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Vacanze da papà e le 10 cose da fare

vacanza da papàDa oggi sono ufficialmente in vacanza. Continuerò a lavorare fino a fine luglio, ma come ogni anni, da due anni a questa parte, ho imbarcato Anna e il gnappo per una settimana di mare con i nonni. Io li raggiungerò ad agosto, per farmene un’altra (sempre di mare, ma senza i nonni) e poi la seconda in montagna dai miei, altro evergreen.

Per 10 giorni sarò quindi il padrone incontrastato della casa. Posso tenere alzata la tavoletta del water (anche se il riflesso condizionato della forza dell’abitudine è difficile da mandare via…). Ma ci sono anche tante altre cose che posso aggiungere alla to do list. Tipo:

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Milano nostra, come turisti tra i turisti

rondini cracking art castello sforzescoAdoro Milano in questa stagione. Nelle giornate terse di fine maggio, quando i palazzi d’epoca si stagliano nel cielo azzurro. L’aria è fresca solo al mattino presto e alla sera, quando il sole ta per tramontare. Il caldo piacevole del pomeriggio e una leggera brezza ti fanno sentire in vacanza.

castello sforzesco cortileMi piace andare in bici. Montare il seggiolino per il gnappo, andarlo a prendere all’asilo, mettergli il caschetto. Ci divertiamo ad andare in centro, vedere gente, sentirci turisti tra i turisti. Fare un giro tra gli stand della nuova zona pedonale davanti al Castello Sforzesco, sentire i profumi di cibi vicini e lontani: cous cous, porchetta, patatine, paella, asado.

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Evoluzioni gnappesche tra sorrisi, schiaffi e nuove facce

bimbo paraculoI terrible two si avvicinano. Passata la boa dei 19 mesi, tra poco arriveranno i 20. E i 24 sono a un passo. Da quando ha finito l’asilo, a metà luglio, prima di andare in vacanza, il gnappo ha fatto passi da gigante. Nelle due settimane in cui non l’ho visto è cresciuto, e non solo di peso, anche grazie alla “cura” con pranzi e cene in hotel coi nonni. Il download delle espressioni facciali e dei versi è aumentato di brutto. Fa delle facce troppo ridicole quando vuole fare lo scemetto. Prima era più rinco, mentre adesso è sveglio come pochi quello là. E’ bel birichino, un vero balosso, come si dice dalle mie parti.

Quando li ho raggiunti per portarli al mare ad agosto mi sono accorto della differenza. Perché l’unico modo per rendermi davvero conto dei progressi che fa è non vederlo per qualche giorno. Se ce l’ho sempre sotto gli occhi non mi accorgo delle differenze. Ma quando capita di stare lontano per una settimana, capisco cosa provano gli amici o i nonni che lo vedono ogni tanto: stupore e meraviglia. In un battibaleno me lo ritroverò alle elementari, già lo so. Il tempo passerà anche troppo in fretta. Questione di punti di vista. Quando lo guardo nel lettino mentre dorme (bello spaparanzato con le gambe distese che quasi non ci sta più tra le sbarre) mi chiedo dove è finito quel microbimbo che ancora non riusciva a girarsi sulla schiena e ciucciava (o meglio, tentava di ciucciare) il latte dalle tette della mamma. Ed è passato un anno e mezzo, mica secoli.

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Una settimana da solo, ecco cosa mi manca

homer-simpson-uomo-vitruvianoUna settimana di vacanza è andata. Quella dei due spiaggiati al sole intendo, perché io sono ancora in città a tirare la carretta. Ma la vacanza, solo soletto a casa, un po’ è anche mia. La festa dal mio ex collega era un pacco. Eravamo in sei. L’anno scorso era stata molto molto meglio. Infatti l’aveva fatta a giugno. E poi era l’inaugurazione della sua nuova casa. Stavolta è andata così. Amen. Per non perdere il ritmo ieri sono andato a cena fuori con un amico che non vedevo da tempo a parlare del più e del meno. Approfitto così della libertà per recuperare buone vecchie abitudini che ho un po’ trascurato negli ultimi tempi.

E poi sto leggendo. Di tutto e di più. Ho tre libri per le mani che leggo uno dopo l’altro prima di dormire. Con Anna e il gnappo leggere è un lusso. Andava peggio ai primi tempi a dir la verità. Quando mettiamo il nano a letto presto e finiamo di sistemare casa (piatti da lavare, giochi da mettere in ordine…) riusciamo a leggere qualche pagina prima di speNGere la luce. Anche se comunque, invece che prendere un libro in mano (ognuno c’ha il suo sul comodino), preferisco scambiare quattro chiacchiere con la mia dolce metà. Oltre ovviamente ad utilizzare la sua gnappa quando è disponibile. Che quello rimarrebbe sempre il passatempo preferito.

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Vieni a ballare in Puglia

alberobello trulliTornati. Tutto bene. Matrimonio, vacanze annesse, ritorno a casa. Sani e salvi, riposati al punto giusto e contenti. Abbronzati poco, visto che di sole non ne abbiamo preso tanto. Nell’unico giorno in cui volevamo andare in giro per spiagge ci ha seguito la nuvoletta fantozziana e abbiamo dovuto ripiegare su un paio di mete alternative Gallipoli e Manduria. Ma del tour ci sarà tempo di parlare nei prossimi giorni, magari con un po’ di foto. C’è da dire una cosa invece: di solito, quando le vacanze finiscono, si è sempre giù di morale. Questa volta no. Perché ad aspettarci c’era il gnappetto. Che in una settimana dai nonni ha mangiato, dormito, giocato con i gatti e fatto dimagrire un po’ il nonno che gli stava dietro. Te pareva. Un santo, con loro.

Quando siamo entrati in casa non si aspettava di trovarci lì. All’inizio si è quasi spaventato vedendo salire dalla scala due loschi figuri provati da un viaggio di circa 8 ore tra macchina, aereo, navetta e treno. Ma poi, appena abbiamo messo piede in casa, era al massimo della gioia. Agitato ed esagitato. Con gli occhi che gli sorridevano. E anche la bocca ovviamente. Tanto felice che la notte, dopo una settimana di sonno quasi ininterrotto, è tornato ai suoi classici risvegli con pianto. Così, giusto per darci il benvenuto e farci capire che la vacanza era finita. Ma va bene così.

Quando eravamo andati a Firenze un week end di febbraio senza di lui, al nostro ritorno ci aveva accolti nella totale indifferenza. Freddo. Impassibile. Come si dice dalle mie parti, non ha fatto neanche una piega. Adesso invece feste a go go. Fosse un cane avrebbe scodinzolato a manetta con tanto di zampe addosso. E anche noi, dopo sette giorni senza di lui, non stavamo più nella pelle. In così poco tempo, come sempre, lui è così cresciuto che ancora un po’ e manco lo riconoscevamo. Un altro bambino. Che cammina spedito e ha cambiato ancora espressioni. Io ci ero abituato a dir la verità, le volte che Anna torna dai suoi per qualche giorno. Per lei invece era la prima volta. E finalmente ha provato la stessa sensazione. Che all’inizio ti lascia un po’ così. Ci devi fare l’occhio. Ma poi quando lo guardi bene, in ogni fossetta, lo riconosci e ti chiedi come sia possibile un’evoluzione così grande in così poco tempo.

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In vacanza a Portobello

PORTOBELLOCome l’anno scorso, anche quest’anno si ripropone la domanda da un milione di dollari: “Che cacchio facciamo quest’estate?”. E’ tempo di progettare le vacanze. Anzi, forse è già tardi. Ma noi siamo così. Quando non c’era il gnappo compravamo solo i voli in anticipo. Per decidere dove dormire e cosa vedere decidevamo tutto all’ultimo. Adesso con il nanetto camminante non si può più. O almeno, cerchiamo di darci un minimo di programmazione in più ecco. Ma giusto un minimo visto che poi, comunque, decidiamo sempre tutto all’ultimo. Ma almeno dove e quando andare bisogna deciderlo. Tanto per avere un’idea, guardare un po’ i posti e magari chiedere le ferie senza scannarsi con i colleghi.

Lunedì i miei suoceri sono tornati da un week end a Tortoreto Lido, provincia di Teramo, Abruzzo. E’ il posto dove andavano con Anna quando era bambina. E’ la nonna che c’ha sti’ momenti revival e quindi, avendoci portato sua figlia, ora ci deve riportare suo nipote e vedere cos’è cambiato in 25 anni. L’anno scorso infatti erano andati a Cervia, altro posto revival. Sono quindi tornati dalla gita con un po’ di indirizzi di alberghi e di uno in particolare, che li farebbe stare in una mini dependance minimal per 60 euro a testa, pensione completa, lettino incluso per 10 giorni dal 22 luglio in poi. Sembra che vogliano prenotare lì.

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La vacanza dai nonni e il ritorno a casa

vacanza simpsonE anche quest’anno ce l’abbiamo fatta. A superare indenni (o quasi) le feste di Natale. I primi tre giorni del 2013 li ho passati da solo col gnappo a casa dai miei. Si è divertito come un matto, visto che era sempre al centro dell’attenzione. Ha anche mangiato di più del solito, complice la pazienza dei nonni e di mia sorella nel dargli la pappa. Forse anche lo stare a tavola con tante persone ha contribuito.

Sto meditando di ripetere più spesso la pratica, visto che il breve soggiorno sia dai nonni (sia materni che paterni) è stato un successo. Mi sembra che stia meglio con loro. Perché loro, inevitabilmente, gli danno molte ma molte più attenzioni di quelle che gli diamo di solito noi. Hanno più pazienza e probabilmente sono anche meno stanchi e più “lucidi” di quanto non siamo noi.

In quei tre giorni ho finalmente ricaricato un po’ le pile (che già alle terme erano state già abbastanza messe sotto carica). Appena il gnappo si svegliava, verso le 8, subito lo davo ai miei e beatamente tornavo a dormire fin verso le 11. Poi, tra una preparazione di aerosol, un pannolino cambiato, una pappa, un antibiotico col misurino e un pisolino pomeridiano, sono riuscito addirittura a finire uno dei miei libri arretrati. Miracolo. Una vacanza all’insegna del total relax. E a spese zero.

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Le nostre prossime vacanze alle terme

terme abanoSono sempre stato contrari ai discorsi di fine anno tipo: “Speriamo che l’anno prossimo sia migliore di questo”, “speriamo che quest’anno finisca presto” ecc. Ogni anno è uguale e diverso dall’altro, la vita va avanti, succedono cose belle e brutte, e il fatto che sia il 2013 al posto del 2012 o il 2027 al posto del 2072 non cambia nulla.

No, lo dico così, giusto perché, per concludere degnamente l’anno, io e la mia dolce metà avevamo deciso di regalarci un paio di giorni da soli alle terme di Abano, appaltando il pupo ai nonni. Così, giusto per tornare a farci un po’ i fatti nostri, per utilizzare quei giorni liberi dal lavoro che sono arrivati “per grazia ricevuta” per spendere un po’ di soldi dopo un anno di risparmi, per staccare un attimo dalla routine, per riposarci e recuperare un po’ di salute dopo aver passato tre influenze in due nelle ultime settimane e, perché no, anche per concludere l’anno in bellezza.

Potevamo farcela? Ovviamente no, visto che uno “spettro della febbre” si aggira per la casa. E questa volta ha beccato il gnappo. Che, povero, adesso ha 39.3 di febbre, un sacco di muco e la voce a zero. A Natale stava bene. Poi è andato dai miei suoceri con Anna. Ieri sera aveva 37.5. E stanotte gli si è alzata di brutto. Oggi, visto che il nostro pediatra è lontano, lo hanno portato dalla guardia medica. Eh niente, aerosol a manetta, sciroppo di escargot e tachipirina, sperando che gli passi. Se invece rimane alta, si va di antibiotico. Il suo primo antibiotico.

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Quando la famiglia è in vacanza e le ronfate da competizione

Era da tempo che non mi facevo una dormita così. Forse da quando vivevo nella camera singola nella casa condivisa con i miei coinquilini. Praticamente, senza dovermi svegliare per il gnappo che piange o che al mattino urla di gioia, mi sono fatto una ronfata da competizione. La settimana al mare del resto della famiglia è una piccola vacanza anche per me, nonostante le mie ferie dal lavoro siano ancora lontane.

Purtroppo non è così per Anna. Il pupo, in stanza d’albergo con lei, sarà per il cambiamento di lettino, sarà per l’agitazione di essere al mare, si sveglia ancora almeno 4 o 5 volte per notte quando va bene. Così anche in vacanza, Anna dorme male.

Questi risvegli notturni andranno risolti quando torneranno a casa. In sei mesi, il gnappo è partito decisamente bene, con punte di lunghe dormite notturne tra il secondo e terzo mese, e poi un improvviso peggioramento, dovuto a chissà cosa. Ora si sveglia spesso, piange, a volte perché perde il ciuccio, altre volte perché si gira nel lettino e non riesce a rimettersi nella posizione che gli piace, altre volte per motivi a noi ignoti. Brutti sogni? Fame? Caldo? Vai a saperlo…

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Maschi vs femmine

Un pomeriggio al parchetto, mogli andate in vacanza!

Mi piace uscire da solo con il gnappo e andare a fare il classico giretto pomeridiano. Primo perché sono abbastanza al centro dell’attenzione: sembra che vedere un papà da solo con un bambino piccolo sia più strano che vedere una balena nel Tamigi.

E poi perché, per la prima volta, ieri ho avuto la possibilità di fare l’esperienza della socializzazione al parchetto vicino casa. Il parchetto è un microcosmo interessante dove trovi gente da -3 mesi (cioè donne incinte che passeggiano) ai 90 anni.

C’è di tutto, dagli adolescenti che limonano duro, ai bambini che vanno sull’altalena, agli spacciatori che vendono fumo (no dai, quelli ormai non vanno più al parco). Ma soprattutto ci sono loro, le mamme. E ieri ho avuto il primo contatto con questa  specie antropologicamente interessante: le “mamme da parchetto”.