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Pensieri di un papà

Nichi Vendola, utero in affitto e il dibattito penoso degli italiani

tobia e l'angelo
Giovanni Gerolamo Savoldo, Tobia e l’Angelo (1527 circa). Olio su tela. Galleria Borghese, Roma

Ci voleva Nichi Vendola per far scoprire che l’utero in affitto (o maternità surrogata) è una pratica ormai diffusa. Le cosiddette famiglie arcobaleno sono una realtà che esiste, c’è da anni, ma, come sempre, ce ne accorgiamo solo quando c’è di mezzo il politico di turno. Siamo un paese di cioccolatai per tante cose. Cadiamo sempre dal pero.

Basta vedere i tanti commenti sui social per rendersene conto. La questione che preme non sembra tanto la pratica dell’utero in affitto in sè (sperma del compagno di Vendola, inserito nell’ovulo di una donatrice americana, inserito a sua volta nel corpo di una donna indonesiana che ha portato avanti la gravidanza), quanto il fatto che i 135mila euro che sarebbero stati versati dalla coppia per avere il loro Tobia Antonio sarebbero soldi pubblici. Niente, non ce la possiamo proprio fare.