Categorie
Tagliamoci le vene

Da Papa a papà in meno di 30 anni

Non so perché, ma il mio sogno da bambino era quello di diventare Papa. Da piccolo mi ricordo che vedevo in tv Giovanni Paolo II. Il fatto che fosse tutto vestito di bianco tipo angelo e che tutti dicessero che era bravo mi aveva fin da subito affascinato. Quando i miei genitori mi fecero la classica domanda: “Che cosa vuoi fare da grande?”, non ebbi esitazione e risposi sicuro: “Il Papa”. Avevo più o meno 3 anni. I miei ovviamente non si ricordano della scenetta, ma io sì e anche molto bene nonostante siano passati quasi 30 anni. Mi ricordo anche che loro si misero a ridere e io, ferito nell’orgoglio, a piangere. Volevo proprio fare il Papa, pensando che fosse un lavoro come gli altri, passando se ci fosse stato bisogno da tutti i “gradi” gerarchici: prete, vescovo, Papa! Mi sembrava semplice.

Poi col tempo ho desistito da questa precoce “vocazione”. A dir la verità da lì in poi non ho mai saputo cosa fare da grande e anche adesso che ho passato i 30 ancora non lo so. Sono passato per il classico astronauta, dentista, ingegnere, filosofo fino a fare uno dei tanti mestieri che come si dice in gergo “… sempre meglio che lavorare”.

Per fortuna “a posto” mi ci ha messo Anna che da quando ci siamo conosciuti ha saputo sempre prendermi nel modo giusto. Ci siamo sposati da un anno, ma volevamo restare senza figli almeno per due o tre anni ancora, giusto per goderci un po’ di libertà, fare un po’ di viaggetti, sistemare casa e inserirci un po’ meglio nel lavoro che ovviamente è precario per entrambi (il suo molto più del mio).

Invece, un bel giorno, quel test di gravidanza ha dato segno positivo. Ovviamente non è che come preacuzioni fossimo stati il massimo della sicurezza, quindi un po’ ce la siamo cercata. Ma comunque sia proprio non ce l’aspettavamo. Ok, niente di tragico, anzi, a differenza di tante altre coppie della nostra età possiamo dire di essere certificati ISO 9000, visto che abbiamo concepito all’interno del matrimonio di Santa Romana Chiesa. Però da quel giorno (da quando sono comparse quelle due barrette viola dopo la pipì del mattino) la nostra vita è cambiata e siamo sicuri che quando arriverà “il mostro” cambierà ancora di più.

Ora cerchiamo casa più in fretta e chissà mai se ne troveremo una adatta alle nostre tasche, lei ha abbandonato il lavoro che tanto le piaceva, non mangia più certi salumi per la toxoplasmosi e ha smesso di fumare. Tra di noi c’è una pancia che adesso, al 6° mese è già bella grossa e che è destinata a crescere ancora di più. Io ormai ho abbandonato le mie velleità ecclesiastiche. Ma chissà, in fondo da Papa a papà cambia solo un piccolo accento.

Di Fede

Blog di un papà imperfetto