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Pensieri di un papà

Ne avrebbe 16, ma fa lo stesso

simpsons-duff-tee-shirtE’ incredibile, ma basta non vedere il gnappo per una settimana che quando torna mi sembra cambiatissimo. Un altro. I casi sono tre: o dai nonni lo gonfiano con la pompa, o mangia di più e con più appetito, o cresce alla velocità della luce. Forse tutte e tre. E’ tornato domenica scorsa dopo aver passato qualche giorno con Anna dai suoi. E quando l’ho rivisto quasi non lo riconsoco più. Gli è cambiata addirittura la voce che adesso modula diversamente da prima. Non che parli, ci mancherebbe, ma le sue urla sono più modulate. Il cercopiteco sta diventando australopiteco. E poi cammina, quasi corre. Col nonno ha fatto allenamento dietro alla palla. Più o meno avrà fatto due campi di calcio, come Holly e Benji. E senza mano. Anche le gambe sembrano più toniche e robuste.

A casa dei nonni ha tutte le attenzioni che vuole, un sacco di gente che lo viene a trovare, zia, bisnonno e parentame vario. Ma soprattutto ci sono due gatti, quelli dei nonni. Ed è una vera pacchia. Per lui più che per i gatti ovviamente. Alla Mila – gatta obesa, sorda e ormai vecchia che dorme circa 23 ore al giorno e si muove solo dal divano alla sedia – tira la coda. E lei si gira e gli soffia. Ovviamente lui non capisce e ci riprova fino al pronto intervento di mio suocero. Whisky invece – il micio rosso e scemo che tira fuori le unghie anche quando gioca e ha paura anche della sua ombra – viene rincorso dal mattino alla sera. Riesce a tirare un sospiro di sollievo solo quando il gnappo va a dormire e lui si va a mettere sulle ginocchia di mia suocera davanti alla tv. Credo che se lo trovi anche nei suoi incubi di gatto. Un nano di 16 mesi che lo insegue per toccarlo.

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Io lei e l'altro

Sorrisi e pianti, guarda come riesco a farmi viziare

Il gnappo ha già capito che nella vita, con un sorriso, si ottengono molte più cose che non con un pianto. E’ un vero ruffianello. Lo sappiamo noi e lo sanno le maestre del nido. Lo sanno anche i nonni, tranne mia mamma ovviamente, che pensa che il suo adorato nipotino sia sempre e comunque il bambino più bello e bravo del mondo.

Quando è fuori casa si trasforma. Diventa un angioletto. Sorride a tutti, guarda il mondo incuriosito, addirittura quando è in mezzo alla gente cambia un po’ lo sguardo per sembrare ancora più bravo. Non che non lo sia per carità. Ma in casa con noi è come è: un viziatone. Così come con le maestre dalle quali addirittura sta riuscendo a farsi viziare.

All’asilo è uno dei più piccoli. Se viene lasciato da solo con gli altri bimbi piange. Così le maestre se lo devono sempre tirare dietro e prenderlo in braccio. Lui sa già anche quale maestra è più materna e quale più severa. E con la seconda ovviamente fa il bravo, con la prima ci gioca dentro. Lo stronzetto.

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Io lei e l'altro

Verso un nuovo week end (di vizi) dai nonni

Un altro week end dai nonni, i miei. E questa volta ci sono anch’io (ovviamente). Stasera si parte per una 3 giorni dove il gnappo probabilmente prenderà altri vizi. Non facciamo in tempo a disabituarlo dalle attenzioni dei nonni che subito dopo gli rifiliamo quelle degli altri due. Un loop dal quale sarà difficile uscire.

In questi giorni mi sento un po’ Cenerentolo. Anche ieri ho lavato una montagna di piatti (la lavastoviglie è ancora rotta) e ho piegato una quantità considerevole di vestiti. A proposito, io so a mala pena piegare le mie polo e i miei pantaloni, ma con gli abitini lunghi o semi lunghi di Anna proprio non so da dove cominciare, infatti stamattina se li sarà ripiegati immagino. Per fortuna il gnappo si è addormentato come un sasso durante la poppata e non si è quasi più svegliato.

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Io lei e l'altro

Le ultime parole famose: “I neonati non hanno vizi”

Al corso preparto mi avevano detto che i neonati non hanno vizi. Il loro cervello non è ancora sviluppato per fare i capricci e se piangono vuol dire che hanno un bisogno reale. Sarà… Ma allora perché il pupo sempre verso l’ora di cena piange disperato senza un apparente motivo? Mangiare ha mangiato, il pannolino è pulito, e lui si dispera. Tra l’altro con un tempismo perfetto: proprio quando noi ci siamo seduti a tavola. La prova del 9 è che appena lo tiri su per prenderlo in braccio, lui smette all’istante. Stronzetto.

Abbiamo provato a lasciarlo piangere, poi quando proprio è sull’orlo di una crisi di nervi lo prendo in braccio e mangio con una mano sola. Lasciamo passare il primo mese di vita e poi se non si mette in riga gli facciamo il metodo “fate la nanna”. Bimbo avvisato…

Il problema sono sempre le poppate. Le ragadi si sono fermate, ma lui non ciuccia ancora bene. Ha fame, si attacca come riesce, da due ciucciate e si addormenta. Difficilmente riesce a svuotare una tetta. La sequenza è: pianto, tetta in bocca, addormentamento quasi istantaneo. Risultato: dopo circa due ore (ma spesso anche meno) ha fame. Possibile che non riesca a mangiare tutto in una volta sola?!