la barba lunga…” e via così. L’unica soluzione, oltre a capire i tipi di critica e di elogio, è vedere la percentuale di persone che consigliano il locale. Così, dopo aver passato in rassegna i vari commenti, sempre utili, abbiamo prenotato in quello con l’82% di consigli contro l’altro che totalizzava uno scarso 53%.

Così, grazie a TripAdvisor e un po’ di fortuna, abbiamo passato una bella serata. Antipasto con capesante, cozze e vongole gratinate, un fritto misto io e una grigliata mista di pesce lei. Vino bianco sfuso (io l’avevo chiesto fermo a dir la verità e loro me l’hanno portato frizzante, mmm… potrei stroncarli su TripAdv!) e acqua. Pane, focaccine e olive già sul tavolo. Apprezzatissimo è stato il seggiolone che, grazie alla mia prenotazione (“siamo in due con un bambino di 13 mesi, arriviamo per le 8”) e alla cortesia dei proprietari, ci avevano già messo al tavolo.

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Pensieri di un papà

La scelta e l’acquisto del nuovo seggiolino auto 9-18 kg

Sabato scorso, prima di metterci alla ricerca disperata della libreria, siamo andati a comprare il nuovo seggiolino-auto del gnappo. Nell’ovetto ormai non ci sta più. Le gambe gli penzolano fuori e comincia a stargli un po’ strettino. Abbiamo così sfruttato un po’ di “mance” del battestimo e ne abbiamo comprato uno nuovo.

Come sempre la scelta non è stata facile. Tu arrivi lì e te ne trovi 50 tutti sullo scaffale e ti chiedi: “Quale sarà quello giusto?”. Le categorie più o meno sono queste: 0-18 kg, 9-18 kg, 9-36 kg. Ovviamente noi è da un secolo che non portiamo il pupo dalla pediatra o al consultorio per la pesata, ma più o meno sarà sugli 8 kg e mezzo.

Chiamiamo il gentile commesso in aiuto. “Dovete scegliere voi quale pensate sia più adatto”, ci dice. “Le opzioni sono due: o prendete quello fino ai 18 kg che si reclina in posizione semi-sdraiata che però poi andrà cambiato, oppure prendete quello più grande fino ai 36 kg che però ha solo una posizione, vedete voi”.

Io: “Mmm, direi quello fino ai 36 kg!”. Anna: “No, meglio quello fino ai 18”. Alzo subito bandiera bianca pensando ai diversi pezzi da 50 euro che abbandoneranno il mio portafoglio quando il gnappo avrà superato i 18 kg.

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Io lei e l'altro

Gli ultimi tre asili nidi, la scelta e la grande detrazione

Febbre passata. Muco dal naso rimasto. Ma se passa la notte senza troppi pianti, domani proviamo a spedirlo al nido. Alla fine abbiamo scelto. Quello grande, dove il gnappo è rimasto perplesso e non ha sganciato neanche un sorriso che uno. Quello che mi avete consigliato voi nei commenti (grazie). Ora dobbiamo solo incrociare le dita sperando che gli piaccia e che le maestre siano valide.

All’inizio della settimana abbiamo fatto l’ultimo tour di asili per toglierci ogni dubbio. Ne abbiamo visti altri tre (così come tre erano stati quelli visti la settimana prima). Diciamo che di questi ultimi uno solo ci soddisfaceva, peccato che fosse il più lontano da casa e che, ça va sans dire, costasse di più di tutti.

Il primo asilo (o meglio il sesto contando anche quelli della volta prima) è un nido bilingue. Bilingue?? Scusate, Giacomo fa solo versi guttural-trogloditici e tu già gli vuoi insegnare l’inglese? La maestra (abbastanza in carne) aveva pure le unghie lunghe smaltate, il che, secondo me, non è il massimo dell’igiene per lavorare con i bambini e per cucinargli la pappa. Tra l’altro la tipa, per controllare le rette sul sito internet del LORO asilo, ha digitato il nome su Google e ha pure sbagliato il link. Ok, sei una puericultrice e non una webmaster, ma almeno i fondamentali cazzo! Oltre a questi inconvenienti ci sono gli orari che per noi non andavano bene: troppe poche ore al pomeriggio o un part-time “verticale” che non faceva però al caso nostro. Cassato.

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Io lei e l'altro

La difficile scelta dell’asilo nido

Abbiamo fatto il tour di tre asili nido. Tutti vicini a casa.

Il primo è nuovo, appena aperto. E’ composto da due stanzoni comunicanti, più i bagni. E’ gestito da una signora bionda con due educatrici giovanissime, ma dolci nella loro inesperienza. Il posto è piccolo, non ci sono stanze apposta per la nanna, non c’è la cucina interna, ma un catering. Anche se il gnappo in teoria non dovrebbe quasi mai mangiare all’asilo, per curiosità ho chiesto alla responsabile come si chiamasse il catering: “Ehm, non lo so, lo sa la commercialista, glielo posso chiedere e le faccio sapere”, mi ha risposto. Ha perso 10mila punti. Orario fino alle 17 con possibilità di un’ora extra di baby parking.

Il secondo è un po’ più lontano, ma comunque in zona. E’ sempre al piano terra ma un po’ più grande. Ha un ingresso davvero infelice (stretto e direttamente su strada) ed è super incasinato. In ufficio ci sono fogli, cartelle, e faldoni ovunque. L’asilo vero e proprio è pieno di roba. Le brandine sono tutte scarabocchiate. Ha la cucina interna ed è gestito da una signora che si è rivolta a noi chiamandoci “mamma” e “papà” (- 500 punti) insieme a due ragazze abbastanza gnocche. La loro “mise” in leggins corti super aderenti (di quelli talmente stretti che fan vedere anche la gnappa per intenderci), canottierina e Crocs ha alimentato le mie fantasie ginnico-erotiche. Anche questo è aperto fino alle 18 massimo.

Il terzo è un appartamento mega su oltre 300 metri quadrati sempre al piano terra (chissà perché sti asili sono tutti al piano terra). C’è dal 2004 ed è gestito da un’educatrice under 40 che parla a macchinetta. Non molto “materna” e all’apparenza abbastanza tosta. Come orari è perfetto perché tiene i bimbi fino alle 18.30. Noi siamo interessati al part time al pomeriggio (come negli altri) ma qui, all’occorrenza, si può fare anche il mattino a giorni alterni. Ha la cucina interna, è pulito, ha ben due stanze per la nanna (con i lettini con le sponde per i più piccoli) e costa meno degli altri. Sembrerebbe l’asilo perfetto. Io e Anna eravamo orientati a iscrivere lì il gnappo.

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Pensieri di un papà

Bamboccioni & co., ovvero le storie degli eterni indecisi

C’è una categoria di uomini alla quale non vorrei mai appartenere. Quella degli eterni indecisi. Il problema, sia chiaro, riguarda anche le donne: quelle che o si adeguano agli eterni indecisi per paura di non riuscire a restare sole, o semplicemente perché anche loro sono eterne indecise.

31 anni lui, 29 anni lei. Sono insieme da 13 anni. Vivono nella stessa città e sono entrambi ancora in casa con i genitori anche se tutti e due hanno un lavoro semi-stabile e i prezzi degli affitti in una città di provincia non sono proibitivi come in una grande città.

Si vedono tutti i giorni e si sentono al telefono più volte al giorno. Così da 13 anni, tra alti e bassi. Sabato sono andato a cena a casa dei genitori di lei (che ovviamente erano fuori). Ancora mi chiedo come facciano ad andare avanti così. Lui dorme da lei quando i suoi non ci sono. Lei non ha quasi mai dormito da lui. Dopo crisi varie non sono mai riusciti a lasciarsi ed ora tirano avanti così. Credo non trombino neanche più. Semplicemente non riescono a lasciarsi, sono ormai “dipendenti” uno dall’altro.

Ma questo è niente. Per questi altri miei due amici la realtà davvero supera la fantasia. Se avessero fatto un film su di loro gli spettatori lo avrebbero etichettato come “non credibile”…

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Da 0 a 9 mesi

Operazione passeggino (quasi) compiuta

A una settimana dal mio ultimo week end tra parquet e passeggini ci sono ricascato. Ormai parenti e loro amici fremono inspiegabilmente per regalarci cose, nonostante noi, anche un po’ per scaramanzia, lo avessimo proibito a tutti. Dopo aver ricevuto scarpine inutili (perché tutti comprano ste’ benedette scarpine se un neonato non cammina?), un paio di tutine, una coperta e un sacco nanna, ci siamo dati una mossa e abbiamo deciso comprare in anticipo il passeggino (anzi, come si dice adesso il “Trio” che fa più figo).

Fortunatamente i miei genitori (grazie soprattutto a mio padre) ci hanno detto: “Voi comprate quel che vi serve e noi poi vi diamo i soldi, cerchiamo di trattenerci dal farvi regali, anche se una tutina dai… non si nega a nessuno”. Rassicurati dal loro più che positivo proposito ci siamo tuffati alla ricerca del Trio (o Tris, come l’ha ribattezzato mia mamma che ha attaccato il fastidioso virus di storpiare i nomi pure a mia suocera).

Dopo un po’ di ricerche nei negozi e su internet, dopo aver misurato due ascensori (se Dio vorrà faremo il trasloco nella casa nuova quando il pupo avrà 4 mesi), dopo aver chiesto pareri ad amici esperti e dopo aver fatto un rapido sondaggio on the road sui modelli più diffusi tra le mamme in giro (ormai sono diventato bravissimo a riconoscere la marca di un passeggino da lontano… sigh), abbiamo scelto.