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Io lei e l'altro

La prima vaccinazione e quel muso da egocentrico

Lo sapevo. Dopo 5 giorni a casa dei nonni materni il gnappo è cresciuto tantissimo. E’ tornato con nuove espressioni facciali uploadate e con un pancione alla Vito Catozzo che prima non aveva. Per fortuna non ha preso troppi vizi, a differenza di quanto siamo stato un paio di giorni dai miei. Il suo sguardo è sempre più attento, i sorrisi sempre più abbondanti e i gorgheggi (ghè ghè) molto più lunghi e articolati. E’ quasi logorroico. In questo posso immaginare da che filone della famiglia ha preso. Dalla mia ovviamente.

Ieri, festa del papà, siamo andati alla Asl a fargli il vaccino. Per l’occasione ho chiesto il giorno libero al lavoro. Mi sembrava giusto, anche se Anna mi aveva detto che sarebbe potuta andare da sola. Ma io, oltre a volerle dare una mano, ero curioso di vedere di persona sia i tristissimi uffici Asl (niente, non ce la fanno proprio, nonostante i tentativi di mettere giochi e poster alle pareti gli uffici Asl di tutta Italia sono sempre tristemente tristi) sia soprattutto di vedere la reazione di G. alle punturine di “esavalente + pneumococco”.

Più che altro volevo capire dopo quanti secondo dallo “sbusamento” avrebbe capito quello che gli stava succendendo e si sarebbe messo a piangere. Pensavo ci avrebbe più tempo. Invece, dopo avergli bloccato come un gatto dal veterinario, Anna le braccia e un’infermiera le gambe, e appena l’ago ha penetrato quella sua gambetta cicciosissima e stagnissima, l’urlo è stato istantaneo. Poverino! Ma soprendente è stata anche la velocità con cui ha smesso di piangere. Praticamente subito dopo, quando Anna lo ha preso in braccio appena terminata l’operazione vaccinazione.