Categorie
Io lei e l'altro

Una sera da soli in casa e la modalità camomilla

camomillaHo passato una serata da solo col gnappo. Anna era andata fuori a cena con le sue amiche e così, per una volta, strano ma vero, ho avuto terreno libero in casa. La nostra seratona si è conclusa alle 21.30, quando l’ho messo a letto. Poi ho cazzeggiato da solo fin verso mezzanotte quando lei è rientrata.

A parte il piantone che si è fatto quando la mamma è uscita di casa, con tanto di lacrimoni che gli scendevano dalle guanciotte cicciose, il gnappo con me è stato bravissimo. Ho notato che cambia atteggiamento quando siamo solo io e lui, rispetto a quando ci siamo entrambi.

Categorie
Pensieri di un papà

Il Fuorisalone per i bambini

manichini salone del mobileA Milano è tempo di Fuorisalone. Gente in giro, giovani e meno giovani con gli occhialoni dalla enorme montatura nera, caschetti modellati da Aldo Coppola, hipster, Napster, pantaloni attillati e All Star con le borchie, una selva di iPhone e iPad pronti a immortalare il tuo profilo peggiore da mettere su Istagram alla velocità dei neutrini. E poi un sacco di traffico in giro, ma anche una città più viva, con locali aperti, performance in strada, eventi un po’ ovunque.

Ieri sera con un gruppo di amici mi sono tuffato così, senza meta, sotto una pioggerellina rompicoglioni, tra le vie del centro alla ricerca di un po’ di cibo e vino a scrocco. Sì perché alla fine, al di là del design e delle tendenze fuffa, il Fuorisalone è anche quello. Girovagare dove c’è gente, imbucarsi da qualche parte e perché no, portare a casa l’aperitivo o la cena senza tirar fuori un euro.

Per chi non avesse le idee chiare sulla distinzione Salone-Fuorisalone, ecco un breve resumé: una settimana all’anno a Milano c’è il Salone del Mobile. Che si svolge alla fiera di Rho-Pero. Nel nulla praticamente. Quello è il vero salone, quello ufficiale, dove trovare le ultime creazioni di designer tipo Philippe Starck o Jean Nouvel, gente che col marketing e le buone intuizioni s’è fatta i milioni. Chapeau. E poi c’è il Salone Satellite, una specie di Salon des refusés contemporaneo dove i giovani designer, quelli non famosi per intenderci, espongono le loro creazioni. Dicono sia interessante, peccato che io non ci sia mai andato, né al SdM né al Ss (abbreviazione infelice, pardon). Sono stato invece un paio di volte al Fuorisalone che è praticamente quell’ “evento diffuso” (questa devo averla sentita da Anna) con una miriade di inaugurazioni, presentazioni, concerti, happening ecc., sparsi per la città.

Categorie
Pensieri di un papà

Coinquilini miei

Ieri c’è stato un momento revival con i miei ex coinquilini. E’ dal gennaio del 2010 che non viviamo più insieme, da quando, per andare a convivere, ho abbandonato il mio vecchio appartamentino su due piani in condivisione che ha visto tante e grandiose feste con gnoccame vario.

Pian piano sono andati via da quella casa anche gli altri tre, e due di loro sono tornati nello loro città, uno a Vicenza e uno a Taranto. Ieri ci siamo trovati per una pizza visto che erano tutti a Milano per lavoro. A un certo punto, tra una chiacchiera e l’altra, mi sembrava di essere in un film. Uno di quei film alla Pieraccioni in cui c’è la voce narrante che racconta la storia dei singoli personaggi che vengono inquadrati in primo piano, prima che parta il flash back. Forse l’ho vista ne “I Laureati”, o forse me la sono inventata…

…erano ancora insieme, uniti, dopo cinque anni di vita passata sotto lo stesso tetto, a condividere il cesso, le cene tirate su alla bell’e meglio, le serate accese di dibattito politico davanti a “Porta a Porta”, i calzini e le mutande scambiati dopo la lavatrice che chissà perché riuscivano sempre a mescolare. E poi le mattine rincoglioniti davanti al caffé dopo la seratona in discoteca, o dopo le tante feste per le quali ancora li riconosce gente che non hanno mai visto.

Ormai non si vedono quasi più. Quante volte all’anno? Boh, si possono contare forse sulle dita di una mano. Stasera però ci sono, sono loro. Seduti a un tavolo, davanti a una birra. Ognuno con le sue storie, con le sue strade che ha preso dopo quel periodo post università passato insieme. Si lavorava certo, ma era un po’ come se fossero tutti ancora studenti. L’obiettivo era uno, forse due: alcol e fighe. Forse il primo finalizzato al secondo. Semplice, onesto. Poi pian piano ognuno ha trovato la sua. L’amore, a volte, è in competizione con l’amicizia. Anche se la vera amicizia rimane per sempre. Bisogna fare delle scelte: crescere un po’ o rimanere adolescenti.