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Pensieri di un papà

Uomini che odiano le donne

Ci risiamo. Un’altra storia di coppia che scoppia. Mi sento di scriverla per due motivi. Il primo è per una sorta di “effetto catartico” come per chi va a vedere i film drammatici al cinema e spera che non gli capitino mai nella vita. Il secondo è perché scrivendo si elaborano meglio le cose e riflettere un po’ su certi argomenti non fa mai male.

Ho appena sentito al telefono una mia grande amica. Suo fratello Giovanni (37 anni) ha lasciato in tronco ad aprile la moglie (32 anni) e i loro due bimbi, una femmina di quattro e un maschio di due. Sono sposati da sette anni e si conoscono da dieci. Lui non è un mio amico, ma conosco molto bene la sua famiglia (i suoi genitori in particolare). Persone ottime, famiglia eccezionale. Così come eccezionale dev’essere stata la famiglia che Giovanni ha messo in piedi: una moglie intelligente e due figli bellissimi.

E niente, lui ad aprile inizia a sparire nel week end per “impegni lavorativi”. Le cose tra lui e sua moglie già non andavano bene. Poi un fulmine a ciel sereno: lui di punto in bianco lascia la famiglia e va a vivere a casa di una sua collega più vecchia di lui (42 anni) con cui ha una relazione.

Da lì è iniziata una lotta continua con chi gli vuole bene. In primis con la moglie che lui non vuole più vedere. L’ha mandata in vacanza da sola con i figli e quando li va a trovare a casa non vuole che lei stia lì con loro. E poi con i suoi genitori che nel giro di sei mesi sono invecchiati di colpo di 10 anni. Il padre, saputa la cosa, lo ha ovviamente insultato fin che ne sapeva e lo ha disconosciuto e la madre che si chiede tutti i giorni dove ha sbagliato nell’educare quel figlio (ormai 37enne). Nel mezzo c’è la sorella (la mia amica) che mi ha raccontato la storia sconvolta. Insomma, un inferno. Un incubo per tre famiglie intere (la sua e le due di origine).

Ora lui si è fatto terra bruciata attorno, neanche sua sorella riesce più a parlargli. Sembra quasi non rendersi conto di quello che ha fatto e che sta per fare: hanno infatti preso l’appuntamento per firmare il divorzio a novembre. In tutto questo nessuno è stato in grado di capire perché sia andata così e perché lui ha fatto quello che ha fatto. Sta di fatto che chiunque provi a parlargli lo trova come impazzito: ha venduto la macchina, ha venduto il cellulare tenendosi solo quello aziendale, a nessuno ha detto dove è andato a vivere (hanno scoperto poi che viveva a casa dell’amante). La casa dove vivevano prima, intestata a lui, l’ha dovuta per legge lasciare ai figli e alla moglie a cui passa gli alimenti.

Così, dopo una brutta storia simile che mi aveva abbastanza sconvolto eccone un’altra. Come sempre in una famiglia insospettabile. Anzi, in una famiglia “da manuale”.

E così mi viene sempre una paura fottuta. Perché quel coglione in futuro potrei anche essere io. Non che lo voglia, anzi! Ma purtroppo, come direbbe don Abbondio, sono “un uomo di mondo” e “ben so come vanno queste cose”. Liti in casa, una collega figa accanto, il pisello che prende il posto del cervello e il baratro da cui non si può più tornare. Da uomo non mi sento affatto solidale con chi abbandona la famiglia per un’altra donna, sia chiaro, ma mi rendo conto che non posso giudicare nessuno, devo solo avere umiltà, pregando e mettendocela tutta perché a me una cosa del genere non succeda mai.

Questo è l’augurio che mi faccio e che faccio a tutti. Sono sposato da soli due anni e so che la strada è lunga e non mi illudo. Ma spero di avere sempre la forza e la lucidità di lottare per tenere unita la mia famiglia ed essere un umile testimone che l’amore tra uomo e donna e tra genitori e figli esiste. E so che così come ci sono uomini che distruggono vite, ce ne sono altrettanti (e io credo sempre che siano la maggioranza) che costruiscono famiglie straordinarie. A quelli io guardo e a quelli mi ispiro. Ma sapere le brutte storie di separazioni (soprattutto quando capitano a persone più o meno vicine nella più completa “normalità”) mi danno la strizza.

Anche Giovanni ha detto a tutti: “Io voglio comunque vedere i miei figli perché voglio essere un buon padre”. No, mi dispiace. Questa è una cazzata buona per chi vuole sciacquarsi un po’ la coscienza e non assumersi le proprie responsabilità. Per me, chi vuol essere un buon padre deve prima di tutto essere un buon marito.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto