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Cose di casa

Come (non) arredare la cameretta del bambino

sticker cameretta bambiniOgni tanto, casualmente, mi capita di imbattermi nelle foto su Facebook di amici, parenti e conoscenti con figli. Le classiche foto che si fanno quando si hanno figli, tipo: le manine, i piedini, le scarpine, le faccette buffe… E fin qui nessun problema. Le guardo, magari metto un “mi piace”, e passo oltre. Poi ci sono le foto delle camerette, magari appena sistemate e dipinte di fresco, per accogliere i nanetti poco prima che nascano. Camerette da sogno, con già i pupazzi, gli adesivi di orsetti, pinguinetti, fiorellini sulle pareti, lettini sistemati alla perfezione. E qui vado in paranoia. Perché se penso a come abbiamo allestito noi la camera del gnappo mi sento un papà degenere.

Prima che il nostro pupo arrivasse ci siamo fatti i vari giri per il corredo. Siamo andati a prendere il tris (culla, ovetto, passeggino) e il lettino con materasso e cuscino antisoffoco. A dire il vero al lettino ci hanno pensato Anna con i miei suoceri, andandolo a comprare un sabato pomeriggio. Io probabilmente mi ero dato latitante. Strano! E tutto è rimasto nella scatola poco prima che il gnappo nascesse. Mia suocera, inorridita e in ansia, fece giuste pressioni su sua figlia perché dicesse a me di montare al più presto la culla. Rischiavamo di tornare a casa in tre con tutto ancora negli scatoloni. Al lettino invece ha pensato il mitico Geppetto (aka mio suocero). Quando Anna era ancora in ospedale l’unica cosa che sono andato a comprare io erano le “alzatine” del suo materasso per non doverci chinare troppo.

All’epoca eravamo ancora nella casa vecchia. Quindi la cameretta per lui non c’era. Avrebbe dormito in camera nostra, che sarebbe stata la sua per almeno sei mesi, fino al trasloco nella nuova casa. Tra l’altro, nei primi mesi, il lettino non l’abbiamo usato tanto. Trovavamo più comodo farlo dormire nella culla anche di notte, così Anna non doveva mettere piede giù dal letto (allora aveva anche la sciatica che la tormentava) e così siamo andati avanti per un po’.