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Pensieri di un papà

Iperattività

simpson stressVorrei avere tempo. Di pensare. Di leggere. Di scrivere. Soprattutto di scrivere. In particolare di scrivere qui. Ma sono giorni incasinati, pieni di cose da fare. Sonno poco, lavoro tanto, studio, beghe varie che mi vado a cercare. Tutto tranquillo, ma a rischio burnout.

Le vacanze sono ancora lontane. Ma in questo mese e mezzo ci sono ancora un milione e mezzo di impegni. Per carità, niente di sovrumano. Facciocosevedogente in fondo. Non sono in miniera e se sono incasinato è perché il casino me lo sono cercato.

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Pensieri di un papà

Sempre di corsa

dalì tempo orologiChe non sto più scrivendo molto si era capito? Credo di sì. E mi dispiace. Ma questo ultimo periodo, diciamo dalla nascita di The Second in poi, è diventato sempre più convulso. Arrivo a sera e ancora ho cose da fare. Quando si dice “non ho tempo neanche per sciare” (con la p davanti). Non so come ma è vero.

Dico solo che in lunedì scorso sono riuscito a fare il “bisogno grosso” solo durante la pausa pranzo dicendo al mio commensale: “Vado a lavarmi le mani”. Di solito io non la lascio mai nei bagni pubblici. E ho detto tutto.

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Pensieri di un papà

Quando l’amore diventa 3D

matisse_ la danzaTi voglio bene, anche se meno di prima”. Gliel’ho buttata lì così, mentre ci stavamo dando la buonanotte, sul letto, prima di spegnere la luce. Il tono era scherzoso ovviamente. Ma quando dico le cose per scherzare un filo di verità c’è sempre. “Anch’io”, mi ha risposto lei. Ed era sincera. Ci siamo guardati negli occhi e abbiamo sorriso. Ma era un sorriso con un velo di preoccupazione. Perché lo sappiamo, che da quando è nato il gnappo la nostra relazione non è più come prima. Non so se è migliorata o peggiorata. So solo che è diversa.

Siamo entrambi più stanchi, il tempo per farci le coccole è difficile, quasi impossibile trovarlo. Il gnappo, giustamente, catalizza tutte le nostre energie. Quando eravamo solo noi, dopocena, ci mettevamo sul divano tranquilli. Non accendevamo neanche la tv. Ci davamo solo un sacco di baci. Adesso, quando siamo a casa, la routine è più o meno questa: cena, dopocena col gnappo, uno sparecchia e lava i piatti, l’altro lo fa addormentare. Il tutto dopo avergli cambiato il pannolino, visto che lui, puntualissimo, fa la cacca subito dopo la frutta. Un digestivo di merda insomma.

Quando finalmente il tato dorme, prima che inizino i suoi vari risvegli, lei lavora al pc, io studio o guardo la tv. Non sempre ovviamente, dipende se lei ha o meno da lavorare e io da studiare. Però capita abbastanza spesso. Quando ci mettiamo finalmente a letto, entrambi abbastanza provati (soprattutto se la notte prima è stata costellata dai tanti pianti notturni del gnappo) ci diamo la buonanotte e spegniamo la luce. Le volte in cui troviamo il tempo (e le forze) per farci un po’ di coccole sono sempre risicate. Spesso facciamo fatica anche a trovare il tempo per raccontarci la “to do list” del giorno dopo.

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Cose di casa

Post trasloco 2, lo scambio di identità

I postumi del trasloco dureranno ancora per qualche tempo. Anche se devo dire che ormai siamo a buon punto. Fondamentale è stato l’aiuto dei suoceri, l’ho già detto. E di mio padre che ha dato una mano a rimbiancare la casa vecchia oltre a portarci gli scatoloni vuoti da riempire.

Certo, è stata una settimana intensa, ma alla fine, posso dire che ce l’abbiamo fatta. Ma non lo dico troppo forte, non si sa mai. Anna aveva abbastanza i nervi a fior di pelle e sono stato cazziato diverse volte. Ogni tanto anche davanti ai suoi e la cosa un po’ mi ha dato fastidio. Poi, passata la fase acuta del trasloco, è tornato il sereno. Ma la cosa che mi fa più incazzare di tutte e quando mi chiama per nome.

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Pensieri di un papà

Frenesia frenesia canaglia

Sono giorni abbastanza incasinati. Nel senso che vorrei una giornata di 72 ore per sbrigare tutte le cose da fare. I lavori di ristrutturazione di casa procedono un po’ a rilento (come volevasi dimostrare) e da qui agli inizi di giugno, periodo del previsto trasloco, sarà un incasinamento totale.

Forse l’unico posto dove mi riposo un po’ è al lavoro. Per il resto è un continuo di giri dai fornitori (piastrelle, porte, sanitari ecc) per ordinare cose mancanti, correggere preventivi, ritirare caparre lasciate in acconto ecc.

Vorrei stare più dietro a questo blog che dopo i momenti clou della gravidanza di Anna, del parto e del post partum, sta perdendo un po’ di smalto…

Sarà forse legato al periodo che sto vivendo che non mi lascia molto spazio alla riflessione e all’osservazione, oppure che in effetti, nella paternità, il meglio da raccontare lo si vive all’inizio e a cavallo del parto. Non so. Forse quello che c’è dopo (a parte quando il gnappo dirà “papà” e “mamma” o metterà il primo dentino) può essere meno interessante.