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Io lei e l'altro

Un vero maestro di mestolino

Mestolino [me-sto-lì-no] s.m. Dim. di méstolo ‖ Fare il mestolino, dei bambini quando, sul punto di piangere, contraggono i muscoli del viso sporgendo le labbra e appiattendo il mento.

Il gnappo è un vero maestro di mestolino (o mescolino come dice Anna). Mestola spesso, di solito quando vuole essere preso in braccio, oppure quando vede qualcuno che non conosce. Ultimamente sta succedendo anche quando vede i nonni. Loro sono in estasi appena lo vedono e lui lì per lì, invece che un sorriso vero sgancia il sorriso al contrario, come una perfetta emoticons  🙁  Poi Anna lo prende in braccio, lo consola un po’ e allora possono scattare i sorrisini.

E’ incredibile la velocità con cui passa dalla modalità mestolo  🙁  alla modalità sorrisino.  🙂  Tra l’altro è veramente un mestolino perfetto. Gli angoli della bocca sono talmente giù che più non si può (questa foto non rende giustizia), le labbra si contraggono, il tempo di farle tremare un po’ (giusto quei 2 o 3 secondi) e se non lo prendi in braccio inizia a piangere. Infingardo.

Ieri dopo cena, è iniziata la classica frignata serale. Anna lo prende in braccio. Io sapevo che avrebbe smesso all’istante. E invece, quasi per farci vedere che non era così automatico lo “spegnimento” e per rendere più credibile il suo pianto, ha lanciato l’ultimo uèè frignoso. Così, istantaneo, tanto per gradire. Ci prende pure in giro il lattante.

Dopo un po’ però sono partite le vere coliche (per fortuna erano solo le 9 di sera). Me ne sono accorto perché non era più un mestolo, ma era veramente disperato. Me lo sono dovuto spupazzare un po’ per fargliele passare. Poi per fortuna si è addormentato. L’ho lasciato in sala a dormire, mentre io ho studiato fino alle 2 di notte in cucina e ho mandato Anna a letto presto per farla dormire in pace quelle tre o quattro ore almeno.

Appena mi infilo a letto anch’io, dopo aver portato la culla nella nostra camera, rigorosamente al buoi tipo ninja per non svegliarlo e dopo aver sbattuto contro gli stipiti della porta con le ruote in modalità autoscontro (anche questo è un classicone, così come l’inciampare al buio nella culla…) mi sono messo a letto. Tempo 5 minuti e lui si è svegliato, questa volta annunciandosi con un sonoro scoreggione notturno. Era talmente forte che si saranno svegliati pure i vicini. Però, almeno questa volta, non ha pianto.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto