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Pensieri di un papà

La differenza tra il “ti amo”, “ti voglio bene”, “mi piaci”

Credo ci sia una bella differenza tra il dire “ti amo”, “ti voglio bene”, “mi piaci”. Ci ho pensato ieri notte dopo un discorso che avevo fatto giorni fa con Anna.

Il discorso era partito da quanto volevamo bene a nostro figlio. “Boh, io non so se gli voglio bene”, le ho detto. “Sicuramente mi piace, mi piace tantissimo, ma dire se gli voglio bene non saprei dirtelo”. Lei invece gli vuole bene. D’altronde al cuore di mamma non si comanda. Quello del papà forse è un po’ più duro.

Da quando ho visto per la prima volta il gnappo uscire da quella patata ho provato un mix di sensazioni stranissime. Dall’euforia più totale, al piacere di guardaro sorridere, alla voglia di baciarlo con foga su quelle guanciotte cicciosissime che vorrei divorare.

Il gnappo è bellissimo. Mi piace un casino. E’ la cosa più meraviglievole che abbia mai visto in vita mia. Mi diverte. E’ tra le gioie più grandi della mia vita. Ma ancora non mi viene spontaneo dirgli “ti voglio bene”.