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Tagliamoci le vene

Che cos’è la felicità?

che cos'è la felicità pillola rossaHo fatto una chiacchierata con mia sorella, mentre l’accompagnavo in macchina all’aeroporto. Della vita, delle scelte, del rapporto tra noi e i nostri genitori. Mia mamma avrebbe voluto che fossimo stati più vicini a lei e nella stessa città. Posso anche capirla. Ma le scelte sono nostre, non di altri, fossero anche i nostri genitori. E ognuno è giusto che si faccia le sue di scelte.

Probabilmente se l’avessi ascoltata e avessi fatto tutto quello che voleva lei (università vicino a casa, lavoro vicino a casa, vita in casa in “bamboccione style” fino agli -anta) adesso sarei un alcolizzato. Lo penso davvero. Ma per fortuna ho avuto la forza, ma anche la fortuna, di essermi fatto la mia vita, le mie esperienze, anche i miei sbagli. E lo stesso ha fatto e sta facendo mia sorella. E di questo sono felice.

Altri amici hanno fatto scelte diverse. Dopo un periodo lanciati alla ricerca della carriera hanno deciso di tornare a casa, vicino ai genitori, mettendosi a fare figli come conigli, spesso in modalità “famiglia felice”. Ma saranno davvero felici? Dov’è il confine tra la vera felicità e l’illusione o l’autoconvinzione di essere felici?

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Spazio revival, la musica assurda degli anni ’90

C’è una canzone che canto al pupo quando è disperato*. Mi è venuta in mente così, dal nulla, e l’ho trovata perfetta, almeno nella prima strofa. “Dimmi perché piangi/di felicità/e perché non mangi/ora non mi va/dimmi perché stringi/forte le mie mani…” ecc. ecc. ecc.

E’ la classica canzone smelensa che cercando poi su Youtube ho scoperto essere stata cantata da Aleandro Baldi e Francesca Alotta (e chi se li ricordava?) e ha pure vinto il Festival di Sanremo del ’92 nella categoria nuove proposte. Recentemente è stata pure ripresa e cantata in spagnolo da Jennifer Lopez e Marc Anthony in “No me ames“. Esticazzi!

Insomma, cliccando qua e là su un po’ di link di video correlati mi si è aperto un mondo: quello delle canzoni strappalacrime anni ’90.

Nell’ordine mi sono apparsi i seguenti video: Paolo Vallesi con “La forza della vita” (altro tormentone-depression all’epoca) da tempo desaparecido, Michele Zarrillo con “Una rosa blu” e “Cinque giorni“, Marco Masini con “Bella stronza“, Amedeo Minghi e Mietta con “Vattene amore“.

Per chiudere la lista non si può non citare il sosia di Paolo Vallesi, Massimo Di Cataldo, (e chi se lo ricordava più?) e il mitico Alessandro Canino che cantava “Bruttaaa, ti guardi e ti vedi bruttaaaa...”. Ma che testo incredibile e inimitabile aveva?

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Le mie seghe mentali pre natalizie

Approfittando dell’8 dicembre ieri abbiamo messo il naso fuori casa per andare a vedere le nuove Gallerie d’Italia a Milano. Carine. Era da una vita che non andavamo in un museo. Idem per cinema, teatro e ristorante. Per non parlare poi degli aperitivi. Non che mi manchino troppo a dir la verità. E’ da quando ho 18 anni che mi sento vecchio dentro, quindi dare un po’ di tregua al mio fegato e soprattutto al mio portafoglio non mi dispiace poi così tanto. La volpe e l’uva? Può darsi.

Prima che nasca il pupo andremo comunque fuori a farci una cenetta a due, così, giusto per festeggiare e ricordare per l’ultima volta i bei vecchi tempi. Chissà poi quando ci ricapiterà.

Tornati dalla passeggiata ci siamo buttati sul letto stravolti (lei molto più di me per il peso che si deve portare in giro, adesso fa un po’ di fatica a cammianare a lungo) e ci siamo guardati negli occhi. Eravamo solo noi due, in silenzio. Ed è stato bellissimo. In questi giorni stiamo cercando di assaporare il più possibile ogni momento di pace e tranquillità tra noi. Sappiamo che quando arriverà il gnappo sarà tutto più incasinato e soprattutto rumoroso. Un terremoto nelle nostre vite, ma ancora non sappiamo di che magnitudo sarà.

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Un po’ di seghe mentali sulla vita che verrà

test di gravidanza positivo clearblue lineetteManca un mese e mezzo e io non me ne sto quasi rendendo conto. Non mi sto rendendo conto di cosa è successo finora. Per adesso vedo solo Anna con una pancia che cresce sempre di più. Ma comunque è sempre lei. Il viso è lo stesso, in casa siamo sempre io e lei.

Poi questa pancia. Una pancia che da metà aprile ha continuato a crescere: prima la vita (che lei aveva strettissima) è diventata più “spessa”. Da subito. Poi pian piano quel pancino che lei aveva quasi piatto, e che io adoravo, ha cominciato a crescere, fino a diventare l’anguria che è adesso. Le tette idem. Dalla sua seconda è scattata una quasi terza. Che divertimento che era all’inizio!

Ora tra la pancia e le tette ci starebbe giusto, senza cadere, un bicchiere grande di cartone, tipo quelli del McDonald’s. Praticamente è diventata un portabicchieri.