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Pensieri di un papà

Immaturi

immaturiAvevo visto “Immaturi” per la prima volta in un cinema all’aperto, d’estate, con Anna incinta. L’ho rivisto ieri sera e ho apprezzato in particolare un dialogo, quello di Raul Bova con il bambino che gli parla dei neonati: “Non ti fare ingannare – gli dice il piccolo – i bambini non sono così come sembrano, mangiano pisciano e cagano”. “E poi piangono sempre, tutte le notti, di solito un attimo dopo che ti sei addormentato, perché loro lo sanno quando ti addormenti”. Ma quante ne sa questo primogenito che non vuole il fratellino? E’ la scienza infusa, la verità allo stato brado. “Ero viziato e coccolato e ora non mi caga più nessuno, perché dovrei essere contento?!”. Alla faccia delle idee chiare!! Mitico. A volte potrei dire la stessa cosa anch’io.

Poi, mi metto a lavorare e sbircio su Facebook. Paolo, un mio caro amico scrive verso mezzanotte: “…e la paura di vivere”. Ahia. Così metto “mi piace”. Lui mi chiama subito. Stiamo al telefono un’ora. Domani ha un rogito per andare a vivere con la sua storica fidanzata. Sono insieme da 15 anni, ma ognuno a casa sua, si vedono tutti i giorni e si telefonano decine di volte. Paolo va da lei quasi ogni sera, magari si addormenta un po’ là, poi verso l’1 lui si sveglia e torna a dormire a casa sua, dove abita con sua mamma. Ha 33 anni. “Ma come fai a fare sta vita?”, gli ho chiesto. “Ma come fai tu a farla?”, mi ha risposto, per poi chiedermi qualche consiglio sulla vita a due. Era stupito del fatto che io fossi andato a vivere da solo e poi con Anna, nella massima tranquillità. Senza paranoie.

Lui era in ansia. Ma ansia pesante (diciamo che ci soffre abbastanza). “Non pensavo di trovarla così presto questa casa”, mi ha detto. Pensava di metterci di più, magari un anno, invece dei tre mesi che lo hanno portato al rogito. “Ma minkia, vi conoscete da una vita, avete deciso di andare a vivere insieme, e non sei contento?”. Niente, lui era nel panico. Ogni tentativo per farlo ragionare era inutile. Lui, la sera prima del rogito, era in panico. Manco fosse un esame di maturità. Appunto.

E poi dicono che la vita non è un film? Alla faccia di Immaturi! Lui ha paura di legarsi troppo a lei (dopo 15 anni senza mai un tradimento, due inseparabili ndr), di non essere più libero, che la vita cambi ecc ecc. E poi, tira fuori che la sua dolce metà non vuole stare con i suoi colleghi perché si sente a disagio (anche parlandone con lei, tempo fa, non è che fosse proprio entusiasta della cosa, ma uno mica deve sempre sprizzare gioia da tutti i pori!). E questo a lui dà fastidio. “Ma cosa c’entra?”, gli ho detto. “Un conto sono gli scazzi tra di voi, che ci sono in qualunque coppia, e un conto è andare a vivere insieme”. Niente. Panico totale.

Ora, gli voglio molto bene e spero che queste paturnie passino in fretta e tutto vada bene. Lui era sempre stupito sul fatto che io avessi fatto tutto nella massima serenità. Per lui non era concepibile. Ho provato a tranquillizzarlo, ma non ci sono riuscito. Vabé. Poi, senza volere, scherzando, gli ho dato il colpo di grazia: “Pensa se lei adesso sta provando a chiamarti mentre noi siamo al telefono e trova sempre occupato! Magari crede che hai un’altra!”. Lui ci ha pensato e in un minuto mi ha messo giù.

Incrocio le dita per loro, davvero. Domani ne parlo con Anna, ci rideremo un po’ su, e magari mi farò dare da lei qualche suggerimento.

E poi ripenso a Immaturi. Un film senza pretese che però mi è piaciuto molto. Divertente e reale. Anche troppo.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto