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Pensieri di un papà

Dente cadente

E’ un po’ come bere la prima birra, o perdere la verginità.

E’ un rito di passaggio, un periodo in cui l’essere umano evolve e si lancia nell’età adulta.

Al gnappo è caduto il primo dente.

Era lì che ballava ormai da giorni. Per lui era diventato un antistress, un tic. Tutto il giorno a farsi ballare ‘sto dente. Tutto il giorno con le mani in bocca.

Poi, l’altra sera (io non vedevo l’ora di farglielo cadere…) ho provato ad accelerare un po’ il distacco, provando a tirare in giù, ma era ancora attaccato, soprattutto nella gengiva dietro.

Davanti invece era bello ballonzolante, con sotto il dente da carne che faceva capolino già dalla gengiva.

Lo sguardo del gnappo mentre tiravo era da cinema.

Appena si accorgeva che stavo esagerando spalancava gli occhi spaventato.

Così non ho insistito troppo nella pratica odontoiatrica e ho lasciato che la natura facesse il suo corso.

Però la natura mi ha remato contro e ha fatto cadere il dente quando il gnappo era a scuola.

E mi ha fatto perdere questo momento paragonabile ai suo primi passi.

Mentre stava mangiando il dente si è staccato.

Ma quel che è peggio, è che, per questo, la fatina dei denti (che alla mia epoca era il topino) è stata fino all’ultimo in forse se passare o no durante la notte…

Il dente purtroppo è rimasto a scuola. Caduto chissà dove. Scopato via e finito in qualche cestino delle bidelle collaboratrici scolastiche.

Un cimelio preziosissimo. Avorio puro tipo le zanne di elefante accatastate dai maledetti bracconieri in Africa.

Un dente (il primo dente da latte caduto) che per generazioni la mia famiglia ha tenuto nella scatolina e conservato fino ai nostri giorni, da mio nonno, a mio padre, a me.

(Sì, lo so, non stiamo bene, non so che problemi abbiamo, ma è abbastanza inquietante).

Il primo dente è andato perduto, ma ne abbiamo tanti altri da far cadere uno alla volta. Questo era solo il primo. Me ne farò una ragione e attenderò gli altri con pazienza.

Sperando sempre che i prossimi denti non vengano inghiottiti, perché non mi metterei certo a recuperarli là.

Poi c’è tutto il discorso crescita, tempochepassa, gnappo che va a scuola dopo che l’altro ieri era nella culla e piangeva di notte perché i dentini li stava mettendo per la prima volta.

Ma sono pensieri così, che mi vengono e che scrivo qui ormai fino alla nausea.

Ma, guardandolo, davvero ancora non riesco a capacitarmi.

Di come siano quasi passati 7 anni e di come il gnappo e The Second crescano alla velocità della luce.

Adesso dovrei cantargli (come faceva mia mamma con me, poi capisco da dove derivino tanti miei problemi…):

Fammi crescere i denti davanti
Te ne prego, Bambino Gesù
Sono due ma mi sembrano tanti,
Son caduti e non crescono più.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto