Cinque anni fa, la notte tra il 21 e il 22 dicembre, accadde una cosa che cambiò la mia vita. Non me lo sarei mai aspettato, allora non potevo immaginarlo, ma quella festa di Natale, fatta nella casa dove vivevo con i miei coinquilini, fu per me l’inizio di un percorso che spero finisca solo con la fine dei miei giorni.
Avevamo organizzato tutto alla perfezione. Alcol a volontà, musica e luci giuste, più donne che uomini tra gli invitati, il tutto con quell’atmosfera di sesso che si respirava nell’aria. Io, come al solito, mi ero occupato solo dei dettagli. Quando c’è da lavorare tendo sempre alla fuga. E’ così, amo la cura del particolare, mentre agli altri faccio fare “il grosso”.
A metà serata, quando il tasso alcolico si era già notevolmente alzato, scesi dalle scale vestito da Babbo Natale, portando su un vassoio il pandoro da offrire gli invitati. Presi il microfono e dissi due cazzate, le prime che mi vennero in mente per dare il benvenuto e ringraziare i miei coinquilini e i nostri amici.