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La riunione di condominio

fantozzi riunione di condominioRiunione di condominio. Una delle gioie più grandi, da quando ho comprato sono indebitato per la casa. Uno spettacolo. Meglio che andare al cinema. Beghe tra vicini, tutti contro tutti: quello che sbatte i tappeti, chi non chiude mai il portone, il vano ascensori da sistemare, e le spese che, non si sa come, anno dopo anno, continuano ad aumentare. Misteri degli amministratori.

Io sono uno degli ultimi arrivati nel palazzo, quindi non ho molta voce in capitolo. C’è gente che abita lì da 30 anni. Tra una cinquantina di proprietari di casa alla riunione eravamo solo in 15. Alla faccia della partecipazione. Poi uno si chiede perché a votare alle elezioni va sempre meno gente. Basta guardare in quanti sono alla riunione di condominio. E si da una risposta.

Il tema del riscaldamento è stato quello che ha più scaldato gli animi. Per l’appunto. L’anno scorso abbiamo installato i ripartitori di calore sui termosifoni. Così giusto per ottimizzare i consumi, visto che prima, d’inverno, avevamo un clima tropicale in casa e dovevamo aprire le finestre. Alla faccia del buco dell’ozono.

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Infiltrazioni

infiltrazioneAbbiamo di nuovo i muratori in casa. Perché è arrivata l’infiltrazione. La classica infiltrazione. Quella che arriva dall’alto e va a rompere le scatole anche ai vicini del piano di sotto. E, tra l’altro, più o meno nello stesso posto deve c’era stata un’altra infiltrazione, l’anno scorso. Quella volta perché gli sveglioni dei muratori, che avevano sistemato il tetto, lasciarono aperto un buco all’altezza della canna fumaria nel week end. Caso ha voluto che quella domenica arrivasse l’uragano e l’acqua riuscì ad arrivare attraverso i muri in ben sei appartamenti, compreso il nostro. Che culo.

Allora era bastato chiudere il buco sul tetto e far asciugare il muro. Era venuto il perito dell’assicurazione del condominio, aveva quantificati i danni, il bonifico arrivò con tempi biblici, ma tutto andò a posto. E il nostro muro fu ritinteggiato da mio suocero. Ma quello stesso muro, dopo alcuni mesi, era sempre bagnato. “Mah, non si sarà asciugato”, pensavamo noi. Allora abbiamo aspettato un po’. Ma quella parete non ne voleva proprio sapere. Anzi, iniziò a fare un muschietto bianco. Artistico quasi. Poi siamo andati in vacanza, senza preoccuparci troppo. Al nostro ritorno (mio a dir la verità, Anna era ancora dai suoi col gnappo), una sera mi suona alla porta la vicina del piano di sotto, davanti alla quale io abbasso sempre lo sguardo per la vergogna di tutto il casino che fa il nano, buttando per terra la roba.