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Pensieri di un papà

Il valore dei soldi, dalla paghetta al libretto di risparmio

risparmio bambiniNon so a che età ho imparato a usare i soldi. Il primo ricordo che ho è quando mio padre, da piccolo, mi aveva aperto un libretto di risparmio in banca. Ogni settimana mi dava la paghetta, dalle mille alle cinquemila lire se facevo il bravo e che io, da formichina quale ero, mettevo da parte.

Quel libretto di risparmio pian piano cresceva, anche grazie alle mance dei nonni che andavamo a trovare spesso, e col passare degli anni si è trasformato prima in un conto corrente per under 12, poi in uno per under 18 col bancomat e poi nel mio conto attuale. Su quel libretto-conto i soldi sono sempre aumentati, più o meno fino ai miei 30 anni. Poi è arrivata Anna, abbiamo comprato casa, e quel conto, in cui per una vita avevo messo i miei risparmi (dalle paghette dei nonni fino ai primi stipendi), è stato completamente svuotato. C’est  la vie. Ma va bene così: sono più povero, ma più felice (eccerto, crediamoci…).

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Tagliamoci le vene

Le cose più importanti della vita

into the wildSto scoprendo che le cose più importanti della vita non sono cose. Che i soldi possono aiutare, ma non fanno la felicità. E che anche se mi regalassero tutto l’oro del mondo, o anche il mondo intero, non lo cambierei mai con la vita che mi è stata regalata.

Mi rendo conto che ci sono cose che non si possono comprare: l’amore, la vita, la libertà, la salute, la felicità nostra e quella degli altri. E non possiamo fare granché per meritarcele. Possiamo solo accettarle come un regalo. Sono un dono più grande di noi, che non possiamo nemmeno esigere. Ci arriva gratis e senza poter fare granché per meritarcelo. Tutte le cose più importanti della vita sono gratis.

Sto cercando di impegnarmi a non giudicare, anche se non è facile riuscire a farlo. In fondo siamo tutti minuscoli atomi, tutti parte in un universo infinito. E il bello è che tutto l’universo è racchiuso dentro il nostro atomo. Sto provando anche a condividere le emozioni degli altri: essere felice per la loro gioia e triste per il loro dolore. Tornare poi a guardare la mia vita e constatare che la gioia è più grande di qualsiasi fatica.

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Io lei e l'altro

Casa che vai, tata che trovi

Qualche giorno fa siamo andati a trovare una mia amica che ha figliato prima di me. Lei è a quota due e vorrebbe arrivare a tre, di cui almeno un maschio. Visto che finora ha due femmine spero che gli arrivi al prossimo giro.

Lei non lavora, vive nella casa a fianco dei genitori, con la mamma onnipresente e onnifacente che le dà una grossa mano nella gestione della casa. In più hanno anche una tata sudamericana che staziona da loro 8 ore al giorno 6 giorni su 7. Un bell’aiuto che oltre a farle le pulizie in casa, tiene la bambina più piccola nel marsupio quando questa piange (cioè sempre tranne quando non è in braccio). Mentre l’altra è molto spesso con la nonna.

Quando li siamo andati a trovare siamo rimasti un po’ stupiti e quasi affascinati dalla presenza discreta della tata. Poi parlandone tra noi, abbiamo cercato di pensare ai pro e contro. La cosa più figa è avere sempre la casa pulitissima che credo sia un po’ il sogno di ogni donna. Questa ragazza (che ha più o meno la mia età) passa tutto il giorno a pulire, spolverare, sistemare. In quella casa non dev’esserci un filo di polvere. Non come da noi dove sembra di essere nel deserto americano con cespugli di “gatti” che rotolano per casa.

Tu passi, cucini, sporchi e lei pulisce. Fantastico. Poi c’è il fattore baby sitter: tu sei in casa, la bambina piange e taac, la sgnacchi subito alla tata. La bimba deve dormire? Perché metterla a letto tu quando hai una persona pagata apposta per farlo? E via così… Addirittura se la portano anche in vacanza. Non si sa mai che non ci si possa riposare!

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Cose di casa

Fotostory, è partita la ristrutturazione della nuova casa

Ecco un po’ di foto della casa che stiamo ristrutturando. Il cantiere è aperto e speriamo che finisca entro giugno.

La ricerca è stata una vera e propria odissea. Abbiamo iniziato a febbraio del 2011, in tempi non sospetti, quando il gnappo ancora non c’era. L’obiettivo era di trovarla entro 12 mesi anche per evitare di sputtanare troppi soldi in affitto che in due anni ci è costato più o meno sui 20mila euro. No comment.

All’inizio presi dall’entusiasmo, vedevamo anche 6 o 7 case al giorno. A volte un appuntamento ogni mezz’ora. Attraversando Milano in scooter come dei pazzi. L’entusiasmo si è spento quasi subito. Catapecchie assurde vendute a prezzi stratosferici, agenti immobiliari che avrebbero venduto anche la loro madre pur di darti la casa (per carità alcuni sono stati anche bravi, ma sono una minoranza). Case che su internet sembravano fighissime e che poi si rivelavano subito una delusione.

Intanto il tempo passava e di case guiste per le nostre esigenze e il nostro budget neanche l’ombra. Io e Anna con due visioni diverse e inconciliabili: io la volevo più grande e semi-“definitiva”, anche in caso di famiglia allargata. Lei preferiva che fosse in una bella zona invece, con bar e negozi vicini, semicentrale e residenziale.

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Pensieri di un papà

Risparmiare con un bambino, mission (im)possible?

Ho già parlato qui dei primi incredibili costi dopo la nascita del pupo. E anche dei regali inutili, qui. Dopo aver letto un post di Ennecigi sull’argomento, vorrei anch’io esprimermi su tutti gli errori “da novellini” che abbiamo fatto nel comprare cose rivelatesi poi inutili o inutilizzate.

1) Le garze. Appena tornati a casa c’è da medicare spesso il cordone ombelicale. Ok, vado in farmacia. Sei euro per un kit della Pic da 3 garze e 3 retine. Ne ho già parlato, lo so, rischio di essere ripetitivo, ma la cosa mi sconvolge ancora. Il giorno dopo mi fiondo al supermercato a prendere le garze 10X10 a un euro e mezzo circa. Il problema sono le retine. Non le ho trovate da nessuna parte, tranne quelle per ginocchio-braccio-dita dell’Amuchina che però, anche tagliandole, non vanno bene. Così in ospedale, alla prima visita, ne ho scroccate un paio. Per fortuna il cordone ora si è staccato…