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Pensieri di un papà

Sei anni di The Second

Eh già. Sono sei vecchio mio.

Sei anni da quella lunga e difficile notte che non dimenticherò mai.

Più o meno a quest’ora, nel cuore della notte, il patimento di tua mamma era già bello grande.

E poi, dopo un infinito travaglio indotto, l’hanno sbudellata e sei uscito tu.

Io sono stato il primo (dopo le ostetriche ovviamente) a prenderti in braccio.

E fin da lì ho capito che saresti stato un tipetto tosto.

Dopo sei anni ancora lo sei.

Tu sei un vero balosso. Io ti conosco mascherina.

Ma conosco anche le tue insicurezze. Come quando tuo fratello non ti vuole nel letto e tu ci rimani male e piangi.

Perché tu hai bisogno di gente intorno. La mamma innanzitutto, che chiami 8mila volte al giorno per qualunque cosa.

Poi c’è tuo fratello che tormenti e da cui vieni tormentato.

Adesso fate la lotta sul divano come Black Panter a Wakanda, ma la finirete prima o poi di menarvi? Non smettete mai di volervi bene però, promettetemelo.

E poi ci sono io.

Sì, io.

Quello a cui tu dici di non volere bene (e quando lo dici ti scappa da ridere).

Quello che è sempre distratto e che tu richiami all’ordine.

Quello che ti fa giocare ai videogiochi.

Sì insomma, quello che tu vorresti eliminare dalla circolazione perché si mette in mezzo tra te e la mamma e tu il complesso di Edipo ancora non lo hai superato.

Quello a cui non sganci bacini neanche sotto tortura, ma che puntualmente, ogni sera viene nel tuo letto per addormentarti quando dici a luci appena spente: “Qualcuno mi fa compagnia?”.

I primi tempi non sono stati facili per me con te.

Perché te c’hai un bel carattere eh…

E anche se passano gli anni quello c’è sempre.

Però adesso che comunichiamo e stai crescendo abbiamo migliorato.

Tu sei una colonna.

Se non trovo qualcosa in casa a chi chiedo? A te, e tu lo sai.

Se c’è da sapere qualcosa, chi sa quella cosa? Tu.

Sei sempre sul pezzo e non molli una cippa.

Sei presente a te stesso e non ti si frega a te.

Tu sei molto abile nel portare acqua al tuo mulino e nell’alzare sempre la posta in gioco nelle contrattazioni.

Sei anche un bel vanesio sai, perché il tuo ego è inversamente proporzionale alla tua grandezza, piccolo nanerottolo che non mangia niente a tavola.

Sei anni.

E pensiamo tu sia ancora il piccolo di casa.

Ma poi guardo il tuo musino e quel bambino paffuto sta lasciando poco a poco spazio a un ragazzetto biondo e sveglio.

A uno che nella vita se la caverà sempre e te lo auguro con tutto il cuore.

Con il cuore ti chiedo solo due cose.

Stai sempre accanto a tuo fratello e voletevi sempre bene come adesso (magari senza menarvi).

Quando io sarò molto vecchio, se mai ci arriverò, dammi ancora la tua mano, come adesso, quando ci addormentiamo insieme.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto