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Pensieri di un papà

Il nostro primo sculaccino

Sapevo che prima o poi il momento sarebbe arrivato. Quello del primo sculaccione (anzi, in questo caso si è trattato di un vero e proprio mini-sculaccino). E, nonostante la minima potenza e  il pannolino di protezione, solo il gesto e l’intenzione hanno comunque sortito il loro effetto: lacrimuccia immediata e pianto a dirotto.

Alla pacchetta siamo arrivati una volta tornati dall’asilo. Il gnappo era abbastanza stanco e come al solito giocava sul suo tappeto. Visto che quando torna è sempre assetato gli ho dato la sua acqua. Solo che invece di bere ci giocava: si metteva in bocca l’acqua e poi la sputava. Lo fa spesso ultimamente. Così gliel’ho tolta, ma lui, non contento, si è messo a urlare come quando vuole una cosa. Allora gliel’ho ridata e lui me l’ha spinta via in malo modo. Ritento una seconda volta con calma. Lui a quel punto sclera e si mette a piangere e urlare (senza lacrime).

Così la pazienza l’ho persa io. Con sguardo serio e alzando un po’ la voce gli ho dato una mini-pacca sul pannolino. Il rumore e il gesto lo hanno subito fatto piangere ancora più di prima, questa volta con una lacrimina (segno inequivocabile che almeno sta piangendo per qualcosa). Il rumore è stato efficace, un po’ come quando si usa il giornale sui cani (non ho mai avuto un cane, l’ho solo sentito dire).